CAPITOLO 12- La quiete prima...

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La sua mano era ancora in quella del ragazzo, ancora era scossa dal bacio, tanto che con una mano toccò le labbra di lui delicatamente, le era piaciuto particolarmente stare per qualche minuto soli dopo quello che era successo.
All'improvviso sentì un ronzio nell'orecchio, si irrigidì.
Asger lo notò e le strinse la mano per farle sicurezza.
《Non avere paura è solo un'ape, stai ferma e andrà via da sola.》
Lei aveva sempre avuto il timore delle api, fin da piccola, quando una di queste aveva punto una sua compagna di scuola.
Si erano trasportate in un parco, vicino alla loro città e lì avevano osservato le specie in via d'estinzione.
Sentendo il ronzio nell'orecchio, questa ragazza si era spaventata e aveva agitato le braccia per allontanarla, così essa per difendersi l'aveva punta, una chiazza rossa si era formata sul suo braccio.
Cercò di stare immobile, memore della vecchia esperienza, ma questa non voleva andarsene, così fece un salto addosso al ragazzo, quando le si avvicinò di più.
Lui si mise a ridere, gli era mancata quella spensieratezza nell'ultimo periodo.
L'ape, noncurante di loro, volò via nel bosco, e la osservarono fino a quando non sparì dalla loro vista.
Notarono così la mancanza di persone, gli altri avevano proseguito lasciandoli soli, si dovevano muovere adesso perché sennò sarebbero rimasti indietro, non potevano certo rimanere lì nel mezzo al nulla, anche per quanto si fidasse di Asger.
Con la mente lucida riguardo al da farsi, si immerse nei suoi pensieri.
"Dobbiamo trovare un posto sicuro per rimettere in sesto l'esercito e ripartire per il prossimo villaggio. Sarà così la mia vita al fianco di Asger da oggi in poi.
Inoltre, tutti i nostri approvvigionamenti, che abbiamo portato per sostenere i soldati, sono stati distrutti nell'attacco nemico. Quindi dobbiamo trovare sia le cure per i feriti sia delle provviste. Devo comunicarlo immediatamente, non so dove pensano di andare, sarebbe meglio scoprirlo."
Guardò Asger per un istante e lui capì al volo, infatti le fece cenno di andare con la testa.

Videro tra le foglie, dei puntini neri in lontananza, mano a mano che si avvicinarono notarono che si trattava del loro esercito.
Asger le accennò che doveva parlare con i suoi uomini, ora che si era ripreso, così dopo poco la lasciò sola.
Così lei si avvicinò a Jonathan e la ragazzina, che era accanto a lui.
Quest'ultima teneva una mano sulla spalla dell'uomo, mentre l'altra dondolava leggermente ad ogni passo.
Notò che avevano costruito una piccola barella, fatta di rami trovati sul suolo, su di essa era poggiato il corpo di Jack, coperto da foglie verdeggianti.
Entrambi avevano deciso, prima della battaglia, di unirsi a lei dopo tutto quello che avevano passato, la consideravano ancora come il loro capo e credevano in lei, tanto da abbandonare quella che era stata la loro casa per anni e seguirla fino in Norvegia.
Vide che Jonathan aveva lo sguardo cupo, verso il basso, si percepiva la sua tristezza da lontano un miglio.
《Mi spiace moltissimo per Jack, so che eravate molto legati, me ne ha parlato lui quando era ancora qui con noi. Ha dato la sua vita per proteggermi, vorrei dargli una degna sepoltura, se sei d'accordo ovviamente.》
Lui, che fino ad allora non l'aveva neppure guardata, alzò gli occhi e si fermò sui suoi.
Fece per parlare, ma poi si fermò e guardò in alto cercando di vedere il cielo, il sole stava facendo capolino tra gli alberi ed emanava un certo calore.
《Spero che sia in un posto migliore. Nonostante la mia enorme perdita e il mio dolore, voglio commemorarlo lungo il fiume Ouse, era il suo ultimo desiderio. È qui vicino, quindi non allungheremo neanche la strada di molto, ti dispiacerebbe comunicarlo te al vichingo? Io non ce la faccio, mentalmente sono distrutto, a malapena riesco a parlarne.》
《Nessun problema, se va tutto bene entro stanotte lo piangeremo come si deve. Resisti fino al calar del sole, per il resto ci penso io.》
L'uomo annuì e lei aumentò il passo per raggiungere Asger, che ormai era in cima al gruppo.

Le foglie sotto di lei scricchiolavano al suo passaggio e il vento le scompigliava i suoi capelli, ancora sporchi di sangue, ma lei non si fermò.
Osservò l'uomo da dietro, un dettaglio però la colpì: i suoi lunghi capelli erano stati tagliati, adesso erano poco sotto le spalle, questo probabilmente era stata una conseguenza della tortura che aveva subito.
Le dispiaceva, perché sapeva che erano una cosa importante per lui, ma d'altronde non poteva farci nulla, solo stargli vicino.
Aveva pure evitato di parlarne e lei non aveva voluto forzarlo.
Lui si voltò proprio in quell'istante e la vide, incrociarono gli sguardi, quelli di lui si illuminarono debolmente e le guance di entrambi divennero rosse.
Un sorriso spuntò sulla faccia di lui e si avvicinò, lei fece altrettanto.
《Dove siamo diretti? Hai già deciso la nostra prossima meta?》chiese lei curiosa.
《Ho parlato ora con i miei uomini e gli ho comunicato la mia decisione di tornare a nord, lì c'è una piccola cittadina chiamata Ripon, il nostro insediamento, nonché la nostra unica speranza per riprenderci. È abbastanza distante da qui, ma piano piano ci arriveremo a piedi, contando i feriti però ci vorrà molto di più. In seguito, andremo a conquistare York per le sue ricchezze, essendo lì vicino non dovrebbe causarci molti problemi. Prima di tutto dobbiamo riposare, i miei uomini sono stremati e abbiamo bisogno di qualche mese di tempo per riprendere tutte le nostre forze. Inoltre dobbiamo piangere i morti, mi hanno detto che durante la mia tortura ne hanno impiccati alcuni per farmi parlare o per loro semplice divertimento, ma molti hanno perso la vita prima, durante la battaglia all'accampamento. Abbiamo perso molti dei nostri e io non sono riuscito a salvarli. Sono distrutto per questo, forse non sono stato un buon capo ultimamente... i miei uomini meritano di meglio》abbassò lo sguardo verso il terreno, poi chiuse gli occhi.
《Potremmo fermarci per dare una degna sepoltura all'unico corpo che abbiamo, il ragazzo ripreso lungo la risalita verso la luce. Se la merita, ha dato la vita per me e non solo, anche se non lo hai conosciuto ti assicuro che era una brava persona. Ispirerà i guerrieri rimasti a lottare per la vita, ne sono sicura, gli darà la forza necessaria. Ho notato, venendo da te, che molti di loro sono scoraggiati, potrebbe aiutarli una commemorazione. Il ragazzo aveva un ultimo desiderio, Jonathan me l'ha comunicato poco fa, ci condurrà lui al luogo. È di strada e ci vorranno solo poche ore, entro stasera potremmo partire per Ripon senza problemi.》
《Va bene, ci andremo. Lo comunicherò tra poco ai miei uomini, magari solleverà un po' il morale, che adesso è sotto terra》alzò il braccio e si toccò i capelli, il suo umore in quel momento cambiò radicalmente.
Lei si accorse di ciò e prese la parola titubante, anche se la spaventava sapere.
《Vuoi parlare di quello che è successo? Non hai avuto modo di farlo prima. Sono preoccupata per te, dopo quello che hai passato, non oso immaginare le sofferenze che hai subito.》
Attese qualche secondo in silenzio, poi lui fece un respiro profondo e ruppe l'atmosfera che si era creata.
《Ogni giorno sembrava l'ultimo lì dentro, la mia ancora che mi faceva rimanere lucido eri tu, sennò mi sarei subito perso nei meandri della mia mente, immerso in un vortice di dolore e soprattutto nel rimpianto. Pensavo al momento in cui ti avrei rivista e non speravo in altro, in ogni istante della mia prigionia. I miei torturatori cercavano di abbattere l'unico spiraglio di luce che avevo, ma non ci sono riusciti perché ho tenuto duro, fino a che non sei arrivata a salvarmi. Non voglio parlarti di quello che ho passato nei dettagli perché rimarresti scioccata. Quello che è importante è che sono qui ora e non ti lascerò.》si vedeva che non voleva piangere, ma una lacrima scese lo stesso sulla sua guancia, non voleva farsi vedere da lei in quello stato così abbassò la testa.
Lei gli asciugò con un dito la goccia, che era scivolata fino alla bocca tremante e poi gli strinse forte la mano, la mise sul suo cuore e sentì il suo battito.
Gli alzò il mento con delicatezza e gli sorrise, il tutto stando in completo silenzio, si sentiva solo il rumore dei passi trasportati dal vento.
A un certo punto un guerriero si avvicinò a loro, ma non osò parlare per non rovinare il momento.
Asger lo vide con un angolo degli occhi e gli fece un cenno.
《Capo, quale è la direzione da prendere? Gli uomini vorrebbero delle risposte e io sono venuto qui a nome di tutti loro》lo guardò dritto negli occhi, mentre diceva ciò.
《Andremo verso nord, ma prima faremo una tappa intermedia, qui in Anglia Orientale. Il fiume Ouse è qui vicino, faremo una breve sosta lì per questa notte e ci procureremo l'acqua necessaria per sostenere il lungo viaggio verso Ripon, inoltre lì seppelliremo i nostri morti. Puoi comunicarlo agli altri adesso.》
《Certo, lo faccio subito》si girò su sé stesso e andò immediatamente al gruppo più vicino a riferire la notizia.
Asger riprese la sua mano, che era rimasta lungo i fianchi e le fece intendere di camminare, tirandola giusto un pochino per farla muovere.

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