Capitolo 15 - la richiesta

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Non sapeva che ore erano quando si svegliò. Era sdraiata sotto le coperte calde del letto e Dabi le cingeva la vita con un braccio, solo dopo Mia notò che erano entrambi completamente nudi e un lampo che le attraversò la mente le fece ricordare che la notte precedente l'avevano fatto in continuazione, senza mai fermarsi e in posizioni così strane delle quali Mia neanche conosceva l'esistenza.
Si lasciò sfuggire un sorrisetto, poi si girò verso il villain facendo sfiorare i loro volti, quello sorrise
"Buongiorno" disse tenendo ancora gli occhi chiusi e accarezzandole la pancia, la ragazza gli toccò con delicatezza una guancia e quando Dabi aprì i suoi occhi rubino, Mia si sciolse da capo a piedi
"Buongiorno" riuscì però a ribattere
"Ti puzza l'alito" commentò lui
"Stronzo" lo apostrofò lei ridendo. Dabi si avvicinò e la baciò cautamente prima di stenderla sopra di lui, giocarono con i loro nasi
"Oggi è il gran giorno" ricordò Mia, il moro affondò il volto nel suo petto
"Restiamo così un altro po'"
"Mh-m" annuí e cercò di godersi questi ultimi attimi.

Non aveva idea di come avesse potuto reagire Shigaraki nel sentire la loro folle richiesta ma era l'unica possibilità che Mia aveva e non se la sarebbe certo lasciata sfuggire, quello che la preoccupava di più però era ciò che poi avrebbe detto a Mina... cosa si sarebbe inventata?
Le mani di Dabi che si insinuavano nelle sue cosce la fecero destare dai suoi pensieri
"Giocattolino" le sussurrò leccandole il collo già cosparso da innumerevoli segni violacei
"Mi amor... non ti è bastata tutta la notte?" chiese lei provando a non cadere in tentazione. Il villain fece sfregare totalmente i loro corpi e la ragazza toccò il suo grosso membro
"Dabi" lo ammonì
"Andiamooo" si lamentò lui facendole gli occhi dolci.

Un villain che fa gli occhi dolci... un paradosso!
Ma per quanto potesse provocarla, la ragazza riuscì a non farsi abbindolare. Riunì le proprie forze e si alzò dirigendosi verso il bagno, era sicura che Dabi sarebbe venuto con lei in doccia ma quello non si fece vedere.
Quando tornò nella camera e lo vide ancora sdraiato a letto con la faccia affondata nel cuscino, si sedette sul bordo del materasso con indosso solo l'asciugamano e i capelli bagnati che le incorniciavano il viso
"Alzati" gli mosse leggermente una spalla ma il villain continuò a starsene immobile, a quel punto iniziarono a crescere in Mia dei dubbi
"Dabi, dobbiamo andare dal tuo capo"
"Non è il mio capo" decretò con la voce ovattata dal cuscino, la ragazza alzò gli occhi al cielo. Dabi la guardò e lei gli diede il muto ordine di muoversi o sarebbe stata capace di andare anche senza di lui. Così quello si alzò controvoglia e si preparò.

Era davvero bello nella sua consona tenuta da villain, con una leggera maglietta bianca e quel cappotto che tanto lo distingueva, i capelli erano un agglomerato di profumo e nodi che Mia si propose di pettinare senza però ricevere il permesso, il jeans che portava gli faceva risaltare le forme
"Hai davvero un bel culo sai" gli disse Mia guardandolo e tirandogli una pacca, Dabi rise
"Anche tu" rispose per poi baciarla.
Mia indossava un semplice jeans che le ricadeva largo fin alle caviglie, ai piedi il suo paio di converse nere alte di cui mai avrebbe fatto a meno e a coprirle il petto un'altrettanto larga maglia nera a maniche corte e corrosa dal tempo. Per completare il tutto un giubbino di pelle appartenente a Dabi che quindi le calzava leggermente grande.
"Sei bellissima" le disse lui abbracciandola da dietro mentre si guardava allo specchio, lei la pensò esattamente allo stesso modo, dopo un tempo che le era parso infinito riusciva a vedersi carina con gli ondulati capelli che le ricadevano sulle spalle e quegli occhi color cioccolato. Per un momento le sembrò di rivedere la stessa ragazza che sette mesi prima si era svegliata pronta per un giorno di intenso allenamento con i suoi compagni ed i professori dello U.A. in mezzo al bosco, poi però, proprio quella stessa sera, quello che sarebbe diventato il suo ragazzo l'aveva rapita senza troppi riguardi.

"Allora, andiamo si o no?" si rese conto di essersi distratta poiché Dabi, che era già uscito dalla stanza, la stava richiamando dal corridoio.
Si lanciò un'ultima occhiata ricordandosi che se anche esteticamente non era cambiata poi tanto, a parte i capelli un po' più lunghi e i vari succhiotti sul collo, dentro era una persona totalmente diversa. Si tuffò fuori dalla camera chiudendosi la porta alle spalle e per la prima volta l'ansia e l'eccitazione di poter finalmente rivedere la sua migliore amica si fecero più vivide e concrete. Cosa le avrebbe detto ancora lo ignorava, improvvisare era sempre stato facile per lei, quindi non se ne preoccupò ulteriormente.
Nell'ascensore Mia percepì una tensione particolarmente forte, stette per dire qualcosa ma le porte che si aprivano furono più veloci, prima di uscire Dabi disse con voce seria
"Lascia parlare me" lei non reagì e lo seguì.

Trovarono il capo dei villains seduto sul vecchio divano nella polverosa stanza che era nata per essere un soggiorno, era solo.
Mia si sentì penetrare fin nel midollo quello sguardo gelido e accusatorio
"Chi abbiamo qui!?" quella voce era quasi peggio dello sguardo, Mia non aveva dei buoni trascorsi con quel personaggio quindi si limitò a restare dietro Dabi stringendogli il cappotto con una mano.
Non lo avrebbe mai ammesso ma aveva una così gran paura di stare lì, per tanto tempo si era immaginata quel momento e tutti i possibili modi con i quali avrebbe potuto combattere Shigaraki, ma ora non riusciva a muoversi e per questo era immensamente arrabbiata con se stessa, ma quel villain poteva letteralmente impietrire chiunque e qualunque cosa toccasse! Era lecito essere prudenti.
"Tomura, abbiamo un piano per ottenere informazioni sui Pro Heros, andremo io e Mia, in questo modo, se avremo successo, potrai ufficialmente fidarti di lei" le ultime parole suonarono più come una minaccia.
Mia riusciva a sentire ogni singolo battito del proprio cuore, il sudore scenderle sotto forma di goccioline dalla fronte, la mano sempre più stretta all'indumento di Dabi, gli occhi fissi su Shigaraki... quello era il momento della verità.

Shigaraki rise, una risata sonora e graffiata
"Avanzare una tale richiesta? Dabi, credevo di averti avvertito molte volte, già è tanto se ti ho dato il permesso di tenerla" con un cenno della testa indicò Mia. Dabi strinse i pugni ed un tenue bagliore blu si innalzò dalle sue dita, lei fece prudentemente un passo indietro ma la parte razionale del suo cervello le stava gridando che se avessero attaccato Shigaraki avrebbero avuto ancora minori possibilità che lui acconsentisse alla loro richiesta
"Vuoi disobbedirmi?" chiese il capo dei villains a Dabi alzandosi dal divano
"Staremo attenti e otterremo informazioni, cosa vuoi più di questo!?" disse il moro a denti stretti, il fuoco sulle sue mani che aumentava ogni secondo di più.

Proprio in quel momento Mia trovò un rinnovato coraggio, non voleva che la cosa degenerasse troppo: si piazzò tra i due villains che si stavano lanciando sguardi omicida
"Fermatevi!" urlò ottenendo solo un paio di occhiate confuse
"Togliti di mezzo... devo dare una lezione a quello lì" parlò Tomura accennando all'altro, Mia gli appoggiò una mano sul petto per farlo indietreggiare, anche se rischiava tanto poiché in questo modo il villain avrebbe potuto trasformarla in pietra in qualunque momento
"Nessuno ammazzerà nessuno" disse decisa.

Notò un accenno di ghigno comparire sul volto di Shigaraki, il quale prendendole la mano la bloccò al suo petto e si avvicinò facendo sfiorare i loro nasi, lei rimase completamente immobile, i frammentati ricordi di quella fatidica sera in cui si era ubriacata si fecero limpidissimi nella sua mente.
Le parve di percepire un Dabi molto incazzato dietro di lei ma era troppo impegnata a combattere per non scappare da lì a gambe levate. E poi Shigaraki parlò, e quelle sue parole scatenarono l'inferno
"Sapete, potrei anche acconsentire se solo Dabi fosse disposto a lasciarti con me per una notte".

𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑇𝑜𝑦 || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora