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Bokuto sorride.
Si piega, appoggia le mani sulle ginocchia, i jeans gli si stringono addosso alle cosce, le spalle sembrano ancora più larghe di quanto non lo sembrino di solito.
Sorride, sospira, tira su un braccio e si asciuga la fronte dal sudore, si china e riprende il bastone, si gira per un istante verso di me.
Non rifiuto il suo sguardo.
Lo accolgo.
Alzo gli angoli della bocca quando i suoi occhi dorati si specchiano nei miei, osservo il modo in cui inarca lievemente le sopracciglia come a chiedermi se tutto vada bene, mi godo la meraviglia del sorriso che gli si esibisce sul volto quando annuisco per confermare.
Torna a guardare dritto di fronte a sé.
Il Capitano scodinzola, con la lingua a penzoloni fuori dalla bocca e segue con lo sguardo la mano del suo padrone.
Bokuto stringe gli occhi.
E poi lancia il bastone in linea retta, facendo in modo che fenda l'aria e atterri qualche metro più in là fra le foglie secche che coprono quello che in primavera credo sia un prato, e il suo cane immediatamente si gira e corre a prenderlo.
Mi si stringe il cuore.
Batto via la cenere della mia sigaretta – credo la terza da quando siamo arrivati un'ora fa – sul mio posacenere tascabile e prendo un tiro, sorridendo all'immagine del mio ragazzo che ride forte e coccola la palletta di pelo quando effettivamente, il Capitano gli riporta il bastone.
Adorabili.
Tutti e due.
Adorabili.
Io che credevo la cosa più bella del mondo fosse l'eleganza ferrea e glaciale di qualcuno che ti tratta con freddezza, mi ricredo completamente come sto facendo da due settimane, guardando quanto più meraviglioso, spettacolare e dolce sia guardare Bokuto ridere, divertirsi e comportarsi come gli va di fare.
Sento un gomito colpirmi il braccio.
Una voce femminile e anziana si schiarisce.
– Otto verticale, quattro lettere. "È concitata nelle discussioni". –
Mi giro appena.
– Lite. –
– Dici? –
– Secondo me sì. –
Impugna la penna con un po' di difficoltà e scrive nei quadretti, la calligrafia un po' tremolante e incerta, la fronte adornata dalle rughe che si contrae.
– Certo che sei sveglio, tu, bel ragazzo. –
– Sono solo bravo con le parole crociate. –
– Per quanto mi riguarda è più che sufficiente. Mio nipote non sa farle, non mi aiuta mai, e non costringermi a raccontarti quella volta che ho chiesto al tuo ragazzo di farle con me. –
Una punta di fastidio mi tinge la mente.
– Bokuto è dislessico, è per questo che... –
– Calma, bel ragazzo, calma, lo so. Non volevo insultarlo. Solo dire che vederlo provare è stato divertente. –
Mi rilasso, guardo il viso docile della signora e annuisco chinando un po' il capo, per scusarmi. È che sono un po' iperprotettivo, forse. E sicuramente molto diffidente.
Mi sorride, mi accarezza il braccio con la mano con cui tiene la penna e ricomincia a scorrere lo sguardo fra le parole crociate.
L'altra signora vicino a me, quella dall'altro lato, coglie questo momento di silenzio per tirare su il braccio e agitarlo dalla parte di Bokuto.
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angel with a shotgun || bokuaka
أدب الهواة➭ 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗔𝗸𝗮 ➭ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮 ➭ 𝗗𝗘𝗧𝗘𝗖𝗧𝗜𝗩𝗘! 𝗔𝗨 ➭ Akaashi Keiji è un ottimo detective. Sa di esserlo, ne è sicuro. Non è di certo l'uomo più sveglio del mondo, o il più talentuoso, ma sa fare bene il suo lavoro e sa farlo bene da solo...