CAPITOLO 21- Assedio di Parigi

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Era distesa lungo l'argine del fiume, sentiva dolori ovunque soprattutto sulle ginocchia dato che era atterrata con esse.
Tentò di alzarsi ma ricadde subito in acqua, i suoi vestiti erano molli ormai ma non si diede per vinta.
Riprovò di nuovo e stavolta riuscì ad afferrare un ramo dell'albero più vicino, questo però le procurò un taglio dato che era scheggiato su quel lato.
Ignorò il dolore e cercó di tirarsi su con le forze che le erano rimaste.
Una volta raggiunta la riva, si guardò le mani erano sbuccicate: dalla sinistra le stava uscendo del sangue mentre dalla destra aveva un taglio profondo.
Sentì il liquido bagnare il braccio, strinse i denti per sopprimere l'agonia.
Strappò un lembo della veste e se lo legò intorno alla ferita per tamponarlo, lo stesso fece con le altre.
Pochi secondi dopo sentì un rumore dietro di lei, come dei legnetti che si spezzavano.
Si girò di scatto e notò una figura amica, infatti era Asger che era accorso appena aveva sentito l'urlo.
《Pensavi che fossi un bandito?》
Non rispose, la sua faccia aveva l'aria sconvolta, così il ragazzo si accovacciò vicino a lei.
Le mise una mano sul fianco e con l'altra sorresse le gambe, la tirò su fino a sollevarla.
Rimasero in silenzio per qualche istante, fino a quando un corvo giunse sull'albero sopra di loro e iniziò a gracchiare.
A quest'ultimo si unirono altri due subito dopo, notò che il primo aveva le ali ancora spiegate, nel suo becco teneva un lombrico e lo depositò sul ramo per mangiarlo.
Il secondo aveva una macchia rossa sul becco, non ne era sicura ma ipotizzò fosse sangue.
Non ebbe il tempo di guardare meglio dato che Asger si girò e quindi il movimento si ritorse su di lei.
Abbassò il volto e fissò le ferite, poi mosse qualche passo in avanti.
《Torniamo indietro al villaggio a medicarti come si deve, prima che si infettino.》
"Forse ha ragione, ma non posso andare via da qui senza sapere.
Voglio osservare più da vicino quell'oggetto."
《Non possiamo andarcene devo ispezionare una cosa prima.》
Il suo sguardo era dubbioso, stava pensando cosa fare.
《Mi spiace ma non possiamo rimanere, non metterò a rischio la tua vita. Il tuo accertamento dovrà aspettare.》
Detto questo non le diede modo di replicare, seguì il sentiero fino a dove l'aveva lasciato poco prima.
Asger diede una rapida occhiata alla legna impilata vicino ad un ascia, così le venne spontaneo fare altrettanto e lui lo notò.
《Ho finito di raccoglierla, tornerò dopo a prenderla o manderò qualcuno per farlo domani dato che sta facendo buio.》
La tensione era sempre più tangibile tra loro adesso, tanto che decise di tacere per non farlo innervosire di più.

Poco dopo furono alla capanna di Liv, Asger la posò a terra, anche se con il braccio sinistro la sorresse per non farle posare del tutto il peso e bussò sull'entrata in legno con l'altra mano.
Liv spalancò la porta, indossava una veste bianca che le arrivava fino al ginocchio, sopra di esso si stringeva una corda nera alla vita.
La ragazza scrutó prima Asger con aria truce e poi la ispezionò per capire cosa non andava.
《Oddio... che cosa è successo alle tue mani Brynja?》
Abbassó lo sguardo e vide che sulle pezze usate per tamponare il sangue si erano formate delle chiazze rosse.
《Sono cascata nel fiume, puoi aiutarmi a curare le ferite?》
Liv annuì e aiutò Asger a portarla sulla sedia in legno, vicino al tavolo dello stesso materiale.
《Vado a prendere le erbe curative e dei vestiti asciutti, torno subito.
Asger le puoi togliere il tessuto sopra mentre aspettate?》
《Certo, lo faccio subito.》
Liv imboccò il corridoio sulla destra e uscì dalla loro visuale.
Il focolare scoppiettava e rilasciava un leggero tepore nell'aria, le piccole fiamme danzavano tra loro e rendevano l'atmosfera piacevole.
"Non capisco proprio perché Asger è così arrabbiato e nervoso, forse è a causa di Sigmund e di quello che è successo prima."
《Possiamo parlare di cosa ti turba da qualche ora? Sono preoccupata e vorrei capire il motivo del tuo silenzio.》
Asger fece un sospiro profondo, poi si avvicinò a lei e si sedette. Le toccò la mano per scoprire la ferita, tutto in completo silenzio.
《Vuoi proprio sapere cosa ho? Bene te lo dico... sono teso a causa di quel ragazzo, Sigmund.
Non è la prima volta che lo trovo ad allenarsi con te e mi dà fastidio che si approfitti della mia assenza per avvicinarsi.
So che non mi apprezza molto, suo padre è morto con la testa su una picca in Inghilterra a causa mia, ma speravo di potermi riavvicinare a lui.
Forse si vuole vendicare in qualche modo facendomi ingelosire.》
Cercó il contatto con Asger per confortarlo in qualche modo, le loro mani si toccarono.
《Non credo sia quello il motivo, mi ha detto che vuole solo allenarsi e anche se fosse per altro, sappi che puoi avere fiducia in me. Ti assicuro che non ci sarà nulla tra noi.》
Asger sembrò tranquillizzarsi dopo averne parlato, infatti i suoi occhi si addolcirono e le sue braccia si rilassarono.
Liv interruppe la conversazione avvicinandosi a loro con le erbe, un mortaio e le mostrò dei vestiti asciutti.
《Credo di aver interrotto qualcosa di importante... comunque questi sono di mia madre, spero ti vadano bene. Dai fammi vedere le mani e vedo cosa posso fare.》
Asger si alzò dalla sedia per far posto alla ragazza, incrociò le braccia e aspettò.
Liv nel frattempo aveva cominciato a pestare i vegetali, che si erano frantumati fino a creare una densa sostanza verde.
Con un panno pulito poi Liv spanse sulle ferite il miscuglio e con un altro le coprì.
《Ti ringrazio molto Liv per avermi aiutato.》
Iniziò a tremare nonostante il calore emanato dal focolare, così si alzò e prese i vestiti che l'amica le aveva messo sul tavolo.
《Vado a cambiarmi, prima di prendere qualcosa a causa del freddo.》
I due ragazzi acconsentirono con la testa e Asger si rimise a sedere.

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