11- Insonnia

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*Un mese dopo*

Di Loki non avevamo notizie, sembrava solo un falso allarme e fortunatamente non avevamo combattuto. Io e Jason continuavamo a vederci ogni giorno. Era ufficiale, ero la sua ragazza. Uscivamo sempre, lui ovviamente studiava e lavorava, ma questo non gli ha impedito di vederci ogni giorno, dopo il lavoro lo raggiungevo al bar e quando aveva le pause parlavamo di cosa fare, appena lui finiva di lavorare andavamo o a casa sua o in qualche ristorante nuovo o al cinema e a volte finivamo persino a mangiare un panino e fare una passeggiata nel parco vicino casa sua, dopo salivamo nel suo appartamento e inventavamo qualcosa da fare. Con Steve ero riuscita a recuperare i rapporti, ma non erano perfetti. Io e Natasha eravamo le classiche migliori amiche che non potevano fare a meno l'una dell'altra, ogni sera dopo essere uscita con Jason le raccontavo ogni dettaglio. Per quanto riguarda Fury e me, non c'è molto da dire, riusciva sempre a contattarmi, ogni giorno, solo per sapere come stavo. Non mi era mai accaduto, non da parte sua. Ultimamente sembrava molto presente, più di quanto lo è mai stato e per me andava bene, ma c'era qualcosa che non andava. Non era da Nick tutto questo. Potevo essere io paranoica o potevo solo avere ragione. May era partita con Coulson in missione, era lì da più di una settimana. Ero certa che tra quei due ci fosse una speciale intesa, come la chiama May. Mi mancava, dopotutto mi ha cresciuta lei... in parte ovviamente. Thor era tornato su Asgard e Tony continuava a sostenere che al posto di gestire una squadra di eroi gestiva un B&B per motociclisti, cosa che mi faceva ridere, perché mentre pronunciava quelle parole era arrabbiatissimo. Tornavo ogni fine settimana dagli zii, anche solo per un pranzo o per una cena. Era bello fare parte della famiglia, o meglio direi, ritornarci a farne parte. Di solito non li vedevo sempre, mi ricordavano i vecchi tempi. Quando a cena dopo una giornata di lavoro i miei genitori si sedevano e mi chiedevano come fosse andata la giornata. E questo faceva male. Molto. 

So che non dovevo pensare al passato. Insomma, avevo tutto quello che volevo. Amici, una famiglia, un ragazzo, un lavoro, stabilità economica. Ma non era abbastanza, volevo la verità, quella che mi fu' sottratta quando ero bambina, quella che non hanno mai avuto coraggio di dirmi. Volevo sapere chi avesse ucciso i miei genitori, come erano morti ma soprattutto perché

Quelle domande mi tormentavano ogni notte. Prima di chiudere gli occhi, da quando Fury mi disse che non erano morti in missione. Cosa accadde quella notte? 

Decisi di indagare da sola, senza dire nulla a nessuno, nella mia camera decisi di allestire una lavagna trasparente, di quelle che si può scriverci sopra con un pennarello, con tutti gli indizi che avevo sui miei genitori. Avevo tutte le loro missioni sottomano e ogni possibile nemico che aveva il potenziale di esserlo. Compreso mio zio. Durante le cene con gli zii riuscivo sempre a farmi raccontare qualcosa su di lui, non molto, ma qualcosa. Dopotutto lo ritenevano un figlio, una specie di fratello per mio padre, prima di tradire lo SHIELD e prima che io potessi nascere. Lui c'era perché avevo questo strano sesto senso che mi diceva che lo aveva fatto per ripicca. Ma era solo un ipotesi. Una sera stavo esaminando quella lavagna e mi accorsi che il campo dei sospettati si restringeva sempre di più. Rimasero solo tre nomi. 

-Grayson Anderson. 

-Walter Jones. 

-Elia Clarke. 

Presi il mio computer ed entrai nei file dello SHIELD, cercai informazioni su Grayson. Stavo leggendo tutto quello che c'era scritto sul suo conto.

Grayson Anderson: mercenario di armi, ex capo di un agenzia di prodotti agricoli in Sokovia. Un metro e ottanta, capelli castani, occhi verdi. Deceduto nel 1997 .

Tre anni prima della mia nascita, ciò lo eliminava dalla lista. 

Walter Jones: socio in affari con l'hydra, spia nello SHIELD, assassino di 60 uomini, capelli neri, occhi marroni, attualmente in una prigione per "dotati". 

Cos'erano i "dotati"? Non avevo mai sentito quel termine prima di quella sera. Ero confusa ed ero anche stanca. Esausta. Avevo la testa che mia stava scoppiando. L'ultima cosa che riuscivo a ricordare era che leggevo che i dotati erano persone con abilità speciali. Poteri. Minacce di origine superumana. Dopo mentre provavo ad accedere ad un file allegato a quello che stavo leggendo mi apparse la classica notifica che appare ad un agente di quando non può accedere a determinate informazioni se non è del grado richiesto. La politica dello SHIELD era complessa e ferrea. E a volte non sopportavo le loro regole. Ma se non le rispettassi come farei a essere un esempio per le persone. Mi addormentai sulla scrivania mentre leggevo il file di Jones e dei dotati. Dopotutto erano le tre di notte. 

Angels could be bad // Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora