DODICI

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Quel giorno ero particolarmente felice.
Non ne conoscevo il motivo ma ero abbastanza sicura che fosse per il bel rapporto che si stava creando con un certo cantante.

Non negavo di avere ancora molta paura, ma quella sera, quelle parole mi avevano colpita, avevano parlato al mio cuore.

Ero tranquilla in sala a provare con Serena quando Albe e Luigi fecero il loro ingresso.

Come si sul dire, parli del diavolo e spuntano le corna.

Giulia era uscita da poco, dichiarando che la nostra lezione fisse finita ma noi avevamo deciso di continuare a provare per conto nostro.

Sicuramente Alberto si era preoccupato non vedendo tornare la sua ragazza e non mi stupivo di vederlo lì mentre stringeva Serena a se.

Ma non trovavo una riposta alla presenza di Luigi che mi si avvicinò tendendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi, che afferrai.

<<Cosa ci fate qui?>>
Chiesi al moro.

<<Non vedendovi tornare cominciavo a preoccuparmi così ho chiesto ad Albe di accompagnarmi.>>

Rimasi piacevolmente colpita dalle sue parole.
A quanto pareva le mie intuizioni erano sbagliate e non era stato Alberto ad implorate Luigi di venire a cercarci, bensì il contrario.

Sorrisi al pensiero.

E quel gesto non sfuggi al ragazzo difronte a me che sorrise a sua volta.

Sapeva cosa mi passava per la testa.

Incrociai lo sguardo di Serena che mi fece cenno che loro se ne stavano andando.
Annuii impercettibilmente.

<<Come procede la scrittura della nuova canzone?>>
Gli chiesi mentre iniziavo a camminare per la sala, riprovando qualche passo.

<<Molto bene.>>
Furono le sole parole che disse.
Mi voltai infatti verso di lui.

<<Tutto qui?>>

Lo vidi sorridere.

<<Cosa vuoi sapere di preciso?>>
Mi chiese lui questa volta.

In realtà mi prese abbastanza di sorpresa la sua domanda, perché non lo sapevo bene nemmeno io.

Notando il mio silenzio il ragazzo mi si avvicinò.

<<Sarebbe giusto dirti quel che sento>>
Iniziò a canticchiare.
<<Gridarti in faccia che non ti sopporto>>

Ridacchiai leggermente mentre il ragazzo afferrava le mie mani e iniziò a ondeggiare, portandomi con se, improvvisando un ballo.

Appoggiai la testa sul suo petto e mi lasciai cullare da lui nel silenzio assoluto.

Restammo così per quelle che mi parvero ore, quando lui mi disse dolcemente che aveva lezione.

<<Ti accompagno.>>
Dissi spontaneamente.

Il ragazzo intrecciò le dita della sua mano con le mie e insieme ci dirigemmo verso la sala numero 4.

***

Stavo stesa sul mio letto e osservavo il soffitto mentre Carola e Serena parlavano di non so cosa sedute sul letto di Alice, che si era sistemata in stanza con me.

Non le stavo ascoltando minimamente.
Avevo un chiodo fisso che non voleva lasciarmi.

Continuavo a pensare a lui, mi sentivo come un'adolescente alla sua prima cotta.
Non ero più una ragazzina, ero una donna...una mamma.
Ma questo non cambiava il fatto che Luigi era stato davvero il mio primo ragazzo.

Partirò da zero //Luigi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora