𝗯𝗮𝗴𝗮𝗶𝗿𝘁𝗲𝗮𝗰𝗵

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– Iwa-chan, smetti di tirarmi, mi fai male. –

– Sei tu che cammini lento. –

– Sei tu che mi hai distrutto le gambe. –

Mi giro appoggiando il mento sopra la spalla, verso Tooru.

Ha... l'espressione da principino viziato. Quella un po' ironica, un po' sarcastica, un po' infastidita. Quella che sembra dirti "mi stai facendo perdere tempo" e "non capisco come tu possa contraddirmi" insieme, quella che ha di norma in viso.

È carina.

È tenera.

So che è strano che io lo pensi perché ho sempre detto che le persone viziate mi danno fastidio, ma... lui è Tooru, lui è totalmente un discorso a parte.

Mi fermo.

– Vuoi che ti porti? –

– Sarebbe meraviglioso ma sarebbe imbarazzante. –

– Allora come facciamo? –

Lascio andare il suo polso che stavo trascinando con me e gli appoggio la mano sulla spalla. Stringo piano, massaggio delicatamente i muscoli.

– Vai a cercare una carriola, caricami su e portami là. Che dici, come ti sembra? –

– Credo che sia ancora più imbarazzante che farti portare da me, Tooru. –

– Tu credi? –

Alzo le spalle.

– Un po'. –

– Merda. –

Mi giro dalla sua parte.

È sera, il villaggio ha ricominciato a vivere ma non c'è molta gente in giro. Di solito il giorno dopo i Riti i lupi stanno a casa, a prendersi cura gli uni degli altri, è raro che escano e scorrazzino in giro come me e Tooru. Però ho valutato che questa fosse l'opzione migliore, e per quanto mi dispiaccia che Tooru sia stanco sono fermamente convinto che non ci sia momento più adatto.

Sono terrorizzato.

È da stamattina che sono terrorizzato.

Perché io non voglio... che me lo portino via. Lo so che non è un oggetto, lo so che non è mio, che non mi appartiene, che non è costretto a stare con me. Ma... lui vuole stare con me. Me l'ha detto lui, che vuole rimanere con me.

Quindi...

Mi abbasso per infilare una mano sul retro delle sue ginocchia, quando lo tiro su si sbilancia e cade fra le mie braccia.

– Questa è la cosa migliore che possiamo fare, tanto non c'è nessuno per strada. – borbotto, guardandolo sistemarsi contro il mio petto con le guance che si scuriscono.

– Portarmi in giro come se fossi una principessa è la cosa migliore che possiamo fare? Davvero? –

Ricomincio a camminare e mi viene istintivo sorridere.

– Lo è. Così non ti lagni che ti fanno male le gambe e possiamo camminare ad una velocità umana. –

– Lo dici come se fosse colpa mia se non riesco a camminare. –

Mi piego dalla sua parte, gli stampo un bacio sulla fronte e rido piano prima di allontanarmi dal suo viso.

– È metà colpa tua e metà colpa mia. Metà colpa tua perché hai la resistenza fisica di un cadavere, metà colpa mia perché forse io ne ho un po' troppa. –

scottish sithe || iwaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora