CAPITOLO 11- Libertà e dolore

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Lei e Jack non avevano trovato guardie per ora sul loro cammino, ma questa pace durò per poco.
Quando entrarono nei meandri più bassi del castello, più vicino ai prigionieri, nei sotterranei come aveva detto Jonathan, notarono che non c'erano torce lungo il percorso.
Il buio dominante sulle mura dello stretto corridoio, aveva un che di tetro, come la sua mente in quel istante.
I suoi occhi si stavano abituando piano piano all'oscurità, ma lei non poteva fare a meno di pensare al peggio.
Più si avvicinava ad Asger più l'ansia di vederlo cresceva e più la paura di non trovarlo lì aumentava.
Cosa avrebbe fatto e soprattutto come avrebbe reagito, se non ci fosse stato in quei sotterranei? Poteva essere davvero altrove?
Non aveva molto senso spostarlo, a meno che questa non fosse una trappola.
Ci pensò per qualche secondo, non le tornava ancora il fatto che non ci fossero guardie.
E se qualcuno li avesse avvertiti prima del loro arrivo? Ci potrebbe essere un infiltrato nel gruppo, dopotutto nei piani che avevano ideato con la vecchia banda ce n'era sempre uno... e se Jonathan avesse fatto la spia mentre era qui?
Scacciò via quel pensiero, visto che non lo poteva sapere, ma meglio stare sempre in guardia, per ogni possibile pericolo.

Proprio in quel momento infatti, a causa della sua distrazione, mentre scendevano una rampa di scale che portava chissà dove, sperava ai prigionieri, si sentì afferrare un braccio.
Si girò di scatto e vide che la guardia nemica stava cercando di prenderla da dietro.
Non fece in tempo a difendersi, anche stavolta titubò nell'attaccare, i ricordi le affollavano la mente.
Così Jack lo fece per lei, notando che c'era qualcuno si avvicinò al nemico, estrasse la spada e subito dopo uccise l'uomo con un colpo netto e ben mirato alla sua testa.
Adesso lei si sentiva un po' di impotenza addosso: stava evitando di pensarci, ma lei dopo l'ultima volta era ancora scossa.
Pensava di aver superato la morte del capo della banda, ma putroppo non era così, il suo allenamento costante che aveva fatto i giorni scorsi, era servito solo a rimandare il problema principale.
Voleva essere forte per la sua nuova banda, ma non lo era abbastanza, non era abituata a tutto questo.
Non sapeva cosa doveva fare dopo gli ultimi eventi che le erano capitati. Quando si concentrava sull'allenamento le passava tutto, ma quando era di fronte al vero pericolo, come ora.
La sua mente era nel caos e lei si era bloccata non sapendo se agire o meno.
Questo era un problema che doveva ancora risolvere e sperava che quando avrebbe visto Asger le sarebbe passato tutto.
Voleva che lui la vedesse per la prima volta, dopo tanto tempo lontani, come una donna forte non come una foglia che si spezza al minimo tocco e che ha bisogno della sua protezione.
Asger la doveva vedere come la ragazza che aveva lasciato in riva al mare, quella che stava per baciare e amava.
Era piena di insicurezze e dubbi adesso, la lontananza l'aveva trasformata e non sapeva se a lui sarebbe piaciuta ancora.

Nel frattempo sulle mura era in corso un bel massacro: i soldati di entrambi gli eserciti erano stati decimati, ma essendo di più, quelli dei re che attaccavano subirono meno danni.
Anche se il re dell'Anglia Orientale non era pronto alla battaglia aveva reagito abbastanza bene all'attacco, infatti aveva ordinato ai suoi uomini di retrocedere.
Appena gli altri due eserciti erano riusciti a distruggere le sue porte a nord e a est, ma dopo si difese con le trappole disseminate per le vie, che funzionarono, ma non per molto.
Infatti come previsto dal piano che avevano ideato, i soldati nemici si ritirarono ben presto, questo per difendere il castello dal nemico in arrivo.
Una buona parte della popolazione, che si trovava dentro le mura, era stata evacuata ed era stata riunita nel cortile del palazzo.
Ma quelli che non ce l'avevano fatta ad entrare erano rimasti uccisi sotto le macerie di case in fiamme oppure trafitti al cuore da qualche soldato mentre tentavano la fuga.
Nella parte del villaggio che aveva subito l'attacco, c'era ancora il caos: bambini che piangevano da ogni parte cercando i loro genitori, donne che venivano violentate da soldati senza ritegno o che venivano uccise davanti ai loro mariti.
Ciò accadde perché i soldati del re dell'Anglia Orientale, avevano lasciato da soli molti civili per salvare loro stessi da morte certa.
Ora era solo una gara a chi avrebbe conquistato per primo il potere tra i due re, uccidendo il re dell'Anglia Orientale per ottenerlo, entrambi stavano facendo di tutto per arrivare a sud, dove era situato il castello.

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