fourteen

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«cavolo cavolo»
«Shiemi non urlare» cercai di calmarla mentre Izumo era intenta a ridere
«così Misa si è fidanzata» urlò
Le tappai istintivamente la bocca mentre la ragazza dai capelli prugna copriva la sua per affievolire le sue risate.
«non stiamo insieme, ci piacciamo e penso vada bene ad entrambi» allungai le braccia sul banco
«avrete tempo per formalizzare il tutto, ma adesso godetevela voi due» mi posò una mano sulla spalla Izumo
«noi due staremo zitte come dei pesci» imitò una cucitura alla bocca la bionda con l'approvazione dell'altra
Osservavo continuamente la porta sperando di vederlo entrare, a fine lezioni venni fermata da Bon che anche lui si domandava dove il principe sia finito.
«che ne dici di andare a mangiare qualcosa?»
Ci pensai su, oggi avrei preso coraggio e gli avrei detto che prima o poi avrebbe dovuto farsene una ragione e toglierci le speranze.
«si»
Con ancora le uniformi e i libri pesanti nello zaino uscimmo dell'accademia inoltrandoci nelle grandi strade di città, il sole sarebbe calato a breve quindi decidemmo di entrare in un piccolo ristorante dall'aria accogliente.
«del ramen grazie» chiesi alla donna che si era avvicinata con un taccuino a noi
«allora due porzioni» le sorrise il ragazzo alzando due dita
Parlammo del più e del meno e il ricordo di ciò che avrei dovuto dirgli svanì completamente dalla mia mente.
«prendiamo anche questo» indicai il mochi, mio dolce preferito
«va bene, mi scusi signorina» alzò la mano attirando la sua attenzione
Con ancora il sapore del cioccolato tra le labbra ci avviammo per tornare ai nostri alloggi.
«vuoi che ti accompagni? è tardi» si fermò dietro di me
«non preoccuparti, va pure» gli sorrisi lievemente
«bene, allora ci vediamo domani» sorrise anche lui di rimando 
«a domani»
Tornai al dormitorio con la schiena dolorante, salì le scale trovando la luce del salotto accesa e Rin sul divano intento a guardare la televisione. I suoi occhi non si spostarono di un centimetro, posai la cartella per terra e sospirai dal piacere.
«dove sei stata?» domandò quasi arrabbiato
«fuori, ho cenato fuori» risposi ancora con l'affanno
«con?» mi guardò
«Bon»
Annuì ritornando a guardare la televisione.
«sai che ore sono?» domandò alzando la voce
«si, le dieci e mezza»
«e perché non mi hai avvisato?»
«un messaggio lo meritavo o eri troppo occupata?» si avvicinò
«l'ho dimenticato e non incazzarti solo perché era Bon» urlai a mia volta
«ma a chi interessa con chi eri, interessa che sei stata tutta la giornata fuori e non hai risposto a una delle mie chiamate e uno dei miei messaggi» cercò di spiegare
«sono stato come uno stupido seduto da oggi pomeriggio su quel divano preoccupato a morte immaginando il peggio»
Abbassai lo sguardo, si calmò ma il suo respiro era affaticato, cercai di abbracciarlo ma mi scansò andando in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
Avvolsi il suo torso con le mie braccia posando la testa sulla sua schiena.
«mi dispiace»
«stavo morendo» sussurrò
Si voltò facendo posare la mia testa sul suo petto, mi alzò il mento con due dita guardandomi poi negli occhi.
«ti prego la prossima volta cerca di avvisare o per lo meno scrivermi» mi guardò
«lo farò hai ragione, perdonami»
Mi alzai sulle punte sfiorando le sue labbra, mi prese per i fianchi posandomi sul bancone della cucina, iniziai a baciarlo massaggiandogli il collo e accarezzandogli i capelli così come lui faceva con i miei fianchi, fece scorrere una mano lungo la mia gamba iniziando ad accarezzare con il pollice il mio interno coscia, migliaia di brividi percorsero il mio corpo. La sua mano percorse velocemente il tragitto fino al mio fondoschiena iniziando a giocherellare con le mie mutandine in pizzo.
Mi prese di peso portandomi in camera sua, chiuse a chiave poggiandomi sul letto.
Sorrisi maliziosamente.
Tornò verso di me continuandomi a baciare con dolcezza, le mie mani scivolarono lungo la sua maglia che gli venne tolta e le sue verso i bottoni della mia camicetta che vennero entrambe gettare lontano da noi. Guardai i suoi occhi azzurri lucidi e quasi brillanti, del rossore gli si formò sul viso quando le mie mani arrivarono al suo basso ventre scendendo lungo la cintura, lo stesso fece con la gonna dell'uniforme che sparì in pochi secondi. Eravamo mezzi nudi, uno davanti gli occhi dell'altro, c'era imbarazzo tra di noi ma ci desideravamo, ci desideravamo da molto.
«tu, sei sicura?» si staccò un secondo dalle mie labbra per guardarmi nuovamente negli occhi
«con te si» sorrisi cinghiendogli il collo con un braccio
«e tu?» lo vidi sorridere e annuire
Sorrisi anch'io istintivamente baciandolo, mi portò sulle sue gambe accarezzandomi la schiena senza smettere di baciare le mie labbra. Sfilò il reggiseno iniziando a guardarmi, risi nervosamente voltando lo sguardo.
«non devi preoccuparti quando sei con me» mi accarezzò il viso
«sei meravigliosa in qualsiasi modo per me, è da quando hai varcato la porta della classe che lo penso» prese a baciarmi il collo
«Rin» sussurrai ansimando quando la sua mano scese verso il mio sedere
Continuammo a baciarci per un tempo indefinito. I respiri soffocati e i movimenti rapidi riempivano la stanza, strinsi le coperte del letto cercando di soffocare i miei gemiti mentre un sorriso colmo di piacere apparì sul mio volto.
«mio dio Misa» gettò la testa all'indietro Rin dopo aver invertito la situazione
«guardami»
Gli afferrai il mento costringendolo a guardarmi negli occhi, questi ultimi socchiusi, il viso impregnato dal leggero sudore e le labbra leggermente tirate all'insù.
«ti amo» sussurrai baciandolo non smettendo di muovermi
«ti amo» approfondì il bacio

Fire blue charm | rin okumura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora