~Sesto capitolo~

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Capitolo 6

"Ragazzi potete mettere via i quaderni, vi lascio questi ultimi cinque minuti liberi" disse la professoressa di matematica che dopo aver spiegato qualcosa sulle equazioni che non avevo capito molto bene cominciò a cancellare la lavagna io mi girai verso Ermione al mio fianco.

"Come va oggi?" mi chiese mentre anche lei si girava verso di me "bene" risposi "ma volevo chiederti un consiglio su una cosa" lei annuì così io continuai a dirle "l'altro giorno all'ospedale ho incontrato Louis" spalancò gli occhi per la sorpresa ma non disse niente "e abbiamo parlato di cose normali come se niente fosse ma alla fine lui mi ha chiesto che accettavo il fatto di restare con lui anche nelle mie condizioni gli ho spiegato che non volevo farlo soffrire ma lui mi ha detto se poteva rimanere vicino a me finchè io non gli avessi detto di andare via per qualsiasi motivo così gli ho detto che ci avrei pensato e che glielo avrei detto e" mi bloccai per vedere la sua reazione ma rimase muta finchè non finii "e io non so che fare, cioè vorrei tanto che lui mi stesse vicino ma poi lo farei solo soffrire come sto facendo con voi che mi state vicino e io non voglio altro dolore intorno a me" a quel punto mi rispose "penso che dovresti seguire il tuo cuore che dovresti vedere quello che vuole lui e non quello che vuole la testa, sai Brook" sospirò "quando mi hai detto che eri malata mi sono sentita malissimo perché non potevo accettare che la mia migliore amica stesse male e io non potevo fare niente e ho pensato che l'unico modo per fare qualcosa è quello di starti vicino e penso che Louis pensi la stessa cosa, penso che anche se lui soffrirà se tu un giorno dovessi" si bloccò per cercare di trattenere le lacrime ,poco dopo riprese "morire ricorderà sempre la parte di te in salute e in quella in malattia e penso che sia un modo per farti capire che lui soffrirà comunque anche se tu sei stata lontana durante la malattia, forse soffrirà ancora di più perché non ti è stato vicino."

Non sapevo cosa dire in quel momento così decisi di abbracciare la mia migliore amica e pensai che lei avesse ragione, dovevo seguire il mio cuore che mi aveva sempre detto che voleva Louis al mio fianco. 

Louis' pov

La ragazza che amavo era malata di cancro, dopo qualche giorno che l'avevo vista all'ospedale avevo ancora la sua immagine davanti, era dimagrita, gli occhi marroni sembravano più grandi sul suo volto minuto, i capelli che tanto amavo erano spariti costringendola a indossare un cappello per nascondere la sua testa, la pelle pallida e fragile al solo sguardo, ma io l'amavo lo stesso perché lei era la ragazza solare che avevo conosciuto anni prima, la ragazza di cui mi sono innamorato pazzamente ed una malattia non cambierà mai il mio amore per lei.

Ero sul mio letto, la finestra aperta il vento entrava nella stanza, la musica nello stereo suonava al minino non ricordavo neanche qualche cd avessi deciso di ascoltare quel giorno, una sigaretta tra le mie labbra mentre aspiravo del fumo per poi buttarlo fuori formando dei cerchietti, vicino a me un tazza di tè ormai freddo da cui ogni tanto prendevo un sorso, ma quel giorno come nei precedenti  aspettavo solo la chiamata di Brook in cui mi diceva se volesse o no la mia compagnia durante la malattia ed ad ogni chiamata saltavo dal letto sperando fosse lei ma erano solo i miei amici che chiamavano per sapere qualcosa di nuovo, oppure era la mia famiglia che chiedeva sempre di me o quando andavo a Doncaster per trovarli ma io rispondevo sempre 'quando avrò tempo mamma, in questi giorni ho voglia di stare un po' a Londra.' E lei capiva subito che intendevo rimanere in città solo per Brook.

Erano le 14.00, avevo finito altre due sigarette e una tazza di tè quando il mio telefono cominciò a suonare, come le altre volte mi alzai di corsa, andai alla scrivania dove avevo lasciato il telefono e dopo aver letto il nome di Brooklyn sullo schermo che lampeggiava con la sua foto mentre mi sorrideva un giorno sul London Eye, risposi di fretta.

"Brook!" quasi urlai per la felicità di quel momento, aveva chiamato finalmente ma solo in quel momento mi resi conto che poteva anche dirmi che non voleva più vedermi così con meno entusiasmo continuai "ciao" , sentii ridere dall'altra parte, quanto mi era mancata la sua risata.

We are strong || Louis Tomlinson (#wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora