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La circoscrizione quattro, non mi piace.
L'ho deciso ora.
Non mi piace.
Non mi piace per niente.
Sarà pur vero che la gente qui è più amichevole, più disponibile e quel che vi pare, ma chi l'ha detto che la cosa mi deve piacere?
A me non piacciono le persone espansive.
Non mi piacciono quelle che parlano ad alta voce, quelle che se la ridono e se la contano fra di loro, quelle che invece di lavorare perdono una barca di tempo in stronzate inutili come salutarsi e chiacchierare e raccontarsi le cose che hanno fatto nel weekend.
Non mi piace sentirmi chiedere ogni momento se voglio qualcosa, non mi piace il casino che mi circonda, non mi piace il brusio che m'invade il cervello mentre cerco di ragionare.
Non mi piace l'odore misto e vivo di così tante persone felici.
Non mi piacciono le sedie.
Non mi piacciono le scrivanie.
Non mi piacciono le persone.
Non mi piace come mi guardano, come mi appellano, come mi toccano la spalla passandomi accanto e come mi sorridono versandomi il caffè, non mi piace...
Non mi piace quella stupida antipatica stronza della collega di Kōtarō.
Non mi piace proprio.
Non mi piace anche se so perfettamente che non è né stupida, né antipatica né stronza. Non mi piace anche se è bella, coi capelli folti e ricci e gli occhiali spessi, non mi piace anche se è gentile con me, non mi piace.
Non mi piace come mi fa sentire.
Non mi piace la sua voce.
Non mi piace la mano che mette sulla spalla di Bokuto quando gli parla.
Fino a ieri, mi sembrava che la situazione fosse gestibile.
Certo, qui è più vivace rispetto a dove lavoro io, però credevo che fosse vivibile, un'esperienza nuova, persino divertente. Stavo seduto a chiacchierare con Oikawa Tooru e a guardare Bokuto dirmi le peggio cose all'orecchio, scrivevo i miei appunti, stavo tranquillo.
Ma la realtà è che odio questa circoscrizione.
Mi fa schifo.
E spero dopo la festa di stasera di non doverla vedere mai più.
Gli sta appiccicata come se fosse il Sole e lei una lucertola.
Non so dove fosse ieri, credo sul campo, ma capisco adesso di chi fosse la scrivania vuota che c'era accanto a quella di Bokuto.
La odio.
La detesto.
Perché parla così tanto?
Perché Kōtarō le risponde ad ogni stronzata?
Perché non le si stacca la faccia a forza di sorridere?
So di essere geloso. Geloso marcio, gelosissimo, geloso com'è geloso un cretino a cui dai l'uomo più bello del mondo e poi gli dici di guardare una tipa a caso provarci con lui.
A me spiace che lei abbia una cotta per lui e mi spiace che io non possa dirle in faccia come stanno le cose, ma finché io non ho finito con Bokuto Kōtarō, lei non si deve neanche avvicinare.
Per carità, non so quando finirò con lui e ad ogni parola che dice aggiungo un mese alla scadenza, ma a prescindere da questo, non si rovina il duro lavoro altrui, no?
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angel with a shotgun || bokuaka
Fanfiction➭ 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗔𝗸𝗮 ➭ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮 ➭ 𝗗𝗘𝗧𝗘𝗖𝗧𝗜𝗩𝗘! 𝗔𝗨 ➭ Akaashi Keiji è un ottimo detective. Sa di esserlo, ne è sicuro. Non è di certo l'uomo più sveglio del mondo, o il più talentuoso, ma sa fare bene il suo lavoro e sa farlo bene da solo...