Cambiamento

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Riusciva sempre a prendermi contropiede e a disorientarmi.

Odiavo l'effetto che aveva su di me.

Questo non fece che accrescere il mio fastidio.

"Di cosa dobbiamo parlare?"

Gli chiesi fissandolo con durezza.

"Della faccenda dei Prefetti. Il tuo metodo non funziona. Puoi ignorarmi quanto vuoi, starmi alla larga... ma non puoi ignorare il fatto che entrambi abbiamo quella spilla."

Ah, così era colpa mia?

Beh, riflettendoci... si.

Ero io ad aver deciso dopo la nostra ultima litigata, che Serpeverde avrebbe avuto un solo Prefetto.

Non glielo avevo mai detto... né lui era mai venuto a lamentarsi di quella situazione. Prima di quel momento.

Perchè dovevo sempre essere dalla parte del torto ogni volta che discutevamo?

Come diavolo faceva ad uscirne sempre vincente?

"Spreco il mio tempo perlustrando zone che non mi spettano mentre mi chiedo se tu sia di pattuglia. Faccio il doppio dei turni e a volte giro a zonzo senza sapere dove andare o casa fare. Non è così che dovrebbe funzionare. Gli altri sono organizzati. Sono una squadra. È quello che faremo anche noi."

Il suo tono non ammetteva repliche.

"Ci riuniremo settimanalmente e decideremo per i turni. Non voglio girare per il castello come uno stupido solo perchè tu non vuoi parlarmi, né mostrare quanto siamo pessimi come Prefetti alle prossimi riunioni con gli altri."

Perchè insisteva sulla faccenda del non parlargli?

Che gli importava? Non era quello che voleva anche lui?

Certo che si, me lo aveva dimostrato eccome.

"Bene. Mandami l'orario dei tuoi impegni, mi adeguerò di conseguenza."

Replicai asciutto.

Lui fece un passo nella mia direzione.

Nonostante quello però eravamo ancora molto distanti.

Per fortuna il corridoio era deserto e potevamo parlare con tono di voce misurato come se tra noi non ci fosse tutta quella distanza da coprire.

"Ho detto che ci riuniremo. Decideremo insieme."

Non ne vedevo l'utilità. Gli avevo concesso carta bianca, dicendogli che sarei stato io ad adattarmi ai suoi orari.

Non gli bastava?

"Quando?"

Chiesi infastidito.

"Da adesso"

Rispose lui in tono autorevole e tranquillo. Lo stesso che aveva usato per tutta quella conversazione. Come se io fossi uno della sua squadra di Quidditch da rimettere in riga.

Non era il mio Capitano. Se credeva di poterlo essere, si sbagliava di grosso.

Soffocai il mio naturale istinto di ribellione e cercai di comportarmi da persona matura.

Aprii una delle porte a me più vicine.

"Quest'aula è vuota"

Dissi entrando senza guardarmi indietro.

Mi accomodai ad uno dei banchi vicino alle finestre, così che ci sarebbe stata abbastanza luce lunare per scrivere.

Non mi andava di alzarmi a cercare delle candele, né avevo intenzione di trattenermi lì a lungo.

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