thirteen

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Camminammo per un po' e non so in base a quale contesto ci ritrovammo a parlare del mio passato a cui lui sembrava davvero interessato.
«sono figlia unica, abitavo assieme ai miei genitori in un piccolo paesino sperduto del Giappone, non eravamo molto ricchi a quei tempi mia madre lavorava tantissimo dividendosi delle volte anche in più lavori che le davano una quota miserabile»
«mio padre è un falegname ma quasi più nessuno si affida più a loro al giorno d'oggi» risi nervosamente
«mia madre è mancata qualche anno fa a causa di una brutta polmonite, mio padre continua a lavorare cercando di mantenere su ormai una famiglia composta da due persone e io mi trovo qui non so neanch'io per quale motivo forse» guardai il cielo contornato dalle nuvole
Il silenzio di Rin era comprensibile, non sapeva cosa dire ed era di certo meglio di una qualsiasi frase empatica tirata giusto per consolare.
«magari volevo solo scappare o magari è stato il destino a voler che io arrivassi qui» lo guardai
«comunque dove stiamo andando?»
Mi fermai quando la nostra camminata si divise in tre strade.
«dato che l'ultima volta non ci siamo goduti a pieno la serata al luna park avevo pensato di farlo con te» mi sorrise
«va bene, si» non sapevo cosa dire
Arrivammo alla grande "piazza" entrando nuovamente nel luogo pieno di giostre e gente.
«direi che la casa degli specchi viene saltata» rise Rin allontanandosi dall'attrazione
«direi» risi posandogli una mano sulla spalla
Migliaia di brividi percorsero il mio corpo quando la sua mano sfiorò la mia che dopo qualche secondo venne afferrata da quella del ragazzo dalle orecchie a punta. Era davvero bello passare altro tempo con Rin, era piacevole e ti divertivi a sentire i suoi commenti su qualsiasi cosa gli passasse sotto gli occhi.
«le montagne russe verrano saltate la prossima volta» dissi io mantenendomi lo stomaco
«è stato divertente dai» parlò felice Rin sistemandosi i folti capelli neri
«divertente fin quando la sbarra di sicurezza del tizio avanti a noi non si è aperta» lo guardai male e lui si mise a ridere
Il suono della sua risata era contagioso, un ragazzo così giovane che sorride in questo modo nonostante ne abbia passate davvero tante, un carattere da invidiare quello di Rin.
«andiamo ti prendo un gelato» mi afferrò la mano trascinandomi verso lo stand
«vedo troppa gente non muoverti da qui arrivo subito» mi indicò accertandosi che stessi bene
Accesi il cellulare non sapendo cosa fare durante l'attesa e decisi di contattare Shiemi.

"Shiemii"
"Misaa, come sta andando?"
"meravigliosamente stiamo parlando di tutto e di più, lui è davvero carino"
"ne sono felice poi mi racconterai i dettagli domani che sono curiosa, però adesso pensa a divertirti ciao ciao"
"ciao ciao"

Nell'esatto momento in cui alzai la testa dal dispositivo un ragazzo biondo si avvicinò a me. Lo guardavo attentamente notando con che sguardo mi guardasse.
«scusa?» iniziai
«hai bisogno di qualcosa?» domandai osservandolo
«ero con i miei amici e ti ho visto tutta sola quindi ho pensato di venirti a fare compagnia, ti vai di unirti a noi? potremmo divertirci» si avvicinò di un passo
«grazie per il pensiero gentile ma non sono sola il mio ragazzo sta prendendo qualcosa da mangiare» guardai un gruppetto di soli ragazzi fissarci animatamente e ridersela
«non preoccuparti puoi anche andare»
«che succede?»
La voce roca e dura di Rin alla mie spalle quasi mi spaventò, quando si posizionò al mio fianco iniziò ad osservare il ragazzo con aria torva.
«Rin tranquillo questo ragazzo pensava che fossi da sola» mi voltai con il viso verso il suo
«sta tranquillo, puoi anche andartene come vedi è in perfetta compagnia » non osava distogliere lo sguardo dai suoi occhi mentre mi strinse per un fianco
«sta calmo amico, ci vediamo» alzò le mani andandosene mentre scuoteva la testa verso il suo gruppo di amici che ridevano del suo fallimento
«devi provare a stare tranquillo in queste situazioni» intrecciai le nostre dita mangiando il gelato a stracciatella
«non lo faccio apposta semplicemente mi da fastidio del come gli altri ti girino intorno» alzò le spalle
«Rin geloso?» risi
«come potrei non esserlo?» mi assecondò ridendo anche lui guardandomi
Questo lato di Rin mi piaceva, amavo queste piccole attenzioni, non si preoccupava di me ma per me e queste sono due cose completamente differenti.
«adesso cosa ti va di fare?» disse camminando sempre con le nostre mani intrecciate
«perché non andiamo sulla ruota?» indicai la grande ruota panoramica
«certo» mi sorrise dolcemente
Acquistò i biglietti per entrambi contro la mia scelta e salimmo in uno degli scompartimenti.
Osservavamo il parco dall'alto, centinaia di persone ridevano e correvano tra le giostre, mi sedetti rilassandomi al suo fianco con un sorriso in volto, la mia coscia venne avvolta dalla mano di Rin sempre calda.
Mi voltai verso di lui che mi osservava attentamente, sorrise e voltò il viso verso il vetro.
«sai Misa» interruppe il silenzio che si era creato
«credo tu mi piaccia davvero tanto» ammise sorridendo
«anch'io credo tu mi piaccia davvero tanto Rin» abbassai lo sguardo
Ci fu silenzio, stavolta era imbarazzante la sua mano iniziò a fare piccoli cerchi sulla mia coscia, sentì il mio viso essere girato verso il suo e con una mano iniziò ad accarezzarmi i capelli, mi avvicinai più a lui posandogli una mano tra i capelli. Posò le sue labbra sulle mie, erano calde e leggermente dolci.
Continuammo a baciarci e sfiorarci per un tempo indefinito, la giostra si bloccò e costretti a scendere ci staccammo. Il sorriso che aveva in volto era impagabile, avrei scommesso tutto pur di vederlo ogni giorno.
Il tragitto per arrivare al dormitorio fu silenzioso, il suo braccio circondava il mio collo e io ero stretta a lui.
«cavolo Yukio ha chiuso» si portò le mani sui fianchi Rin osservando l'entrata del dormitorio
«lo chiamo» estrasse il telefono dalla tasca
«fermo, sono le due ci ammazzerà» gli spostai il telefono
«vieni con me»
Lo trascinai dietro il dormitorio, la mia stanza affacciava sul bosco quindi avevamo la fortuna di poter entrare grazie ad un albero, ci arrampicammo e camminammo attentamente su un ramo all'occhio resistente. Facemmo attenzione a non cadere giù caminammo lungo le tegole malridotte.
«e non lascio mai la finestra chiusa» risi
Entrammo all'interno della stanza buia, senza accendere la luce convinsi Rin a restare poiché Yukio si sarebbe sicuramente svegliato e ci avrebbe sgridato perché il giorno dopo avremmo avuto scuola.
«vedi nell'armadio dovrei tenere una tua maglietta, quella che mi prestassi al primo attacco del demone» indicai l'armadio marrone togliendomi le scarpe
Si avvicinò ad esso estraendo attentamente la maglietta, si sbottonò la camicia mostrandosi a torso nudo davanti i miei occhi, spostai lo sguardo mettendo al proprio posto la giacca e le scarpe, notando fosse intento a fare altre cose iniziai a spogliarmi cercando di prendere il mio pigiama prima che si accorgesse del mio stato. Sentì il suo sguardo bruciarmi le spalle così mi voltai e lo osservai anch'io. Fece qualche passo verso di me osservandomi.
«sei stupenda» mi fece sorridere
Iniziò a baciarmi dolcemente accarezzandomi un fianco, scendendo lentamente verso il mio fondo schiena mente lasciavo scivolare la mia mano verso i suoi addominali.
Non arrivammo oltre, ci furono baci e sorrisi.
«buonanotte» mi baciò la fronte
«notte»

Fire blue charm | rin okumura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora