𝗰𝗲𝗮𝗻𝗻-𝘀𝗻𝗮𝗼𝗶𝗱

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Quando ci incamminiamo finalmente la mattina dopo, sono definitivamente, sicuramente molto, molto più in pace con me stesso.

Il Sole splende, l'aria profuma dell'erba dei prati che ci circondano, non ci sono rumori fastidiosi, persone che urlano o che mi fanno sentire compresso, solo il risuonare secco delle foglie e il vento che fischia saltuariamente contro le mie orecchie.

Il mio corpo è più tranquillo, più forte di ieri, l'ansia non mi si attorciglia attorno alle viscere come un'edera rampicante, il mio cuore pesa di meno, le gambe camminano senza rimandarmi dolore in alcun punto.

Sto meglio.

Sto bene.

Sono... sereno.

Ci sono piccole casette e piccoli rivoli di fumo in lontananza, la mia mano pende nell'aria collegata e intrecciata alle dita di qualcuno che mi fa sentire al sicuro, Tobio ci precede con l'andatura più sicura e meno distrutta, c'è silenzio.

Respirare mi sembra più facile.

Soffrire mi sembra un ricordo lontano.

Mi formicola la pelle all'idea di quello che è successo ieri sera.

Iwa-chan mi trascina un po' quando rallento, ma sorride ogni volta che lo guardo. Non in modo pieno e sfrontato, appena appena. Tira su gli angoli della bocca, come a dirmi che va tutto bene, che andrà tutto bene, che stiamo bene.

Non so quando ho capito che cosa fosse quel che provo per lui.

So che però, non c'è nessun modo in cui vorrei o potrei tornare indietro.

Sospiro piano nell'aria frizzante del mattino, aumento un po' il passo per stargli vicino spalla contro spalla, mi piego appena verso di lui e lo sento girare il capo per stamparmi un bacio sul lato del viso, fra lo zigomo e la tempia.

Sorrido nella luce del mattino.

Credo che questo sia quello che in tutta la vita ho sempre voluto, anche quando non sapevo di volerlo.

Pace, serenità.

Amore.

Amore e nient'altro, anche se non glielo voglio dire.

Perché è esattamente questo che nel mio cuore c'è adesso, e anche se non so quando tirerò fuori quelle parole, anche se non so se risponderà "anch'io", anche se non so nulla.

Ma so e credo che non sia il momento questo, di dirlo, perché non si traggono mai le conclusioni alla partenza, ma solo alla fine di qualsiasi viaggio uno abbia deciso d'intraprendere.

Quindi mi sciolgo un po' addosso al suo fianco, aspetto che sleghi le dita dalle mie per stringermi una spalla e mi godo il calore del suo corpo sul mio.

Sembra così minaccioso, da fuori.

Sembra cattivo, sembra rigido e spaventoso, violento, rude.

Ma non ho mai incontrato qualcuno che sotto tutta quella coltre di parole crudeli fosse così dolce e premuroso, con me.

Ci tiene.

Lui... ci tiene.

E ci tengo anch'io, molto più di quello che onestamente do a vedere.

Sposto il viso verso il suo, incontro le sue labbra a metà strada e sorrido nel bacio, perché posso, voglio e devo farlo, fa ormai parte di me.

Chissà cosa sarebbe successo se mi fossi sposato.

scottish sithe || iwaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora