Capitolo 19 - soggiogata

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Imboccarono una strada che Mia non conosceva ma che tuttavia le era familiare, e poco prima di capire effettivamente dove portasse la macchina si fermò con un cigolio, Hawks picchiettò con le mani sul volante
"Arrivati a destinazione!" esclamò con enfasi come se fosse estremamente contento di liberarsi di loro.
Mia lo aveva visto di sfuggita solo qualche volta mentre era allo U.A., non ci aveva mai parlato, in verità era uno degli ultimi heros che stimava poiché percepiva il suo carattere che sicuramente le sarebbe risultato insopportabile, non sapeva dire se lui si ricordava di lei o se la considerava semplicemente come una studentessa del più prestigioso liceo per heros che era stata catturata e che ora si pensava fosse stata uccisa; comunque Mia scese dalla macchina senza salutarlo, le sembrava ancora tutto troppo surreale.

Si guardò intorno notando di essere preda di un'altro bosco, iniziava davvero ad odiarli!
Sentì che Dabi ringraziò forzatamente il biondino e quest'ultimo che gli disse
"Ehi dove credi di andare così in fretta? Non mi dai niente in cambio?" il villain lo fulminò con gli occhi ma poi estrasse da una tasca un piccolo sacchetto e glielo porse. Hawks sorrise furbo ed aspettò che Dabi liberasse la macchina prima di rimettere in moto e fare retro marcia. Mia si chiese quanto sapesse.
"Allora Dabi, tu puoi aspettarmi qui" disse Mia di getto, era una cosa che aveva premeditato circa dieci secondi prima, poiché ora come ora la sua presenza la infastidiva
"Cosa?" chiese lui confuso
"Oh andiamo, non vorrai mica che mi presenti da Mina con un villain" continuò tagliente, sapeva che quello non era il giusto modo di acquietare la sua irritazione ma non pensava lucidamente, sentiva solo il bisogno di restituirgli quel dolore acre che lui le aveva fatto provare poco prima
"Che cazzo stai dicendo?" continuò Dabi avvicinandosi
"Che cazzo fai tu! Fammi indovinare, adesso arriverà qualcun altro che ci porterà direttamente da Mina, sbaglio? Mi spieghi che cazzo ci faceva Hawks dentro quella fottuta macchina?" urlò avvicinandosi a sua volta, cosicché il villain potesse scorgere la rabbia farsi strada dentro lei che aveva gli occhi puntati in quelli dell'altro. In una remota parte di se Mia sperava che Dabi avesse paura che potesse utilizzare il proprio quirk, ma non aveva tenuto in conto che quello che aveva davanti era pur sempre un villain... e non uno qualunque.
Dabi si avvinghiò a lei prendendola per i polsi, arretrarono di qualche passo finché la schiena di Mia non incontrò un albero, nella sua mente la ragazza rivisse la stessa identica scena del giorno in cui venne rapita, come se non fosse cambiato niente
"Vediamo... ora mi inietterai chissà quale sostanza per mandarmi KO" lo offese con lo sguardo.

Ci ripensò e si disse che in realtà una cosa era cambiata rispetto a quel giorno: lei.
Se mesi prima avrebbe abbassato lo sguardo o si sarebbe spaventata  anche se non l'avrebbe dato a vedere, come effettivamente aveva fatto, ora sarebbe stata capace di reagire. Forse perché non aveva più paura di Dabi o forse perché aveva imparato a conoscerlo
"Mia" quella semplice parola modellata dalle labbra di quello specifico villain era una melodia stonata ma unica ed irresistibile, Dabi la guardò, non con rabbia ma con uno sguardo supplichevole, come se lei gli stesse chiedendo una cosa che gli avrebbe arrecato soltanto dolore. La ragazza non parlò, al sentir pronunciare il suo nome si erano concentrati un'oceano di sentimenti nella sua anima ma decise di nasconderli, sentì i suoi polsi nuovamente liberi
"Vai se devi andare" disse il moro, Mia sgranò gli occhi, aveva sentito bene?
"Non hai risposto alla mia domanda" disse cercando di nascondere il proprio stupore
"Non sono fatti che ti riguardano! Hai sempre detto che non vuoi prender parte ai nostri 'piani da villains', ebbene Hawks ne fa parte, quindi non ti interessa! E vedi di non fartelo scappare con la tua amica rosa" sputò quelle parole una dopo l'altra continuando a torreggiare su di lei
"Non voler far parte alle vostre spregevoli azioni non implica il fatto che devi tacermi tutto! Potevi dirmelo... dovevo sapere che sarebbe stato un Pro Heros ad accompagnarci! E poi, perché non ti ha catturato?"
"Non sarebbe cambiato un bel niente se te l'avessi detto! Avremmo affrontato questa stessa discussione e avremmo perso solo tempo!" urlò quello, Mia iniziò a sentire caldo e capì che Dabi stava involontariamente per attivare il suo quirk
"Credevo fosse ormai chiaro che dobbiamo dirci tutto sempre" disse Mia rassegnata, lo guardò e successivamente si incamminò alla volta dello U.A., conosceva la strada e quindi si fece guidare dalle proprie gambe.

Dopo aver fatto solo un paio di passi però percepì qualcosa prenderla per un polso e tirarla a se, non ebbe neanche il tempo di protestare che fu travolta da un bacio intenso ed arrogante, Dabi le appoggiò una mano su un fianco e lentamente la fece scivolare sotto la maglietta della ragazza, strinse quella parte di pelle e Mia gemette. Di punto in bianco il villain si staccò
"Ti aspetto qui" disse carezzandole delicatamente la linea della mandibola; Mia era troppo sconvolta per rispondere, annuì e si allontanò.
Ansimava e la sua pelle andava a fuoco... Dabi non poteva stuzzicarla così e poi lasciarla andare! E poi lei come poteva continuare a fare l'arrabbiata se lui la baciava in quel modo?

Più si avvicinava alla sua meta e più era sempre meno convinta di quello che stava facendo, oltretutto era sola... forse aveva sbagliato a non permettere a Dabi di accompagnarla. Non doveva farsi vedere da nessuno se non da Mina e doveva convincere persino lei a non spifferare a tutti che in realtà era ancora viva, rabbrividì pensando alla sua morte che sarebbe avvenuta davvero per mano di Shigaraki se non avesse portato a termine senza intoppi quel piano del cazzo.
Dopo qualche altro passo intravide davanti a se la fine del bosco, rallentò e si costrinse a calmarsi, infatti senza rendersene conto aveva iniziato a tremare. Chiuse gli occhi e si figurò l'immagine mentale del suo Dabi, magari anche senza maglietta. Calmò il respiro e si affacciò con la testa da uno degli alberi al confine, le si spalancò totalmente la bocca quando vide che proprio lì vicino si stagliava lo U.A. in tutta la sua grandezza e maestosità, Mia riusciva ad intravedere delle piccole sagome in movimento dalle pareti in vetro, poi abbassò lo sguardo e la sua felicità svanì nello scorgere guardie davanti all'altrettanto grande portone. Per quanto ne sapeva quello era l'unico modo per entrare nella sorvegliatissima scuola e non le ci volle molto per capire che non ci sarebbe mai riuscita senza palesarsi. Lanciò un'ultima occhiata al suo vecchio liceo pieno di vita e, silenziosamente, prese la strada per i dormitori situati poco più lontano.
Ogni passo era una tortura, ogni respiro un'agonia, senza nemmeno rendersene conto aveva rallentato la camminata... perché?
Alzò lo sguardo al cielo, non aveva idea di che ore potessero essere, confidò nel fatto che i dormitori fossero vuoti o non sapeva come avrebbe fatto, in quel momento invidiava talmente tanto Hagakure, poiché il suo quirk era altamente inutile per quella circostanza.

Cercò il cappuccio per indossarlo solo per scoprire che non lo aveva, quale razza di idiota non lo indossava in queste situazioni? Il più silenziosamente possibile si avvicinò alla porta d'ingresso dei dormitori. Non c'era nessuno nei dintorni ma forse aveva rischiato a uscire allo scoperto, non seppe per quanto si immobilizzò lì sulla veranda ad osservare la porta, chiunque avrebbe potuto aprirla in qualsiasi momento, qualunque persona avrebbe potuto vederla, ma lei decise di sfidare la sorte. Poi pensò che non si era data neanche un orario con Dabi entro il quale sarebbe dovuta tornare da lui e forse fu proprio questo che la convinse ad avanzare sopra quel filo sottile. Posò una mano sudata sulla maniglia, respirò profondamente pronta ad aprirsi la strada, ma proprio in quel momento sentì qualcosa di metallico cadere alle sue spalle, si irrigidì come non mai
"Mia!?" riconobbe quella voce, non avrebbe voluto riconoscerla, non era la voce di Mina
"Cazzo" imprecò prima di voltarsi.

𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑇𝑜𝑦 || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora