twenty

28 3 0
                                    

Un forte rumore meccanico ci fece alzare di scatto, Shiemi si parò davanti a me cercando di proteggermi con il suo corpo. Mi alzai lentamente dal terreno posando la schiena al muro osservando attentamente l'ombra al muro che si avvicinava all'entrata della cella aperta. I suoi occhi si fermarono sui miei, uno sguardo dolce, sorrisi lievemente mordendomi le labbra per non piangere e mi fiondai tra le sue braccia sussurrandogli qualcosa.

«ti va bene?»
Alzai lo sguardo osservando la ragazza bionda osservarmi in attesa di una risposta.
«scusami Shiemi non ho capito» scossi la testa
«ho chiesto se per te va bene dividerci quel panino, questa carne non mi piace» indicò il pezzo di pane con solo un morso
«certo, prendilo tutto» glielo passai afferrando il suo
Passarono tre giorni dall'accaduto e l'uomo non si presentò più né si fece sentire, continuavamo ad esser chiuse lì dentro ma nulla.
«come va la gamba?» le chiesi
«devo dire molto meglio, mentre non eri qui l'uomo mi ha anche cambiato la fasciatura» restai sorpresa
«tu invece? come ti senti?»
«abbastanza bene» contorsi il naso
«le ferite bruciano» risi leggermente
Le ore passavano interminabili come sempre, una tranquillità assordante invadeva le mie orecchie, Shiemi era stesa per terra con la testa sulle mie gambe e una piccola coperta che le copriva il corpo. Uno strano rumore attirò la mia attenzione ma la distolsi subito guardando dal lato opposto abbandonandomi poi al sonno.
Sabbalzai dal posto in cui ero appisolata a causa di un forte boato che fece alzare anche Shiemi, la cella si aprì lentamente ma nessuno era lì ad aprilia. Ci alzammo in piedi posando la schiena contro il muro, sorrisi quando Shiemi si gettò per farmi scudo con il suo corpo. Un rumore strano arrivava dal lungo corridoio in pietra e un'ombra nera appariva sul muro, quando anche il rumore cessò l'identità della persona venne svelata. I suoi occhi si posarono su di me mentre il mio corpo veniva ricoperto da miliardi di brividi, spostai la ragazza al lato e mi avvicinai a passo leggero verso di lui. Accarezzai il suo viso e sentì le sue mani scorrere lungo la mia schiena stringendomi in un'abbraccio, le sue labbra chiedevano di esser baciate essendone state private da molto tempo.
«oggi morirai» sussurrai
Il suo viso si tinse di bianco.
«se non te ne andrai morirai» posai la testa sulla sua spalla
«fa silenzio» disse duramente
«non me ne andrò» sorrise
«Shiemi» guardò la bionda correndole incontro per abbracciarla
«dobbiamo andare» disse quest'ultima
«certo» le strinse la mano
«adesso andiamo a casa» mi guardò negli occhi
Percorremmo velocemente il corridoio in pietra ritrovandoci poi in una grotta, ci osservammo intorno vedendo poi le figure dei nostri amici.
«Misa, Shiemi» urlarono
«ragazzi» cercò di correre verso di loro Shiemi ma venendo bloccata dalla presenza dell'uomo dai capelli rossi
«avete visto? siete riuscite a ricongiungervi con i vostri amici» ci sorrise
«e tu Misa hai rivisto il tuo ragazzo, che ne pensa di quel che ti ho fatto?» rise
Lo sguardò di Rin venne puntato su di me mentre continuava ad osservare ogni centimetro del mio corpo seppur coperto.
«ti faccio vedere meglio»
I vestiti vennero strappati dal mio corpo mentre restavo in intimo davanti gli occhi di tutti, quei segni così tanto evidenti che neanche il tempo sarebbe stato capace di portar via.
«cosa le hai fatto» sussurrò Rin guardandolo
«mi sono solo diverto» alzò le spalle
«lurido»
Rin si catapultò sul corpo dell'uomo che si materializzò in mezzo me e Shiemi.
«adesso ti farò fare una scelta»
Delle corde apparirono intono alle nostre mani mentre lo sguardo di tutti era spaventato, ricordai la visione capendo già come sarebbe finita. Osservai il vuoto al di sotto del dirupo e venimmo trascinate con forza ai lati opposti della grotta.
«scegli»
Fu l'ultima parola che udì prima di esser lanciata al di sotto del burrone, la corda si fermò e anche la mia caduta.
«Rin» urlai
«Rin ascoltami» guardai di sotto la nube grigia che si era formata
«aiuta prima Shiemi e poi penserai a me» osservai la corda star sul punto di cedere
Sentì il mio corpo scendere lentamente mentre delle urla di dolore arrivavano da sopra di me, chiusi gli occhi straziata da quei versi. Continuavo a scendere tenendomi il più possibile a quel che rimaneva della fune e quando capì dai sospiri dei miei amici che era riuscito a salvarla sorrisi.
«Misa»
«sto per tirarti su» urlò
«si» urlai di rimando
La corda saliva poco ala volta riuscivo a sentire la tensione dispera nell'aria, mancava poco e la corda si sarebbe spezzata.
«Rin fermo» urlai
«manca poco non muoverti»
«Bon vieni ad aiutarmi»
Scorsi la testolina di Rin spuntare dal confine del dirupo, la corda continuava a salire mentre i fili restanti reggevano quel poco che restava di me.
«afferra la mia mano» la allungò
Tesi la mano verso di lui sentendo però la corda spezzarsi ulteriormente.
«Mi» urlò
«Bon un altro po'» si voltò verso il suo amico
«Rin no ti prego, potreste farvi male entrambi, sono ancora troppo lontana e la corda non reggerà» alternai lo sguardo dal principe al vuoto
«lasciami andare» sussurrai
«no, non lo farò» urlò chiudendo gli occhi
«ho passato mesi tormentato dalla paura e adesso che sei di nuovo qui non posso lasciarti»
«devi lasciarmi Rin, sai com'è andrà a finire» scossi la testa
«va bene così» dissi prima di sorridere e cadere verso la morte
Chiusi gli occhi sentendo il vento scompigliarmi i capelli e rendere il mio corpo più leggero, la caduta venne attutita da un tonfo in acqua. Cercai dì guardare dov'ero ma senza risultati, il nero delle profondità mi annebbiava la mente pareva che il tempo si fosse fermato e io fossi rimasta immobile nel bel mezzo del mondo.
Tossì quando il respiro iniziò a mancarmi e sentivo gli occhi farsi pesanti, un rumore mi fece aprire gli occhi di scatto e poi notai una chiazza nera avvicinarsi a me.
Forse svenni o stavo dormendo, il mio corpo gelido andava a contatto con qualcosa, di non identificato, ardente. Dei continui brusii non mi permettevano di concentrarmi sull'animata conversazione che intrattenevano i due soggetti, poi dolore e delle urla, urla sempre più forti provocate da quel dolore.
Ed era così che stava tutto seguendo i piani.

Fire blue charm | rin okumura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora