Capitolo 16

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Vito POV.


Il telefono che squilla interrompe a metà il mio discorso. Lo prendo dalla tasca, corrugando la fronte al numero sconosciuto. Questo è il mio numero personale che in pochi hanno e quei pochi sono membri della mia famiglia. Decido di aprire il messaggio ed il sangue mi si gela nelle vene alla vista della foto. Stringo il telefono così forte che se non fosse in vetro temprato e di ultima generazione sicuramente lo avrei rotto.

Quel bastardo! Maledetto bastardo! Come ha osato mettere le mani addosso a mia sorella? È un uomo morto.

Esco dalla stanza come una furia, urlando il nome di Andrea sino a quando non lo vedo arrivare, trafelato.

- Che cosa è accaduto? – Chiede allarmato.

- Andiamo in Messico – Ringhio respirando a fatica dalla collera.

Aggrotta la fronte.

- Che cosa è successo? Perché dobbiamo andare in Messico? –

- Perché devo uccidere un bastardo! –

- Ginevra è in Messico- Mormora mettendo insieme i pezzi del puzzle.

- Esatto. E quel bastardo è un uomo morto! Prepara una squadra. Non rimarrà in piedi neanche un mattone quando avrò finito con quel ... –

- Bastardo? –

Socchiudo gli occhi.

- Cosa ci trovi di divertente in questa situazione? Quel bastardo tiene prigioniera mia sorella ed io intendo liberarla! -

- Mi pare che sia stata lei ad accettare di essere sua "prigioniera" per un anno. O no? –

- Sapevo che non era una buona idea. Avrei dovuto impedirle di partire! Quel figlio di puttana può dire addio ai suoi gioielli. Voglio una squadra, i migliori. Tiratori scelti che circondino il luogo dove la tiene prigioniera, picchiatori e...-

- E niente. Nessuno degli uomini lascerà questa casa sino a quando non mi avrai spiegato che cosa diamine sta accadendo-

La voce di mia madre mi fa voltare di scatto. Incontro il suo sguardo severo e faccio una smorfia.

- Mamma non è il momento giusto. Ho un'operazione di organizzare e... -

- Vito Alessandro Bellomo, non ti azzardare ad usare quel tono con me! –

Sgrano gli occhi.

Socchiude gli occhi, mettendosi le mani ai fianchi. In questo momento capisco perché tutti la temano. Ha un'aria minacciosa in un metro e sessanta di altezza.

Deglutisco.

- Devo andare a salvare Ginevra. Quel bastardo la tiene prigioniera-

Fa una smorfia.

- Mi pare che avessi accettato di restarne fuori –

- Non posso. Non quando viene violentata! -

Aggrotta la fronte.

- Che prove hai? –

Le mostro il telefono. Guarda attentamente la foto, per poi leggere il messaggio d'aiuto che lo accompagna.

- Vedi? Devo intervenire. Ringraziando Dio l'anello che porta al dito è un tracker. So esattamente dove si trova. Non sarà difficile portarla fuori di lì –

-E nel frattempo scatenare una guerra con il cartello –

- Non mi importa. Devo recuperare Ginevra-

- Ascoltami bene ragazzo. Non ti ho dato in mano l'eredità di tuo padre per cui ho tanto combattuto per poi fartela gettare nella pattumiera. Devi agire con tatto e diplomazia, cosa difficile visto che tu non sai neanche il loro significato –

HIS  for a year (MAFIA SERIES 5) CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora