CAPITOLO 4- Il nuovo villaggio

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Asger era diventato re dei vichinghi, avendo sconfitto il re precedente a duello.
Era ormai passato qualche mese da quell'evento e lei era fiera di lui, ma c'era qualcosa dentro di sé che non le andava giù.
Ora che lui era una persona molto importante per il popolo, non avrebbe potuto stare con lei come faceva prima essendo più impegnato.
Stava per disperarsi al solo pensiero, si ripeteva di continuo "come farò senza di lui e i suoi allenamenti nella foresta."
Già aveva iniziato a trascorrere meno tempo con lei e questo le dispiaceva.
La sua disperazione però non durò molto, perché qualcuno bussò alla sua porta.
Andò ad aprire e si trovò davanti una guardia che le porse un messaggio.
Leggendo le poche righe capì che era un messaggio di Asger, le diceva che le stava venendo incontro.
Il suo tormento sparì con il messaggio e al suo posto fece spazio un bel sorriso, dopotutto poteva passare del tempo con lui.

Infatti come aveva preannunciato, Asger arrivò poco dopo, bussò e lei lo fece entrare nella stanza appena lo vide.
《Ho una proposta da farti... ma non so se accetterai, spero con tutto il mio cuore di si... vuoi venire con me?
Sai mi devo trasferire a Kaupang, come sai ora sono diventato un vero re, il capo di tutti i clan norreni e il mio villaggio sarà gestito da un altro capo.
Non voglio che rimani qui con lui, ti voglio al mio fianco. Sempre e comunque》si vedeva che si era preparato qualcosina per stupirla.
《Hai imparato la mia lingua sono davvero molto sorpresa... complimenti davvero, ma come hai fatto in così poco tempo.
Vabbè non mi stupisco così tanto perché anche io apprendo le cose in fretta.
Comunque a parte gli scherzi, verrei volentieri con te, anche perché mi piace vedere posti nuovi e conoscere nuove culture, ma non voglio disturbarti... avrai tanto da fare ora che sei re》esclamò sorpresa dell'invito, ma felice della sua proposta visto che non si aspettava un cambio d'ambiente proprio ora.
《Non mi disturvo... o si dice disturbi》rise guardandola negli occhi.
《Si dice disturbi, comunque quando partiamo? Hai già un'idea?》rise a sua volta, al suo modo impacciato di parlare.
《Anche subito se vuoi! Con te andrei anche in capo al mondo da quanto ci sto bene!》le sorrise, la prese per il polso e le si avvicinò in modo da stringerla a sé.
Le fece piacere che la voleva vicina, ma subito un pensiero veloce andò al suo futuro.
"La mia macchina del tempo è nella foresta qui vicino, l'ho lasciata lì.
La dovrò abbandonare per molto tempo se parto con lui, perché non posso certo portarla con me.
In ogni caso è rotta e non posso fare nulla per aggiustarla almeno per ora, tanto vale vivere la mia vita qui per un po'.
Poi a quanto so non è molto lontano da questo villaggio.
Potrei benissimo ritrovarla, inoltre ho pure messo il localizzatore, cosa può andare storto?
Essendo guasta non la possono usare, anche sapendo cosa fosse e come farla partire."
Si toccò una ciocca di capelli che aveva sul viso, la lisciò e la spostò all'indietro.
"Devo considerare anche il fatto che mi comincia a piacere il mondo vichingo e non voglio lasciare andare tutto proprio ora che mi trovo così bene in un posto."
Tutti i suoi timori sparirono: da quando era arrivata, aveva vissuto alcune esperienze, era cambiata.
Tutti i dubbi erano scomparsi con il tempo.
Infatti nel momento stesso in cui Asger le aveva confessato che la voleva con lui più spesso, le si erano illuminati gli occhi e dal momento in cui si era ambientata lì non voleva andarsene.
Si accorse che stava pensando troppo, come al solito e quindi torno in sé.
《Possiamo partire anche subito! Vado a prendere le mie cose però prima!》esclamò, poi si staccò da Asger, si girò e andò a prendere il suo unico bagaglio.
In pratica aveva solo la sua borsa, l'unico ricordo di casa, ma era troppo visibile nei grandi villaggi e in generale in questo mondo.
Così appena Asger la lasciò sola, in fretta ci cucì delle pellicce sopra per adattarlo all'epoca.

Dopo una quarantina di minuti era già tutto pronto: Asger si era portato alcuni uomini a lui più fidati, aveva fatto preparare un carro per loro e poi aveva fatto sistemare i rifornimenti e le armi sopra di esso.
Appena arrivò in cortile, si accorse che si era dimenticata qualcosa o meglio qualcuno, ma le venne subito in mente.
Non aveva salutato Liv, dopotutto era la sua unica amica lì.
Era stata il suo sostegno in tutto questo tempo e non voleva partire senza salutarla, allora si guardò intorno per cercarla.
Non la trovò da nessuna parte ed era strano perché era sempre fuori con gli altri guerrieri.
Poi ad un certo punto si avvicinò Asger da dietro e la toccò, vedendola in difficoltà si preoccupò per lei.
《Chi cerchi così assiduamente? Dobbiamo partire tra poco.》
《Sto cercando Liv, la vorrei salutare prima di partire. È mia amica ormai e vorrei salutarla almeno, non voglio andarmene così dal nulla, senza dirglielo.》
《Non lo sai... Liv viene con noi come suo padre, che di certo non la vuole lasciare da sola qui nel villaggio, soprattutto se c'è un altro capo. So bene che ci tieni molto alla sua presenza, per questo le ho permesso di venire con noi!》
Proprio in quel momento arrivò Liv, aveva in spalla una borsa, tutte le sue cose erano li dentro: da trucchi a pettini a vestiti e anche qualche piccola arma tipo coltelli, perché le armi vere e proprie le aveva prese suo padre.
《Liv, l'ho saputo ora! Vieni con noi, ne sono felicissima》le corse incontro per abbracciarla.
《Come potevo lasciarti da sola!》urlò Liv nel mezzo al cortile, mentre tutti si girarono a guardarle, lasciò cadere la borsa a terra per abbracciare la sua amica.
《Ragazze è ora di andare! Sbrigatevi sennò facciamo tardi》esclamò il padre di Liv guardandole accigliato e burbero.
《Certo padre, dai vieni saliamo sul carro Brynja!》
La prese per il braccio, come al suo solito, e la trascinò sopra al carro.
Il carro era di legno massiccio e poteva trasportare tre persone davanti, mentre dietro poteva contenere armi, cibo o oggetti personali.
Era salita in mezzo tra Liv e Asger, sul primo carro della fila, era quello riservato al re.
Asger le stava vicino vicino, anche un po' troppo per essere solo un semplice amico.
Forse non significava nulla, ma era agitata lo stesso.
Non era abituata a stagli così attaccata, non le dava noia, ma sentiva le gambe molli e le sembrava di stare in paradiso.
"Chissà forse mi sto innamorando di lui e questo è molto strano... di solito non provo emozioni particolari per un uomo."

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