CAPITOLO 17- Ostacoli nel viaggio

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Erano passati diversi giorni da quando avevano ricevuto la notizia della lettera da parte di Liv e ormai erano vicini a Ripon.
Si poteva addirittura intravedere le mura della cittadina stagliate contro il cielo azzurro e senza nuvole in lontananza.
La vegetazione intorno a loro era spoglia ma sotto ai loro piedi c'era una distesa verde di erba.
Il vento muoveva gli stendardi e riecheggiava negli scudi.
Le porte della cittadina erano aperte per il loro arrivo e alcuni guerrieri si trovavano già sulle guglie per osservare la situazione.
Tra loro c'era anche il padre di Liv, che scrutava oltre l'orizzonte, era ansioso e si grattava la testa.
Man mano che si avvicinarono alla strada principale, dopo aver varcato la porta, potè vedere che oltre agli uomini si erano affacciate delle donne dai balconi sporgenti.
Erano intente ad asciugare i panni, ma si fermarono subito quando li videro.
I bambini che stavano giocando con dei sassi alla sua destra li guardarono meravigliati.
Alcuni di loro corsero incontro al proprio padre, mentre altri rimasero immobili.
Igor si fece spazio tra la folla fino ad arrivare davanti ad Asger, che subito gli diede una pacca sulla spalla.
《Vedo che ti sei rimesso vecchio mio.》
Il consigliere fece un sorriso appena accennato e si guardò le mani agitato.
Un uomo si avvicinò da dietro e gli porse una lettera, poi si allontanò e Igor prese la parola.
《Ho avuto il tempo di riprendermi e sistemare le cose qui a Ripon, ma anche per pensare alla mia piccola a casa da quando è arrivata questa》gli porse il pezzo di carta aspettando una sua reazione.
Asger non esitò e la afferrò, poi ruppe il sigillo e estrasse la lettera.
Diede un'occhiata veloce e poi si soffermò di più sull'ultima parte.
《Riunisci il consiglio Igor, dobbiamo tornare a Kaupang il prima possibile.》
Senza aggiungere altro aumentò il passo, stava andando in direzione del palazzo.
Il consigliere anche se molto confuso lo seguì con alcuni uomini, tra di loro c'era pure Jonathan.
"Vorrei tanto saperne di più ma purtroppo dovrò aspettare. Potrei andare nella mia stanza a fare ricerche nel frattempo, dopotutto vorrei sapere se in qualche modo quel foglio che ho trovato, ha qualcosa a che fare con me oppure no."
Fece per girarsi verso il palazzo ma si ritrovò davanti Giselle, dietro di lei c'era Lionel.
Sembrava un po' spaesato, si guardava attorno, tutto era così nuovo per lui.
La ragazzina mise le braccia in avanti per farsi notare, poi alzò il tono della voce e indicò un punto li vicino.
《Possiamo andare a giocare con quei bambini? Ti prometto che torneremo tra un'oretta e faremo i bravi.》
Si girò verso di loro per vedere cosa stavano facendo, avevano preso dei piccoli dadi e li stavano tirando per vedere chi faceva il punteggio più alto.
《Va bene potete andare ma tra un'ora vi voglio trovare davanti alle scale del palazzo. Non tardate.》
Giselle le diede un abbraccio per ringraziarla e Lionel fece lo stesso.
Entrambi poi corsero verso il gruppetto e si presentarono.
I bambini non esitarono ad accoglierli così iniziarono a giocare.

Non ci mise molto ad arrivare nella sua stanza, quella che le aveva dato Asger una volta arrivati lì.
Spalancò la porta in legno e la richiuse alle sue spalle, poi girò la chiave per non far entrare nessun altro.
Si mise sul letto a sedere, prese la sua borsa e dentro essa, una volta ingrandita, cercò il foglio che aveva trovato in quella casa nel bosco.
Inoltre si mise anche alla ricerca del suo rivelatore d'impronte e comparatore di DNA, lo recuperò da una tasca di lato.
Esso era di metallo, nella parte superiore del dispositivo c'era un piccolo schermo, mentre nella parte inferiore c'erano dei pulsanti, oltre che una fessura dove infilare l'oggetto da rilevare e una per quello da comparare.
Strappò un suo capello e lo mise nella prima, poi il foglio nell'altra.
Questo per isolare le sue impronte e rilevare se ce ne fossero altre.
Azionò lo strumento con il pulsante rosso e aspettò qualche secondo.
Sullo schermo apparvero i risultati dell'analisi di comparazione: le sue erano in nero, però c'era anche una seconda impronta in blu.
Sul dispositivo comparve pure una scritta, la lesse con calma poi iniziò a ragionare sul significato.
"Qui dice che la richiesta d'aiuto proviene da un mio familiare stretto, visto che è simile al mio DNA, ma è impossibile allora che la data sia quella... qualcosa non torna.
Come è possibile tutto ciò?"
Appoggiò la mano destra sul mento e con la sinistra si arrotolò un ciuffo ribelle sul dito.
"Quel uomo che ho trovato morto lì dentro... cosa ci faceva? Potrebbe non essere collegato alla mia famiglia ed essere lì per caso. Questo non lo potrò più scoprire, ormai sono lontana da lì... ma resta pur sempre un mistero.
Inoltre penso che la mia collana sia in qualche modo legata pure allo zaffiro, considerando gli stendardi vicini e la luce blu della visione.
Forse devo trovare la seconda collana per capirci qualcosa in più, ma dove potrebbe essere? Di certo non in quella stanza, visto la mia ispezione scrupolosa."
La sua indagine fu interrotta dal suono delle campane, il loro rimbombo le fece tappare le orecchie e si alzò dal letto.
"Forse è meglio che vada a cercare i ragazzi, dovrebbero essere tornati adesso. Non li voglio far aspettare troppo."
Sistemò tutte le sue ricerche dentro la borsa, la rimpicciolì poi andò verso la porta, la riaprì con la chiave.

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