DICIOTTO

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Stavo percorrendo il tratto che mi separava dalla stazione e casa mia con un enorme valigia al seguito.

E non sapevo perché ma mi sentivo rinchiusa dentro una bolla.

Come se tutto quello che mi girava attorno non fosse reale.

Vedevo le famiglie andare a passeggio insieme, con un bel sorriso, con i figli che ridevano.
Sorrisi anche io.
Come contagiata da così tanta gioia.

Salii le scale del mio appartamento e bussai alla porta.

Dopo qualche secondo la porta si aprì.

<<Ciao tesoro!>>
Disse mia madre abbracciandomi.

<<Dov'è Teresa?>>
Le chiesi.

<<Sta dormendo. Oggi siamo state al parco giochi ed era stanca.>>

Sorrisi.

<<Hai cenato?>>
Chiese la donna davanti a me.

<<No, non ne ho avuto tempo.>>

Lei sorrise.

<<Per cena avevo preparato i tortellini con i pomodorini, ne andavi matta da bambina.>>

Radacchiai, mentre mia madre mi porgeva il piatto e una forchetta.

<<Anche tua figlia li adora.>>

<<Chissà da chi avrà preso?>>
Chiesi sarcastica.

<<Mangia e va a dormire, ci penso io alla bambina se si sveglia.>>

Ringraziai mia madre prima di lavare i piatti e farmi una bella doccia.

Una volta sotto le coperte però non riuscii a chiudere occhio.

Continuavo a pensare incessantemente a quello che era successo nelle ultime ore.

Sapevo bene che adesso sarebbe stato tutto diverso.

~•~

La mattina seguente venni svegliata dalla suoneria del mio telefono.

<<Pronto?>>
Risposi senza neanche guardare chi era stato a chiamarmi.

<<Torni a casa e non mi dici nulla?>>

Sorrisi.

<<Bea sono tornata tardi ed ero stanca, ti avrei scritto questa mattina.>>
Le spiegai.

<<Si certo.>>
Era rimasta la solita dalle medie. Era uguale, stessi capelli ricci a caschetto, occhiali rotondi, orecchini con un diamante a forma di stella e le unghie sempre, e dico sempre, colorante da smalto rosso.
Ero sicura che avesse anche le stesse abitudini.
Quando eravamo ragazzine andava a correre ogni mattina prima di scuola.

<<Piuttosto cosa ci fai in piedi alle 6 di domenica mattina?>>
Le chiesi sconvolta.

La domenica è sacra per me.

<<Sto andando a correre.>>
Come dicevo, sempre la solita.

<<Senti ti va se ci vediamo oggi?>>
Mi chiese.

<<Certo. Ti dispiace se porto anche Teresa? Non so a chi lasciarla.>>

<<Nessun problema, sai che adoro tua figlia.>>

~•~

E così quel pomeriggio mi ritrovai a camminare per le strede affolate di Milano verso casa di Beatrice.

Partirò da zero //Luigi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora