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Non sono uno scienziato.
Non lo sono, no, sono un detective gay con traumi derivanti dalla religione e una passione per gli uomini grossi, non di certo uno scienziato.
Ma qualcosa in comune con chi, come Kuroo Tetsurō, passa la sua vita a combattere in nome della ricerca e della scoperta, ce l'ho.
Ed è lo spirito di osservazione.
La circoscrizione quattro, dalla mia, è profondamente diversa.
E credo di aver identificato il motivo di questa sostanziale ed abnorme differenza.
Sarebbe però più aderente al mio neo-spirito ricercatore far prima chiarezza su quale sia, questa fantomatica differenza di cui parlo.
La mia circoscrizione, la uno, fa riferimento ad un ufficio di sei piani localizzato proprio nel bel mezzo del quartiere, perfettamente ordinato in stile giapponese, sempre pieno di gente e di via vai.
C'è chi lavora col pubblico al pianterreno, chi classifica le prove al primo e chi si occupa di reati minori al secondo, chi svolge i ruoli amministrativi e chi, come me, si occupa della roba grossa, quella problematica, quella seriamente pericolosa.
Al mio piano, dieci scrivanie ed un ufficio del procuratore, non credo di aver mai visto anche solo uno spiraglio di luce o sorriso in quattro anni pieni di lavoro.
Davvero, non sto scherzando.
Entro la mattina presto con gli occhiali da Sole e la sciarpa legata stretta attorno al collo e neppure saluto, la maggior parte delle volte, mi prendo un caffè gigantesco nella sala comune e mi siedo al mio PC, lavoro come devo, vedo chi mi serve, analizzo le prove come meglio mi risulta essere.
Saluto il procuratore se passa, perché lo conosco, perché abbiamo un rapporto... particolare che sfocia oltre la semplice conoscenza di lavoro, ma con gli altri, a malapena spiccico parola.
Non è che li odi.
È che lavorare assieme non equivale ad essere amici, e io sono fondamentalmente evasivo.
Non ci facciamo i dispetti, non facciamo i pranzi di dipartimento, non mangiamo tutti assieme, non ci facciamo favori. Lavoriamo insieme quando serve e ci chiediamo le informazioni a vicenda, ma finisce lì, con un "grazie" a mezza voce, una rispettosa distanza, silenzio professionale.
La circoscrizione quattro, in confronto, sembra al cento per cento, o forse addirittura al duecento per cento se vogliamo usare un eufemismo, un luna park.
Se la ridono fra di loro, si colpiscono e si aiutano, si portano il pranzo a vicenda, si scarabocchiano i post-it e si fanno i favori senza bisogno di chiederselo a vicenda, si sorridono, si... vogliono bene.
Scientificamente, ho coniato la mia teoria.
Una teoria basata sull'evidenza sperimentale di qualcosa che ha coinvolto me in prima persona, e che mi ha cambiato sotto un certo punto di vista, non nel senso che non sono più Akaashi Keiji, ma nel senso che sento la faccia tirare in un sorriso più spesso di prima, molto più spesso.
Ho guardato, ho messo in fila le prove, ho formulato la mia ipotesi.
Poi l'ho resa una legge.
Che qualcuno direbbe che non funziona così il metodo scientifico, ma ripeto che non sono uno scienziato, solo uno strambo detective con gusti un po' strani.
L'ho chiamato "effetto Bokuto".
Legge dell'attrazione? Non lo è, non ne sono sicuro. Lui non attira buone energie con alte vibrazioni della sua indole personale, no. È lui, la buona energia, lui proprio.
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angel with a shotgun || bokuaka
Fanfiction➭ 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗔𝗸𝗮 ➭ 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘁𝗮 ➭ 𝗗𝗘𝗧𝗘𝗖𝗧𝗜𝗩𝗘! 𝗔𝗨 ➭ Akaashi Keiji è un ottimo detective. Sa di esserlo, ne è sicuro. Non è di certo l'uomo più sveglio del mondo, o il più talentuoso, ma sa fare bene il suo lavoro e sa farlo bene da solo...
