UNDICI

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Un'altra settimana era iniziata ed io ero già esausta.

Raimondo mi aveva affidato un passo a due con Serena e nonostante adorassi la ragazza, non riuscivo proprio a sentirmi a mio agio sul palco con lei.

Se quella sarebbe stata la coreografia con cui mi sarei giocata l'entrata al Serale non sarei mai stata presa da Raimondo.

Ero totalmente nel pallone mentre Giulia ci correggeva.
Non riuscivo a starle dietro nonostante fossero cose facili per me che sulla tecnica,come diceva la maestra Celentano, ero impeccabile.

Eppure non riuscivo a fare le cose più elementari.

<<Vero hai bisogno di una pausa?>>
Mi chiese Giulia notando la mia confusione evidente.

Annuii, ringraziandola successivamente.

Uscii dalla sala a passo svelto entrando in sala relax dove incontrai un confuso Luigi e Albe ed Alex che parlavano tra di loro.

Al mio ingresso si voltarono tutti verso di me, ma io non degnai nessuno di uno sguardo, andai dritta verso il bagno e mi chiusi dentro.

Presi un lungo respiro chiudendo gli occhi.

Qualcuno bussò alla porta e sapevo con certezza essere Serena.

<<Vero vuoi dirmi che cosa non va? Sono giorni che non sei in te.>>

Aveva ragione ed odiavo ammetterlo.

Poggiai la mano sulla maniglia ma indugiai prima di aprirla rivelandomi alla ragazza.

Mi fece un lieve sorriso per farmi sapere che qualunque cosa le avessi detto lei ci sarebbe stata.

<<Perché l'ho fatto?>>
Chiesi con voce rassegnata.

Era la prima volta che ci ripensavo dopo settimane e non riuscivo a darmi una risposta.

Vidi la ragazza confusa ma la precedetti.

<<Perché l'ho baciato?>>
Chiesi implorando una risposta.

Vidi il suo volto addolcirsi.

<<Perché lo volevi.>>
Disse semplicemente.

<<E perché lo volevo?>>
Sembrava un discorso con una bambina di 4 anni.

<<Perché anche se non lo ammetterai, sai di provare ancora qualcosa per lui.>>
E aveva dannatamente ragione.

Provavo qualcosa per il ragazzo che non riuscivo ancora bene a definire ma provavo qualcosa.

E questo era già molto.

Mi sentivo svuotata, ogni volta che i suoi occhi si incastravano con i miei, come se potesse leggermi l'anima.
Mi veniva la pelle d'oca ogni volta che lo sentivo cantare.
Sentivo le farfalle nello stomaco quando lo vedevo ridere.

Non riuscivo più a capire come mi sentissi.

Non mi comprendevo più.

Avrei tanto voluto spegnermi per un po', peccato che non esistesse un pulsante per questo.

<<Non so cosa devo fare...>>
Dissi sinceramente.

<<Devi seguire questo.>>
Mi poggió una mano sul petto e in quel momento una lacrima mi bagnò la guancia.

Il mio cuore mi diceva di fare proprio quello che non volevo: andare da lui.

Qualche giorno prima gli avevo detto cose non proprio carine, ma le pensavo davvero.

Partirò da zero //Luigi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora