Capitolo 3 - liberami Dabi

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Durante la notte Mia non chiuse occhio, successe però una cosa che lei non si sarebbe mai aspettata. Dabi iniziò ad agitarsi vicino a lei, la strinse come se volesse trovare un posto sicuro e la cosa che la sconvolse di più fu che prese a piangere nel sonno, fino a che quel pianto non si tramutò in urla, a quel punto Mia lo svegliò. Dabi ci mise qualche secondo per capire cos'era successo e Mia, senza pensare e agendo quindi d'impulso, lo abbracciò
"Va tutto bene" gli disse mentre lui non riusciva a fermare quelle maledette lacrime, non la fermò, cosa che lei temette molto, a quanto pare aveva deciso di non lottare. Lei continuò ad avvolgerlo tra le sue braccia ed accarezzarlo
"Ti va di dirmi cos'è successo?" chiese, lui annuì e fu così che non si addormentarono più e rimasero a parlare, il villain le raccontò di quello che aveva passato quel pomeriggio, del perché era così nervoso e di come si era procurato la ferita alla guancia; lei ascoltava attentamente, aggiungeva qualche commento ogni tanto e cercava di rassicurarlo.
Quando arrivò il momento in cui Dabi doveva andarsene Mia stupì ancora una volta se stessa: prese la mano del villain mentre si stava alzando dal letto e gli lasciò un bacio sulla guancia. Lui ricambiò dandogliene uno sulla fronte e se ne andò.
In quel tempo dove lei rimase sola pensò a molte cose: sapeva che quello che stava facendo era sbagliato ma sempre meglio di farsi uccidere, quello che era successo quella notte però l'aveva fatta sentire quasi bene e adesso che lui se n'era andato, anche se per poco, si sentiva ancora più sola e non come gli altri giorno in cui aspettava solo che Dabi uscisse da quella porta per trovare un po' di pace.

Mentre era immersa nei suoi pensieri il villain fece ritorno
"Hai fame?" le chiese porgendole un sacchettino contenente del cibo, lei lo guardò con occhi da cerbiatto
"Che vuoi?" domandò quindi lui sedendosi sul bordo del letto
"Ti farò una domanda, però non dare in escandescenza ok?" Dabi era confuso ma alla fine annuì
"Liberami Dabi" in un primo momento lui rimase esterrefatto, poi iniziò a ridere
"Cosicché tu possa scappare, giocattolino?"
"Ti chiedo di fidarti, come io mi fido di te" non sapeva neanche lei perché avesse detto quelle parole, ma più ci rimuginava e più le sembravano vere.

Poteva mai fidarsi di un villain? E soprattutto, di quel villain?
"Ti fidi di me?" disse Dabi, stavolta abbandonando le risate, con una faccia molto seria. Mia decise con cura quello che avrebbe detto adesso e ne era fermamente convinta
"Hai avuto tante occasioni eppure non mi hai mai fatto niente... se io dovessi provare a fuggire ti do il permesso di infrangere la promessa" Dabi sgranò gli occhi
"Non provare neanche a usare il tuo quirk, sarebbe come provare a scappare"
"D'accordo" disse lei che si ritrovò subito con il villain intento a sganciarle le manette, quando gliele tolse definitivamente le ci volle un po' per realizzare. Si massaggiò i polsi e si mise in piedi, perse l'equilibrio visto che non si reggeva sulle proprie gambe da quando era stata rapita e Dabi la resse per le braccia
"Attenta" Mia andò dritta a guardarsi nello specchio, nonostante il modo in cui aveva vissuto negli ultimi tempi la sua bellezza non era scemata, si accarezzò i capelli castani che le scendevano fin sulle spalle. Vide anche il riflesso di Dabi che si era messo dietro di lei. Mia non aveva intenzione di usare il proprio quirk, non ci teneva particolarmente a farsi violentare e poi facendo così avrebbe distrutto quel poco di rapporto che avevano instaurato in molto tempo. Si chiese però se lui, nel caso in cui si fosse reso necessario, le avesse davvero fatto del male oppure aveva mentito. Si girò per guardarlo negli occhi, tanto per assicurarsi che si fidasse davvero, e lui non spostò lo sguardo.
"Posso fare una doccia?" chiese Mia.

Il bagno non era meno sporco della stanza: nell'angolo a sinistra era posta una doccia di vetro satinato, il lavandino si trovava di fronte alla porta
"Allora? Cos'è, non ti piace?" Dabi parlò all'improvviso provocandole un piccolo spavento
"Va- va bene" disse deglutendo, lui chiuse la porta lasciandola sola, lei sapeva che sarebbe rimasto nella stanza di fianco ma si concedette lo stesso qualche momento per rilassarsi, si spogliò ed entrò in doccia. Si lavò con acqua caldissima e strofinò per bene i capelli, ma quando mise un piede fuori notò che non c'erano asciugamani, non sapeva se la cosa era stata fatta apposta o era solo una coincidenza, sta di fatto che andò un attimo in panico, poi si ordinò di riprendere il controllo di se stessa. Si richiuse dentro la doccia e chiamò
"Dabi"
"Mh"
"Potresti portarmi un'accappatoio?" nessuna risposta, finché non sentì la porta aprirsi
"Ecco a te" disse il villain, lei cacciò solo la mano per prenderlo ma essa rimase vuota
"Dov'è?"
"Oh, proprio qui sul lavandino, vienilo a prendere" Mia non voleva credere alle sue orecchie, avrebbe voluto spaccare tutto, aprire quella maledetta doccia e atterrarlo col suo quirk, magari sarebbe anche riuscita a scappare... ma poi? Cos'avrebbe fatto?

Esitò dopodiché uscì allo scoperto. Lui era lì di fronte che la mangiava con lo sguardo, assaggiò ogni centimetro di quel corpo così esposto e perfetto finché non indugiò con lo sguardo sulla sua gamba, lei provò a nasconderlo ma fu troppo tardi
"Che hai fatto?" chiese
"Niente, non preoccuparti" disse Mia in tutta risposta raggiungendo l'asciugamano e avvolgendosi al suo interno, quasi a voler essere invisibile
"Fammi vedere" disse con autorità prendendola per i fianchi e facendola sedere sul lavandino. Dabi si abbassò e passò morbidamente un dito sul polpaccio della ragazza che era segnato da un taglio messo male
"Come hai fatto?"
"Diciamo che durante i primi giorni non ero così tranquilla" non disse nient'altro, era la verità però, quella ferita se l'era procurata provando a scappare, ecco perché non glielo aveva mai detto.

𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑇𝑜𝑦 || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora