"Draco ed Harry sono dei ragazzi molto responsabili." Disse a quel punto Narcissa con un sorriso che però era notevolmente carico di angoscia allo stato puro.
"Sì, infatti." Sorrise a quel punto Lily. "Beh, cerchiamo di stare calmi ragazzi, non dobbiamo innervosirci."
"È molto difficile stare calmi Lily." Sospirò allora James. "Quel mostro non verrà mai dentro il college, di questo ne sono più che certo, ma sicuramente spererà che i ragazzi possano uscire per poterli attaccare."
"E questo va impedito!" Concluse allora Lucius.
"Sono d'accordo amore." Rispose allora James con un mezzo sorriso, in quanto in quel momento la tensione che aleggiava era forte.
Nel mentre i quattro adulti si stavano guardando con molta attenzione, pensando alla situazione e a come risolverla al più presto, assieme anche ai loro amici Remus e Sirius, i due bellissimi Draco ed Harry erano in compagnia dei loro amici, visto che il preside Albus Silente aveva appena finito di fare il suo discorso.
Tutto il college era rimasto completamente senza parole nel sapere che a Liverpool c'era un terribile, dannoso mostro, o forse più di uno che sterminava giovani coppie in momenti di amore.
"È assurdo." Commentò poco dopo la bella Ginny che aveva posato il braccio sul fianco di Luna, esattamente come lei totalmente sconvolta. "Non può essere vero. Poveri ragazzi, non se lo meritavano davvero!"
"Ma noi non possiamo fare nulla?" Domandò a quel punto Neville catturando lo sguardo di Dean e Seamus che in quel momento lo stavano guardando in silenzio.
"Restare qui." Rispose allora Harry con uno sguardo cupo, triste, corrucciato. "È l'unica soluzione che abbiamo per non rischiare la nostra vita. Giustamente il preside Silente e la McGonagall non vogliono tutto questo. Abbiamo però una possibilità, restare fuori il giorno, per svagarci un po', ma può essere comunque pericoloso adesso che ci penso."
"Pericoloso in che senso Harry?" Gli chiese allora il dolce Draco con uno sguardo decisamente attento.
"Beh, se uscissimo di giorno, questo assassino potrebbe vederci, interessarsi a noi. Dobbiamo impedirlo, no?"
"Ma non possiamo smettere di vivere!" Rispose allora Pansy con il cuore a mille, che non riusciva a calmarsi.
"Però Harry ha ragione Pans." Disse allora Hermione. "Non so se sarà una cosa che ci imporranno di qui a breve, ma credo che Harry abbia perfettamente ragione. Pensaci, il pericolo è davvero molto alto e giustamente noi studenti abbiamo tutto il diritto di non correre rischi, come anche i nostri insegnanti di non rischiare di finire in guai più grandi di loro!"
"Quindi che cosa dovremmo fare Mione? Restare qui dentro senza potere prendere un po' d'aria?! Mi dispiace tanto per te, per tutti voi, ma io non ci sto!"
Appena detto ciò, la ragazza scappò immediatamente verso la sua camera da letto ed Hermione a quel punto, non poté fare altro che rincorrerla.
"Pansy aspettami! Aspetta!"
Una volta che la Parkinson raggiunse la sua stanza, in un attimo la giovane ragazza, dai capelli mori e corti fino alle spalle, più o meno, si mise a piangere.
"Pansy calmati, ti prego."
"Vattene Hermione, voglio restare da sola!"
"Non ci penso proprio a lasciarti da sola e in queste condizioni. Sei sconvolta, basta guardarti e poi sono sicura che hai bisogno di parlare, di sfogarti con qualcuno ed io credo di essere la persona migliore."
"Sei cocciuta vedo..."
"Sì, ma è un mio pregio in questi casi."
"Forse hai ragione tu, su tutto."
Hermione sorrise soddisfatta.