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Quando arrivammo al punto d'incontro salutai tutti andando subito verso Shima, ci organizzammo per la prima tappa chiedendo a tutti se fossero d'accordo con il nostro programma iniziando dagli autoscontri.
«voglio la verde» mi avvicinai prendendo il mio posto all'intento della macchinetta
«posto occupato» si sedette Rin al mio fianco bloccando a Bon di passare
«sarai un nostro sfidante, così ti faremo vedere chi comanda» lo guardai mostrando i muscoli
Rin aveva due mani sopra il volante mentre osservava attentamente avanti a lui e io alle sue spalle.
«hai vinto lealmente» ammise Rin sorpassandolo
«adesso hai visto chi comanda» rise Bon avvicinandomi al suo corpo posando un braccio dietro le mie spalle
«qual è la prossima tappa?» domandò
«la casa degli specchi» indicai la giostra osservando il foglio
«okay ragazzi si entra a coppie, chi entra per primi?» chiese osservandoci l'uomo dei ticket
Sentì la mia mano esser afferrata da un'altra calda, alzai gli occhi osservando Rin sorridermi.
«ci divertiremo» mi fece l'occhiolino varcando l'entrata
«cerchiamo di far piano e di far attenzione, potremmo farci male sbattendoci contro»
Neanche il tempo di terminare la frase che una leggera botta rimbombò in quel piccolo corridoio.
«Rin» scoppiai a ridere
«ti sei fatto male?» domandai ridendo
«sto bene non preoccuparti»
Da quel momento continuò a camminare con la mano pronta in avanti, l'altra sua mano era stretta alla mia ed io ero ad un passo dal suo corpo, mi guardavo intorno era un luogo straziante le luci erano sfocate quindi non era un luogo luminoso, mi voltai quando sentì un leggero venticello posarsi sul collo.
«questo posto mette i brividi» parlò Rin insicuro sul dove girare
«puoi dirlo forte» parlai osservando in giro
La figura di quell'uomo rifletteva in diverse direzioni.
«Rin» sussurrai stringendogli la mano, si voltò interrogativo
«quell'uomo è qui» gli sussurrai all'orecchio
Mi guardò fisso per poi osservare la situazione intorno a noi, era davvero un cattivo posto per incontrare un assassino.
«stammi sempre dietro, vado avanti io»
Mi lasciò per un secondo la mano per posarla sulla sua katana e fu in quel momento che andai a sbattere contro un vetro inesistente all'occhio, mi massaggiai la fronte posando una mano su di esso accertandomi della sua esistenza.
«Misa» si avvicinò anche lui al vetro allarmato quando vide di avermi perso
«merda» gli diede un calcio
«Misa attenzione» urlò
Un coltello mi sfiorò il viso, caddi a terra osservando l'uomo dai capelli rossi.
«ci rincontriamo di nuovo ragazzina» si abbassò alla mia altezza accarezzandomi il viso
«non la toccare» urlò Rin dall'altra parte del vetro
«mio dio» sussurò avvicinandosi
«ho l'onore di vedere Rin Okumura in persona, il figlio di Satana» aprì le braccia emozionato
«prenditela con me e non pensare neanche solo di metterla in mezzo» ringhiò Rin mettendo le mani sulla sua katana
«Rin no» urlai scuotendo la testa
«è giusto io voglio te e me la prenderò con lei per averti» sorrise
«Misa corri»
Urlò, mi alzai dal pavimento scattando come un fulmine con le mani poste in avanti, dovevo assolutamente trovare l'uscita. I miei capelli vennero afferrati dall'uomo che portò il suo braccio alla mia gola, tirai una gomitata al suo stomaco facendolo allontanare e riprendendo subito a correre.
«non mi scappi» urlò, i suoi passi erano sempre più vicini ed era il momento di mostrare quel che sapevo fare
L'uomo mi attaccò senza esitare ci fu un combattimento con colpi schivati e prese, il mio labbro sanguinava e il suo naso forse era rotto. Lo tenni fermo per i polsi facendolo cadere a terra, mi misi sulla sua schiena tenendolo fermo.
«cavolo ci sai fare, immagino il perché ti abbia scelto» sorrise maliziosamente
«ho diciassette anni imbecille» gli diedi una gomitata alla nuca
Rimase fermo lì per alcuni secondi e sarebbe bastato qualche altro minuto per riuscire a trovare Rin e andarcene.
«Rin» urlai cercando di capire da che parte provenisse la sua voce
Una mano sulla spalla mi fece sobbalzare e istintivamente girai un pugno sulla guancia del ragazzo dalle orecchie a punta.
«perdonami» strillai
«tranquilla andiamocene al più presto» mi afferrò la mano
Uscimmo da quell'inferno prendendo una grande boccata d'aria.
«c'è l'avete fatta, cosa avete fatto lì dentro? la guerra?» rise Shima vedendoci conciati in quel modo
«non parliamone tutti i vicoli ciechi che potevano esserci li abbiamo presi tutti noi, il primo l'ha incoronato Rin» risi
Quando ci allontanammo dalla giostra per andare su un'altra facemmo una piccola pausa gelato.
«che gusto hai preso?» mi avvicinai a Rin
«nocciola tu?» leccò la superficie lasciando intravedere i canini che rendevano il suo viso più bello di quanto già non fosse
«stracciatella, vuoi assaggiare?» avvicinai il suo cono al mio che prontamente assaggiò è così feci con il suo
Mi guardai intorno con una strana sensazione addosso.
«Misa stai bene?» si fermò dal camminare Bon facendo girare anche il suo acerrimo nemico
«si si avevo solo visto una cosa che mi piaceva» sorrisi
«vuoi prenderla?» domandò osservassi intorno
«è una cosa uscita fuori produzione da anni» risi inventando
«io e Misa torniamo a casa» mi afferrò la mano
«di già? è mezzanotte» si sorprese Yukio intento a parlare con Konekomaru
«ho un leggero mal di testa»
Non disse più nulla, venni trascinata dal suo corpo e silenziosamente lo seguì, le strade erano trafficate da per lo più anziani che tornavano a casa e giovani che si recavano alla fiera. La sua mano era intrecciata alla mia, quel momento era così bello, il venticello fresco ci avvisava che l'estate non era ancora arrivata ma che sarebbe venuta a breve.
«ti girava intorno, quindi ho preferito andarcene poi ho sentito Bon e avevo notato che il tuo viso era pallido» continuò a camminare, mancava poco al dormitorio.
Una scena straziante mi passò per la mente, mi alzai con la schiena dal letto mentre le urla abbandonavano il mio corpo.
«Misa» la porta venne aperta violentamene da Rin che preoccupato entrò in stanza
«che è successo?» si avvicinò al letto
Scoppiai a piangere e mi strinse tra le sue braccia, stavo proprio bene tra quel calore.
«un incubo?» sussurrò accarezzandomi i capelli, annuì
«era orribile, sembrava così reale» sospirai
«ero terrorizzata non voglio che succeda più» sussurrai scuotendo la testa
«ci sono io con te, non dovrai mai aver paura» mi baciò la testa
Mi aiutò a rimettermi a letto accertandosi che stessi bene.
«buonanotte» mi baciò la fronte
Bloccai il suo corpo tirandogli il tessuto del pigiama, non poteva lasciarmi da sola, non in questo momento, sentivo di dover sentirmi di nuovo bene come tra le sue braccia.
«non andare» sussurrai
«resta con me»
Alzai lo sguardo verso di lui, i suoi occhi mi scrutavano attentamente e come al solito sul suo viso era presente del rossore per l'imbarazzo, annuì e spense la luce chiudendo la porta in legno scuro. Il materasso al mio fianco si piegò a causa del peso e quando sentì essersi sistemato mi voltai verso di lui.
«non volevo obbligarti ma volevo stare con te»
Le parole mi uscirono libere dalle mie labbra, ero imbarazzata ma allo stesso tempo felice, l'unica fonte di luce erano i raggi della luna che filtravano dalla finestra, il suo viso sembrava rilassato quasi felice.
«tranquilla, sarei rimasto» sussurrò avvicinandosi al mio corpo, mi abbracciò e io posai la testa sul suo petto. Il cuore batteva veloce ma era piacevole da ascoltare, la sua mano scese lungo il mio fianco e si voltò lasciando un bacio sulla mia fronte.
«buonanotte Mi»
«notte Rin»

Fire blue charm | rin okumura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora