𝗺𝗶𝘀𝗲𝗮𝗻

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La mia faccia si schianta contro il suolo.

Mi sento tirare indietro dai capelli, il dolore non è lancinante, ma punge esattamente sul retro nella mia testa come se qualcuno ci avesse conficcato dentro uno spillo.

Ho giusto il tempo di respirare, prima di tornare con la faccia contro il suolo.

Merda, lo stronzo ha continuato ad allenarsi, eh? Speravo dalla mia che questi vent'anni di fermo l'avessero indebolito o, che so, quantomeno addolcito, ma pare che questo non sia successo e pare che sicuramente non provi alcun tipo di tenerezza nei miei confronti.

Mi sbatte la testa per terra una, due, tre volte.

Alla quarta pianto l'avambraccio fra la mia spalla e il suolo, fletto il muscolo, sento il mio corpo irrigidirsi.

Crede di potermi fare quello che vuole?

Non c'è mai riuscito in quarant'anni di amicizia, non ci riuscirà ora, non credo proprio che glielo permetterò.

Faccio leva sulla mano aperta.

Mi ribalto al contrario e apro una gamba perché lo colpisca esattamente sulla vita, come mi ritrovo col culo per terra ci si ritrova anche lui, e lo vedo imprecare sottovoce per la violenza del movimento.

Nessuno dei due è mai stato un gran comunicatore.

Non siamo mai stati bravi a parole.

Siamo persone pragmatiche, siamo soldati, non siamo poeti o oratori o chissà cos'altro.

Questa è l'unica lingua che siamo davvero bravi a parlare e l'unica che comprendiamo reciprocamente nelle intenzioni e nei modi di fare.

Nessun discorso per me e Daichi sarà mai come questo.

Nessun discorso, dall'altra, sarà mai così...

Doloroso.

C'è una frazione di secondo in cui nessuno dei due si muove.

Quello dopo tutti e due ci stiamo lanciando verso l'altro allo stesso modo, quello dopo ricominciamo a parlare in quest'unico modo che per noi è tanto familiare, tanto comprensibile.

Arrivo prima io.

Sono sempre stato più veloce di Daichi, non di tanto, quel po' che basta perché riesca ad avere la meglio in un confronto del genere.

Gli atterro addosso, lo spingo indietro con il peso del mio corpo, ci ritroviamo buttati uno sull'altro.

Prova a ribellarsi, ci prova, davvero, ma non ci riesce.

Sistemo le cosce ai lati del suo corpo per permettermi di torreggiare sopra di lui, stringo la mano, le mie nocche gli atterrano sulla faccia.

Non avendo sangue magico, Daichi guarisce più lentamente di me.

Non so bene come funzioni questa cosa con la storia del matrimonio elfico, sinceramente, una parte di me spera che lo avvantaggi in qualche modo nella guarigione, l'altra però preferirebbe che non avesse acquisito caratteristiche magiche, perché vorrei che fosse ancora come quando l'ho conosciuto, anche se so perfettamente che non può essere così.

scottish sithe || iwaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora