Capitolo 2 - passi

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Quella sera decise di affrontarlo: aspettò sveglia finché non sentì la maniglia della porta girare e quando da quella stessa porta entrò lo stesso villain che l'aveva rapita provò una sensazione strana guardandolo negli occhi, ormai aveva abbandonato la paura ma trovava comunque difficile parlare temendo di dire qualcosa che lo avrebbe fatto scattare, Mia era troppo forte per morire in un posto come quello.
"Ehi giocattolino, sei ancora sveglia?" solo in quel momento Mia notò il braccio di Dabi
"Che ti è successo?" chiese d'impulso meravigliata del suo tono preoccupato
"Niente di incurabile" si limitò a rispondere Dabi guardando il suo braccio destro che presentava un lungo e profondo taglio dal quale gocciolava molto sangue, Mia continuò ad osservarlo mentre prendeva una manciata di cose per curarsi dal primo cassetto del mobile, si sedette sulla scrivania di fianco a lei e iniziò a disinfettarsi la ferita
"Non senti male?" domandò Mia
"Sbaglio o sei preoccupata?" lei di rimando assunse un'espressione arrabbiata e si girò dall'altra parte, Dabi sbuffò.

Mia si mise a pensare e riflettere, doveva cambiare il modo di reagire alle sue risposte se voleva parlarci, mise da parte l'orgoglio e si costrinse a girarsi di nuovo in direzione del ferito
"Sei capace di curarlo?"
"Sai, quando sei un villain ti conviene imparare se non vuoi morire, nessuno è disposto a curarci oltre a noi stessi" questa volta sembrò essere sincero. Quando finì di sistemarsi il braccio si avvicinò un po' di più con la sedia al letto
"Vuoi che la apra?" domandò con delicatezza a Mia indicando con un cenno la tenda, a lei le si illuminarono gli occhi
"Si per piacere" disse e Dabi la aprì.

Mia si trovò a fissare la splendida luna che illuminava il cielo in tutta la sua pienezza, il villain doveva essersi accorto di ciò e disse
"Bella vero?"
"Bellissima" continuando a guardare il cielo nero Mia trovò il coraggio di fagli quella domanda
"Perché?" fece incontrare i loro occhi
"Perché cosa?" chiese lui
"Perché sei deciso a non lasciarmi andare?"
"Ancora con questa storia!? Smettila di aprire questo argomento"
"No. Ho il diritto di sapere almeno le motivazioni"
"Motivazioni? Ti ho trovata sul mio cammino e ho deciso di prenderti"
"Ma perché? Perché prendermi e non uccidermi? Tanto non ti servo a nulla in questo stato" adesso aveva iniziato ad alzare la voce, era frustrata e stanca, non riusciva neanche più a controllare le lacrime che iniziarono a scendere dai suoi occhi. Dabi si alzò di scatto, prese un pezzo di scotch e senza troppi riguardi glielo appiccicò sulla bocca
"Per stasera può bastare, e pensare che avevamo iniziato bene. Ammetto che mi dispiace coprirti quelle labbra che tanto desidero, ma sono stanco" tu stanco? Pensò Mia che prese a dimenarsi e a urlare nonostante lo scotch che soffocava la sua voce.

La luce che penetrava dalla finestra di quella vecchia camera costrinse Mia ad aprire gli occhi e tutti gli avvenimenti della sera precedente la investirono come un camion in corsa, provò a muovere le labbra e notò che non aveva più lo scotch, qualcuno le aveva anche rimboccato le coperte e... preparato la colazione. Sopra la scrivania di fianco al letto infatti c'era un vassoio di acciaio con sopra del cibo, certo non era il miglior cibo del mondo ma era comunque qualcosa. Mia decise di mangiare, aveva fame e doveva scaricare la rabbia e la tensione in qualche modo, con le mani intrappolate nelle manette che ormai le avevano lasciato il segno sui polsi si servì.
"Piaciuta la colazione giocattolino?" la voce di Dabi riportò la ragazza, che stava ammirando il mondo esterno dalla finestra, alla realtà, ci rimase un po' male quando lui chiuse le tende
"Credo che possa bastare" disse Dabi, lei pensò di azzardare una domanda un po' delicata poiché notò che oggi era di buon umore e anche perché più passava il tempo più si era stancata di avere paura, ormai era lì, non poteva farci niente, almeno per il momento.
"Allora... riguardo la storia che sei il figlio di Endeavor?" Dabi la guardò, di solito non manteneva il contatto visivo troppo a lungo per paura che Mia potesse attivare il suo quirk ma questa volta fu diverso, come se stesse decidendo se arrabbiarsi o meno. Alla fine sbuffò, prese posto vicino a lei sulla sedia e disse
"Che vuoi sapere?" una parte di Mia rimase esterrefatta, si aspettava il peggio e non certo che avesse voluto affrontare l'argomento, comunque non si fece scappare l'occasione per parlare e magari conoscere altre parti di lui. Passarono il resto della giornata a conversare, parlarono di tante cose, dalle più banali ad argomenti seri, alcune volte, solo per un attimo, Mia avrebbe giurato di vedere Dabi non come un villain ma come un semplice ragazzo che ha stretto i denti e sopportato.

Per i giorno seguenti le acque furono abbastanza calme, nessuno dei due ebbe un'attacco d'ira, erano più aperti l'uno con l'altra, Mia lo aveva persino aiutato a curarsi qualche volta, Dabi la riforniva costantemente di cibo e vestiti anche se le proibiva di lasciare il letto e di dover tenere le manette.
"Che hai combinato oggi invece?" chiese Mia vedendo che la ferita del giorno era sulla guancia
"Zitta"
"Oh, qualcuno è nervoso oggi" disse lei con voce sarcastica
"Ho detto che ti conviene stare zitta, potrei anche infrangere la promessa in questo momento, tanto se devo andare all'inferno" lei non capiva cosa stesse succedendo, in meno di un secondo si ritrovò con Dabi che la teneva per i polsi, perché era cambiato in questo modo tutto d'un tratto?

Il villain fece avvicinare i loro volti tanto che i loro nasi si sfiorarono, subito dopo sentì le sue labbra toccare quelle di lui, era un tocco delicato e dentro di lei si mossero una serie di cose che non sapeva come interpretare, fu solo un piccolo tocco e niente di più ma quando Dabi si staccò lei si fece scappare una lacrima che le rigò il viso. Dabi la asciugò e il suo dito visitò le varie parti del volto di Mia
"Perché piangi?" lei ci provava, ci provava a parlare ma la voce l'aveva abbandonata
"Apri la bocca" ordinò lui, lei si limitò a scuotere la testa cercando di trattenere il pianto
"Per piacere" chiese lui baciandole una guancia, Mia ubbidì.

Nella parte più remota della sua mente e tra i tanti pensieri che ora la invadevano pensava di poter usare il suo quirk, non c'erano possibilità che sbagliasse poiché erano molto vicini ma qualcosa la bloccava, forse una parte altrettanto piccola di lei non voleva fargli del male, e perché? Dopotutto lui l'aveva rapita, rinchiusa e poteva approfittarsi di lei in qualsiasi momento. Adesso Dabi mandò un po' della sua saliva nella bocca di Mia, gliela chiuse e disse
"Ingoia" lei lo fece.
"Brava il giocattolino" commentò il villain, per poi accovacciarsi vicino a lei.

𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑇𝑜𝑦 || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora