CAPITOLO 19- Collana gemella

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Era passata una settimana da quando avevano respinto gli invasori da Kaupang e adesso era in camera di Liv.
Si guardò intorno per osservarla meglio.
La stanza era decorata con fiori colorati, essi si trovavano sul tavolino in legno, accanto c'erano tre coltelli di varie dimensioni.
Il letto della ragazza, sul quale erano sedute, era morbido questo grazie alla paglia al suo interno.
Sopra c'era una leggera coperta bianca e al lato era appoggiata una spada.
Non era cambiata dall'ultima volta che era stata lì, come se il tempo non fosse passato.
Liv la scosse dai suoi pensieri, mettendole una mano davanti al viso, la sventolò.
《Com'è l'Inghilterra allora? Raccontami tutto quanto. Sono curiosa di sapere cosa hai vissuto laggiù.》
Iniziò a narrare gli avvenimenti accaduti, trascurando alcuni dettagli legati alla sua collana e alla casa di legno.
"Meglio che non sappia del foglio che ho trovato, potrebbe farmi domande a cui non potrei rispondere. Inoltre questa cosa voglio risolverla da sola."

Liv, una volta che ebbe finito, rimase a bocca aperta.
《Accidenti vi siete cacciati in grossi guai, sono contenta però che siete riusciti a uscirne. Io al tuo posto sarei stata persa.》
Sorrise e alzò le spalle, poi la guardò negli occhi.
《Piuttosto te che mi dici? Che è successo in nostra assenza qui a Kaupang? Sono curiosa di sapere di più sulle shieldmaiden.》
Liv entusiasta batte le mani e iniziò a parlare.
《Poco tempo dopo che siete partiti, un gruppo di banditi ha cercato di attaccare il villaggio.
Per fortuna le difese hanno resistito e non sono riusciti ad entrare.
Dopo l'accaduto io e Hans abbiamo pensato per molto alla soluzione, siamo arrivati alla conclusione che non avendo uomini a disposizione, la nostra unica opzione rimaneva addestrare le donne rimaste.
Dal giorno seguente le abbiamo riunite e abbiamo dato loro la formazione necessaria.
Alcune di loro erano più dotate di altre all'inizio, ma con tanto impegno sono migliorate tutte.》
Riprese fiato, facendo un sospiro un po' più lungo del solito.
《Come sai poi abbiamo ricevuto un messaggio ricco di minacce da parte di Björn.
Da allora siamo stati tutti all'erta, abbiamo raddoppiato i controlli e vi abbiamo scritto in cerca d'aiuto.
Ho pregato tutte le sere per il vostro arrivo in tempo, gli dei mi hanno ascoltato.
Putroppo mi ero accorta di quella traditrice di Yrsa, ma non sono riuscita a suonare l'allarme in tempo, di questo mi pento ancora.》
Liv abbassò lo sguardo e si mise le mani sopra gli occhi.
《Hai fatto del tuo meglio per proteggere il villaggio, non ti frustrare per un piccolo errore.
L'importante è che li abbiamo respinti insieme, adesso guardiamo avanti.》
La ragazza alzò lo sguardo verso di lei e annuì.
《Hai proprio ragione, Brynja. Ti va di andare a vedere gli allenamenti delle shieldmaiden? Magari puoi insegnare qualcosa anche te, considerando la tua esperienza in battaglia.
Sarei contenta di farti diventare una di loro.
Sai ci vuole una prova per esserlo, devi affrontare tutte le altre in contemporanea. Io ci sono riuscita ma non è stato facile, mi hanno messo alle strette molte volte.》
Liv le mostrò il bracciale che aveva al polso.
Non ci aveva fatto caso prima, era composto da fili intrecciati tra loro, decorato con simboli runici.
Al lato aveva una pietra nera, non era grande ma nel complesso dava quel senso d'antico.
Si alzò dal letto e le tese la mano, la sua amica sapeva già la sua risposta senza bisogno di parlare.

Si avviarono verso il campo vicino alla spiaggia, non era ancora del tutto ricostruito dall'attacco ma era pur sempre un buon posto per allenarsi.
Al centro di esso c'era Hans, dietro di lui delle donne, avevano tutte la spada sguainata e stavano provando degli attacchi a gruppi di due.
Hans si avvicinò a loro con passi piccoli, appena le vide sorrise.
《Siete venute qui per guardare o per combattere? Sarò ben lieto di accogliervi nel gruppo in entrambi i casi.》
Liv prese la parola, anticipandola come faceva spesso.
《Ho portato qui Brynja. Vorrei che si unisse al gruppo se possibile.》
Appena l'amica ebbe finito di parlare, prese la parola.
《Mi è sembrata da subito una proposta interessante e ci terrei a farne parte. Mettimi alla prova Hans.》
Hans annuì, fece un cenno alle donne che stavano combattendo e queste si fermarono.
Si rivolse a loro, alzando la spada che aveva in mano e queste attirate da essa si misero in posizione d'attacco.
Hans le lanciò al volo una spada di legno, mentre le altre ne avevano una di ferro, oltre che uno scudo.
"Servirà a testare le mie abilità, mettermi in difficoltà e vedere come reagisco, devo rimanere concentrata."
La donna alla sua destra le corse incontro, seguita da quella dietro di lei.
Presero due direzioni opposte per sviare la sua difesa, lo capì così schivò il colpo della prima abbassandosi e arrivò alle spalle della seconda.
Mirò alla sua schiena e questa cadde a terra, le cascò l'arma.
Non perse tempo a prenderla e con uno scatto fu subito sulla prima che aveva attaccato.
Questa, non aspettandosi un attacco con due spade, restò per un attimo immobile poi alzò il braccio.
Colse l'occasione per puntarle entrambe al ventre, la ferì ma non in modo profondo giusto per rallentarla.
Altre tre arrivarono da dietro, non le vide subito e quella più bassa la fece inciampare.
A loro si unì quella a terra, che nel frattempo si era rialzata, la circondarono e tentarono il loro attacco.
Quella ferita se ne stava in disparte, non se la sentiva di continuare.
Quando furono sul punto di prenderla lei abbassò, rotolò di lato e si rimise subito in piedi.
Le corsero tutte incontro con le rispettive armi sguainate, la bruna puntava alla sua testa, mentre quella bionda al suo fianco.
Tutte e due avevano lasciato il volto scoperto così, appena le furono vicine puntò la sua arma lì.
Si arresero entrambe, però non era finita dato che le altre si coalizzarono per confonderla.
Si avvicinarono dalla sua sinistra, ruotò il busto e le notò.
Le studiò in pochi secondi, quella centrale aveva una ferita sul braccio, quella sulla destra invece ne aveva una sulla gamba.
Non ebbe modo di guardare l'ultima, osservò solo il suo scudo ma non si scoraggiò perché un'idea le balzò nella mente, impugnò la sua spada e aspettò il momento giusto.
Diede un calcio a quella sulla destra che si accasciò sul terreno per il dolore.
La sua compagna centrale adirata la colpì con la spada al fianco, strinse i denti, guardò in basso e si mise una mano sul taglio profondo.
Decisa a finire il prima possibile il combattimento, fece inciampare quella con lo scudo.
Questa atterrò di schiena ma non si arrese, si riunì ben presto alla sua compagna.
Accelerarono il passo, videro lo scudo volare nella loro direzione e cercarono di evitarlo ma una di loro fu colpita.
Corse fino ad arrivare davanti alla rossa in difesa di quella a terra, sferrò diversi colpi fino a sfiancarla.
La sua difesa si spostò sul busto, con la spada mirò alla testa e con il piede la pestò.
La ragazza sofferente non si accorse dell'arma alla sua gola, ma si arrese subito dopo.
Quella a terra non si muoveva, per sicurezza però puntò al volto senza colpirla, alzò le mani in segno di resa.

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