➥✱ TW :: f* word (ho deciso di introdurre questo trigger warning perchè credo che sia qualcosa su cui bisogni essere avvisati. io faccio parte della comunità e dovrebbe essere uno slur che posso utilizzare, ma a prescindere da questo può darsi che dia fastidio e ho scelto d'ora in poi di segnalarlo. cercherò nei prossimi giorni di aggiungerlo nelle varie storie dove ce n'è menzione, anche se non sono tante)
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Mi tremano le gambe.
Ho le ginocchia che sembrano di burro, mi fanno male i muscoli delle cosce, fa freddo, ho sonno, sono stanco.
Il vento mi colpisce la faccia come se mi stesse tirando uno schiaffo, la sciarpa tirata su attorno al collo non fa molto per aiutare.
Gli occhiali si appannano ad ogni respiro, il cuore mi pesa nella cassa toracica, si spezza e rompe in mille pezzi.
Che cosa facevo, io, ieri sera?
Io...
Bokuto è di fronte a me, chinato al posto mio, l'espressione non tanto più felice della mia, vedo la sua nuca da qui.
L'ho accompagnato velocemente a casa, questa mattina, ci ha messo cinque minuti a salire e cambiarsi, la doccia se l'è fatta da me. Ha smesso di sorridere come ho smesso di sorridere io, qualche ora fa, quando i nostri cellulari sono squillati in contemporanea.
Mi stringo nelle spalle, le punte delle dita spuntano dai guanti mezzi tagliati che porto, fisso il cemento scuro e respiro piano.
Dov'ero, io, ieri sera?
Dov'ero mentre ti ammazzavano?
Me lo merito, io, anche solo di essere qui?
Forse, se avessi... se avessi lavorato di più, non saresti qui.
Se non mi fossi fatto prendere dalle stronzate giovanili dell'essere infatuato o meno di qualcuno, se avessi mantenuto la mia compostezza, se non mi fossi fatto distrarre, forse non saresti qui.
È colpa mia.
È colpa mia, cazzo, è solo, unicamente, completamente...
Bokuto si gira, mi guarda e annuisce.
Deglutisco la saliva.
− È stato lui? –
− Sì. –
Percorro un paio di passi, Bokuto si tira su e si toglie i guanti, mi raggiunge.
Non si perde a baciarmi, a sorridermi o cos'altro, mi accarezza però il viso un istante, come se volesse rassicurarmi.
− Vuoi andare a guardarlo anche tu? –
− No. –
Annuisce, il respiro che prende è condensato, tinto di bianco dal freddo che ci circonda.
− Maschio asiatico, fra i venti e i trent'anni, sconosciuto, probabilmente gay. –
Evito il suo sguardo.
− Unico colpo di pistola alla testa. –
Intravedo il bianco pallido di una delle sue caviglie da qui.
− Visibili segni d'incontro sessuale sul corpo. –
Come ho potuto?
Come, Bokuto-san, come?
− Lo facciamo portare in centrale. Cosa vuoi fare? Ci vuole un po' prima che lo analizzino. −
Inspiro sonoramente.
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angel with a shotgun || bokuaka
Fanfiction➭ 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗔𝗸𝗮 ➭ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮 ➭ 𝗗𝗘𝗧𝗘𝗖𝗧𝗜𝗩𝗘! 𝗔𝗨 ➭ Akaashi Keiji è un ottimo detective. Sa di esserlo, ne è sicuro. Non è di certo l'uomo più sveglio del mondo, o il più talentuoso, ma sa fare bene il suo lavoro e sa farlo bene da solo...