DOVREI PENSARCI

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Lara si perde guardandosi attorno. Gian l'ha portata al Clos Maggiore, uno dei più romantici ristoranti di Londra, influenzato dalle eleganti locande di campagna della Provenza e della Toscana, sembra un'oasi di tranquillità immersa nel cuore di un giardino coperto, che trasuda magia e romanticismo.

Ha prenotato un tavolo nella richiestissima serra invernale con tetto in vetro, dal quale ammirare le stelle, con fogliame e fiori che si arrampicano sopra la testa.

"Che meraviglia!"
"Non è niente in confronto a te!"
Le sussurra chinandosi al suo orecchio mentre attendono che il cameriere li accompagni al tavolo.

"Gian sei dolcissimo! Non sono abituata a tanta galanteria. È un modo iniziale per conquistarmi o sei così di natura?"
"La donna va sempre trattata con i guanti, se poi è la mia, deve aspettarsi attenzioni particolari. Perciò bambolina abituati! Io non mi accontento mai di poco, e se voglio tanto da te, devo fare in modo che tu non possa fare a meno di me!"

Lara rimane senza fiato, il cuore batte all'impazzata, sembra avere una tempesta in corpo, mai provato un sentimento così forte. È sicura, lo ama, e lo desidera in modo vergognoso.

Ogni volta che lo guarda le sembra sempre più bello, il suo corpo sembra dirle: prendimi, sono tuo! Trasuda sensualità da far accapponare la pelle, sente i brividi percorrerle tutto il corpo, ed è una sensazione fantastica.

Il loro tavolo giova di una particolare intimità, si fanno deliziare inoltre da una cucina superlativa dall'accento francese ricca di sfumature mediterranee, nonostante si trovino nel cuore di Londra.

Gian non smette di farle complimenti e di spogliarla con gli occhi, ma non la bacia nemmeno una volta, parlano molto, si conoscono ed scoprono di avere molto in comune. Un punto sicuramente a favore della buona riuscita nel loro nuovo rapporto, che al momento potrebbe sembrare pienamente carnale colto dalla novità del desiderio.

"Sei felice Lara?"
Gian si ferma in mezzo al marciapiede ignorando i passanti che affollano St. James's street, e la stringa a sé, nonostante stessero camminando mano nella mano, sin dall'uscita del ristorante in cui hanno cenato.
Cerca i suoi occhi azzurri, le scosta la frangia e lei gli sorride e acconsente con un piccolo cenno di testa.

"Lo sarei molto di più se mi baciassi!"
Gian si china, appoggia la fronte alla sua e quasi sfiorando la sua bocca la stuzzica.

"Hai troppa fretta bambolina!"
Si passa la lingua sul labbro e si raddrizza lasciandola insoddisfatta.

"Perché mi stai punendo?"
"Non ti sto punendo. Ti sto preservando!
Non riuscirei a fermarmi, perciò, devi aspettare fino in hotel!"
La avvisa alzando un sopracciglio in modo piuttosto libidinoso.

"È un bacio che chiedo, nulla di indecente!"
"Sicura? Quale tua parte sta parlando? Quella angelica o quella peccaminosa?"

Lei lo scruta dal viso al petto per più volte, molti pensieri immorali le rimbalzano nella mente e deglutisce e si scioglie dall'abbraccio.
"Andiamo?"

Una volta aperta la porta della camera i giochi cambiano, Lara non riesce nemmeno ad appoggiare la pochette sulla console, che Gian la afferra bloccandola contro la porta, la guarda intensamente e abbassando la testa alla sua altezza, si fionda sulle sue adorabili labbra, inizia con un semplice bacio delicato, per poi cercare accesso con la lingua alla sua bocca, una mano le accarezza il viso e l'altra vaga esperta sulla camicia di seta strizzando un seno. Un brivido si fa strada sulla sua schiena facendole tremare le gambe al punto da faticare a sorreggersi, e per fortuna lui la solleva reggendola con le mani sotto quel fantastico fondoschiena che si ritrova.

"Sei pronto per la sorpresa bambolina?"
"Di cosa si tratta?"
"Voglio amarti a tal punto che domani godrai solo a ripensarci!"

Lara gli morde un labbro scatenando in lui ancor più desiderio.

L'AMICA FIDANZATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora