Capitolo 12 - non si può fuggire

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"Sei seria? Chiederglielo così, di punto in bianco?"
"La sua risposta non sarebbe stata diversa in ogni caso"
"Almeno saresti sembrata meno sospetta"
"Ti prego Dabi, sono e sarò sempre sospetta per Shigaraki"
"Grazie al cazzo! Hai mai provato a metterti nei suoi panni? Se tu fossi la ricercata più famosa del paese ed un tuo nemico entrasse nella tua vita in qualità di alleato, biasimeresti la tua diffidenza?" Mia rimase in silenzio e rifletté, certo che aveva provato a pensarla dal suo punto di vista, non era stupida, proprio per questo non aveva mai fatto niente per far accrescere i sospetti su di lei. Solo ora per la prima volta aveva fatto una richiesta.
Dopo la sua proposta Dabi aveva chiesto a Tomura di aspettare fuori dalla stanza e la ragazza si sentì oltraggiata, era perfettamente capace di tenere sotto controllo le sue azioni e le conseguenze che esse comportavano, non era una bambina
"...adesso puoi dire ufficialmente addio a quella tenue speranza che Shigaraki possa dire di si" il villain stava continuando a parlare ma Mia aveva smesso di ascoltare, Dabi parve accorgersene
"Sai cosa, fai come vuoi... io mi tiro fuori" disse infine alzando le mani in segno di resa, la ragazza non credeva di aver mai provato tanta rabbia in vita sua, strinse i pugni fino a farsi sanguinare i palmi delle mani e gridò mentre il moro sbatteva la porta dietro di se
"TI TIRI FUORI!? TORNA QUI RAZZA DI CODARDO" imprecò e continuò ad insultarlo ma ormai non era neanche più sicura che quello riuscisse a sentire ancora la sua voce.

Era arrabbiata, frustrata, sconcertata. Si portò le mani ai capelli e tirò fin quasi a strapparli mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime e la sua faccia diventava calda come il sole, voleva urlare e buttare fuori tutto ma non poteva, non sapeva cosa avrebbero pensato gli altri villains. Prese quindi a girare per quella stanza che adesso sembrava così claustrofobica, il suo respiro era accelerato così come i battiti del suo cuore. Si stava trattenendo davvero per non rovesciare tutto ciò che le capitava sotto mano, nella sua testa non faceva altro che ripercorrere la scena di poco prima, più volte si era avvicinata alla porta con l'idea di uscire ed altrettante non aveva ceduto a quella tentazione, cosa che non aiutava la sua crisi. Era solo in momenti come quello che rimpiangeva la sua scelta, ripensava alle varie vicende divertenti trascorse con Mina, con Sero, con Denki... ai caldi pomeriggi dove andarsi a mangiare un gelato fresco o farsi un bagno era semplicemente la quotidianità.
Ora che ci pensava, da quanto non vedeva un negozio? O un'altra persona al di fuori di quello sgangherato gruppetto di villains?

Si sedette sul letto e si prese il volto fra le mani, lentamente il respiro tornò regolare e la rabbia sembrò scomparire piano piano.
Alzò lo sguardo e un'idea malsana le balenò per la testa: si avvicinò alla scrivania ed aprì la finestra sopra di essa, come quasi tutti i giorni il cielo era grigio, tuttavia la leggera aria che tirava era mite e avvolse il viso di Mia con dolcezza. Si affacciò e guardò verso il basso, si aspettava un'altezza discreta ed invece il terreno sembrava essere ad un cielo di distanza, deglutì e ringraziò per non soffrire di vertigini, ringraziò anche sua zia per averla cresciuta facendole vedere 'la bella e la bestia'.
Era un piano folle, certo, ma non aveva alternative e doveva approfittare di quel momento poiché aveva l'adrenalina a mille.
Prese da un cassetto una felpa nera con tanto di cappuccio e la indossò, successivamente svuotò l'intero mobile ed iniziò ad intrecciare fra loro i vari abiti così da ottenere una lunga corda; più e più volte controllò che fossero saldamente unite ma non sapeva se avrebbero retto il suo peso, con Bella l'avevano fatto, poteva solo sperare che una cosa del genere fosse verosimile.

Non seppe quanto tempo passò. Prima di agganciare la corda alla finestra controllò che non ci fosse effettivamente nessuno nei paraggi, dopodiché raccolse tutto il coraggio che possedeva e si lanciò aggrappata a quei panni legati alla meno peggio, si costrinse a non guardare verso il basso mentre la forza di gravità la attirava a se.
Si sentiva le mani andare a fuoco mentre strisciavano sui vari tessuti, le sue gambe avrebbero potuto cedere da un momento all'altro facendola spiaccicare per terra. Incredibilmente notò che la finestra dalla quale si era buttata si faceva sempre più lontana e quando i suoi piedi sfiorarono terra quasi non ci credette.
Si disse di non urlare quando osservò i suoi palmi graffiati e rossi. Cosa aveva intenzione di fare ora? Non sapeva come muoversi in quella giungla
"...ho detto che puoi credermi, ti ho forse mai mentito? E poi, perché io dovrei passare dalla parte di Endeavor?" Mia sentì e ovviamente riconobbe quella voce, a quanto pare doveva essere passato molto tempo se Dabi e Shigaraki erano già di ritorno, ovunque fossero andati, lei intanto rimase nascosta dietro un'angolo senza fiatare
"Vedremo" disse il capo dei villans con la sua mostruosa voce, la ragazza sentì Dabi imprecare dopodiché il silenzio.

Tanto per essere sicura che fossero entrati fece passare un altro po' di tempo, ma non troppo o Dabi, entrando in camera, si sarebbe accorto della sua fuga.
Mia si coprì la testa col cappuccio e trasse un respiro profondo, avrebbe tanto voluto avere una sigaretta in quel momento. Quando svoltò a testa bassa l'angolo si scontrò con qualcuno, l'impatto fu così irruento da farla indietreggiare di qualche passo
"Cosa stai facendo?" Mia sgranò gli occhi e non ebbe il tempo di ribellarsi quando la forte mano di Dabi le afferrò la felpa per attirarla verso di lui
"Lasciami" riuscì a dire, ma quando alzò gli occhi per guardarlo in faccia il suo cuore saltò un battito vedendo com'era ridotto.
"No no no no" prese a dire cacciando indietro le lacrime e prendendo quel volto sfracellato nelle sue mani
"Chi ti ha ridotto così?" domandò preoccupata, Dabi non rispose poiché troppo concentrato ad osservare le mani sfregiate di Mia
"Cosa hai... aspetta, come sei riuscita ad uscire dall'edificio se non dalla porta?" si guardarono, sapevano di avere entrambi delle colpe e dei segreti, dei pensieri e delle emozioni particolari. Solo dopo pochi secondi in cui la ragazza potè vedere la mente del villain che cercava di trovare un senso a tutto ciò, questi capí.
"Stai scappando? Perché stai scappando?" Mia si sentì male dentro, lui la fissava facendola nuotare nei suoi occhi blu e mai lei era riuscita a resistere a quello sguardo, in quel momento voleva solo gettarsi fra le sue braccia e coccolarlo, curarlo e dirgli che andava tutto bene, che lei era lì e non l'avrebbe mai lasciato.

Ma la verità era che doveva prima vedere Mina, nonostante tutto non aveva perso di vista il suo obiettivo, anche se le piangeva il cuore.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la lucidità che assunsero gli occhi di Dabi, si riempirono di lacrime e Mia non ricordava l'ultima volta che aveva palesato così la sua vulnerabilità, forse non l'aveva nemmeno mai fatto.
"No amore mio, non sto andando via da te" la ragazza premeditò di azzardare a chiamarlo con quell'appellativo, con le sue sfregiate mani gli accarezzò le guance e a sua gran sorpresa Dabi non si infastidì sentendosi chiamare in quel modo
"Bene" riuscì a dire lui sforzandosi di non lasciare andare le lacrime. Mia sentì che il ragazzo la strinse ancora più a se prima di baciarle la fronte.

𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝑇𝑜𝑦 || DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora