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Apro la porta del bar facendo più in fretta possibile.
Mi tremano le punte delle dita, le ginocchia, il freddo mi si attacca alla pelle e s'infiltra fin nelle ossa, tutto quello che vorrei fare al momento è immergermi dentro un vulcano e uscirne cenere, uscirne fuso, liquefatto ma al caldo.
Il movimento della porta mi scarica una ventata in faccia, impreco sottovoce.
Questo schifo di freddo, miseria. Ed è solo novembre, dannazione, ancora non finirà per tanto, troppo tempo.
Mi scaravento dentro, richiudo spingendo la maniglia con più foga di quanta dovrei, rimango fermo per un secondo.
Non hanno i termosifoni in questo posto?
Porca puttana, ma è possibile che nel duemilaven...
Li hanno.
Il calore mi avvolge come una coperta.
L'aria secca, secca e morbida del tepore di un luogo riscaldato mi si spande addosso. S'infila oltre ogni vestito, oltre la sciarpa, oltre la giacca e i pantaloni, persino oltre i calzini e mi si strofina addosso come un gatto che si gratta la schiena.
Sento il mio corpo rinascere.
Tornare alla vita.
Il cuore batte, il sangue scorre, l'aria circola, non è più una scaglia di ghiaccio freddo e rigido che scricchiola e scintilla, è carne ed è calore, è vita.
Che sensazione piacevole.
Che... pace.
Sto... molto, molto meglio.
Dopo un attimo di trance passato a godermi la sensazione, torno in me, scuoto via i pensieri dalla testa e mi guardo attorno.
Sono in ritardo di un paio di minuti e non è da me, so che non è da me, ma non volevo uscire di casa, oggi, perché a casa c'era Bokuto e c'era il suo corpo da stufa che mi fa sentire al calduccio e contento e c'era il Capitano e c'era la cioccolata calda e...
Uscire la domenica è uno schifo.
Ma il motivo per cui sono uscito non lo è, per questo sono qui.
Certo che durante la tratta, ci ho sperato di essere rimasto a casa a godermi le mie coccole e la mia temperatura adatta alla vita, però...
No, sono qui per un motivo importante.
E sono felice di vedere una delle due persone che sono venuto a trovare.
Mi sfilo i guanti l'uno con l'altro, reminiscenza di quello che faccio sulle scene del crimine, li infilo in tasca e impasto le mani fra di loro per controllare di avere di nuovo la sensibilità ai polpastrelli, mi tolgo un attimo gli occhiali che si sono appannati di colpo, prendo un grande respiro.
Poi sorrido verso il barista dietro al bancone che mi saluta e inizio a camminare.
Il caso è chiuso.
L'abbiamo chiuso.
È... finita.
Per alcuni è appena iniziata, per chi fa un lavoro che non è il mio, ma per me, per me è finita.
Almeno... quasi completamente.
Scorgo la persona che mi aspetto di vedere e agito una mano in aria per farmi notare, quando lo fa mi riserva un sorriso enorme e perfetto, ricambio il gesto per come posso nella mia misera condizione di mortalità.
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angel with a shotgun || bokuaka
Fiksi Penggemar➭ 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗔𝗸𝗮 ➭ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮 ➭ 𝗗𝗘𝗧𝗘𝗖𝗧𝗜𝗩𝗘! 𝗔𝗨 ➭ Akaashi Keiji è un ottimo detective. Sa di esserlo, ne è sicuro. Non è di certo l'uomo più sveglio del mondo, o il più talentuoso, ma sa fare bene il suo lavoro e sa farlo bene da solo...
