~Nono capitolo~

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Nono capitolo

"Voglio solo prendermi cura di te amore" Louis sussurrò vicino alle mie labbra, i nostri sguardi erano incrociati l'uno e all'altra, marrone e azzurro fusi insieme, parlando con parole sospese nell'aria tra noi senza essere pronunciate "e io voglio poterti rendere la vita più semplice" gli sussurrai "la vita è come una pianta di rose, ci sono così tanti fiori belli ma ci sono anche le spine che molte delle volte pungono e fanno male ma prima o poi il dolore passa e così anche i problemi della vita" continuò tornando al suo posto vicino a me e poi cominciò a guardare le foto che avevo attaccato al muro tempo prima, mentre aspettava una risposta da parte mia che non arrivò mai perché in quel momento vide la nostra foto più grande, quella del nostro primo appuntamento "questa l'abbiamo scattata la sera del nostro primo appuntamento" disse alzandosi per andare a vederla da vicino, si avvicinò un po' con il capo e cominciò a fissare la foto, mentre io dal letto potevo solo vedere la parte non coperta dal corpo di Louis.

Lui sorrideva mentre teneva un braccio sulla mia spalla per avvicinarsi a me mentre io gli davo un bacio sulla guancia con gli occhi chiusi, sullo sfondo si vedevano le figure in penombra delle attrazioni del parco giochi quando noi eravamo illuminati da un dei pochi lampioni che erano accesi quella notte, sorrisi al pensiero di quella serata "ti ricordi quella sera?" mi domandò Louis mentre tornava sul letto con me "come posso dimenticarla" appoggiai la mia testa sulla sua spalla e continuai a vedere quella foto "era la prima volta che uscivamo da fidanzata e fidanzato" iniziai "ed eri molto nervoso quando sei arrivato a casa e avevi trovato i miei genitori anche se li avevi già conosciuti e loro conoscevano te" risi "è vero, ma quella sera ero in veste del tuo ragazzo non del tuo migliore amico" precisò "portavi dei jeans neri e una maglietta nera dell'adidas, eri un vero schianto" "e tu invece avevi dei jeans e una camicetta a quadri nera e bianca" ricordò lui "eri bellissima e quei pantaloni ti fasciavano il tuo fondoschiena proprio bene" disse con un sorriso perverso sul volto, gli diedi un colpo sulla spalla "non fare così è la verità" rise ancora più forte "quella sera mi portai a fare un picnic su una spiaggia lontana dalla città, si potevano vedere le stelle splendere nel cielo blu quasi nero dell'estate inoltrata" posò un braccio sulle mie spalle "era il 15 luglio"  disse appoggiando la sua testa sulla mia "ti da fastidio?" chiese, scossi la testa e continuammo a parlare del nostro primo appuntamento.

 

Quella sera mi preparai per uscire con Louis, era il nostro primo appuntamento da fidanzati e dopo aver fatto una doccia e asciugato i capelli mi vestii semplicemente con un paio di jeans e una camicia nera e bianca a quadretti, indossai le Superga nere e poi mi truccai mettendo l'ombretto bianco e sfumarlo verso il nero, il remmel e poi il rossetto rosso che avevo comprato da Primark qualche giorno prima, misi il portafogli e il telefono nella borsa nera di pelle che le mie amiche mi avevano regalato e poi aspettai il campanello suonare all'arrivo di Louis.

Ero emozionata ma anche nervosa, non sapevo perché era pur sempre Louis il mio migliore amico solo che adesso facevamo qualcosa in più di prima, sentii bussare alla porta ed io andai verso di essa dove trovai i miei genitori e Louis, un po' imbarazzato da quella scena "ciao" lo salutai "ciao Brook" mi risalutò "andiamo?" gli chiesi andando verso di lui e salutare i miei genitori "mi raccomando" ci avvertì mio padre prima che chiusi la porta.

 

Andammo verso la macchina nera di Louis, mi aprì la portiera per farmi sedere sul sedile di pelle e poi passò dalla parte del guidatore "prima di partire" disse per poi allungarsi verso gli sedili posteriori "questi sono per te" mi porse un mazzo di rose rosse, le presi e ne sentii subito il buon profumo "grazie" gli dissi e poi gli diedi un bacio sulla bocca, inaspettato e strano.

Partì poco dopo verso una meta a me sconosciuta "allora dove andiamo?" gli chiesi mentre accendevo la radio in macchina e cercavo qualche canzone da sentire "è una sorpresa" mi rispose soltanto continuando a guidare verso la periferia di Londra e poi prendendo la statale, rimanemmo in macchina ad ascoltare la musica e parlare di cose sciocche come facevamo da anni finchè non arrivammo vicino al mare "dove siamo?" chiesi quando fermò la macchina e la spense "a Brighton" scese dalla macchina e venne  ad aprire la mia portiera e quando scesi anch'io andò verso il portabagagli per tirarne fuori in seguito un cestino da picnic "andiamo" disse chiudendo la macchina e porgermi il braccio a cui mi appoggiai e poi andare verso la spiaggia  dove stese una tovaglia e ci sedemmo lì mentre tirava fuori panini e dello spumante, lo onde si scagliavano sui pali di legno del Birghton Pier, mentre le luci dei giochi scintillavano nell'acqua scura dell'oceano e illuminava leggermente i nostri volti mentre le canzoni che si sentivano in lontananza rendevano l'atmosfera più romantica, dopo aver mangiato quello che aveva preparato per noi, Louis aprì la bottiglia di spumante e lo verso in due flûte "non abbiamo neanche l'età per bere" risi appoggiando delicatamente il mio bicchiere al suo facendo sentire un piccolo tintinnio "e cosa importa avere l'età per bere quando hai una serata così" indicò lo spazio intorno a sé "nulla risposi" bevendo il primo sorso, sorrisi quando finì l'intero bicchiere.

 

Dopo aver passato la serata finendo la bottiglia di spumante "sennò sarebbe uno spreco" testuali parole di Louis e aver guardato le stelle durante le interruzione dei nostri baci e aver fatto una passeggiata fino al parco giochi su una grande piattaforma ormai chiusa da un po', Louis ebbe l'idea di entrarci e fare i giochi anche se erano spenti, ed io un po' brilla o forse solo alla ricerca di qualche avventura d'amore con lui, accettai.

 

Così dopo aver posato il cestino, ci arrampicammo alla recinzione ed entrammo, era tutto diverso da poche ore prima quando si vedevano le luci colorare il mare, quando si sentivano le canzoni, le risate dei bambini e le urla di qualcuno sulle giostre, in quel momento invece sembrava abbandonato, tutto spento, le uniche luci erano quelle dei lampioni qua e là, gli unici suoni invece erano quelli dei nostri passi e dei nostri respiri "andiamo là" indicò Louis un po' più scuro, prendendo la sua mano lo seguii fino ad arrivare alle macchine a scontro "vieni" entrò nella 'pista' e porgendomi una mano mi chiese di ballare con lui ed io accettai "ma non abbiamo la musica" dissi improvvisando qualche passo di ballo con lui "sbagli" tirò fuori il cellulare e gli auricolari, me ne passò uno e fece partire la musica, ballammo un lento anche se la canzone dei Linkin Park non lo permetteva ma in quel momento sentivamo solo il bisogno di abbracciarci e baciarci, senza sentire una canzone che ci accompagnasse, senza sentire nulla intorno a noi tranne i nostri cuori che battevano all'unisono.

 

Dopo il ballo sulla pista delle macchine a scontro, passammo un po' di tempo sotto un lampione vicino alle montagne russe, seduti per terra, un suo braccio sulle mie spalle per tenermi calda dal vento che si era alzato da poco, prese il cellulare di nuovo "facciamoci una foto" disse e quando scattò il flash io premetti le mie labbra sulla sua guancia e lui mi strinse ancora più forte a sé.

Quando mi staccai da lui, vidi i segni del rossetto sulla sua guancia e sorrisi mentre lui cominciava a pulirsi, vide l'ora sullo schermo del telefono, erano le 2.00 di notte e io non mi sentivo per niente stanca, ero pronta a ripetere quella serata ancora, all'infinito.

"Dobbiamo andare oppure tuo padre mi ucciderà" si alzò e poi aiutò me, risi di gusto a quella affermazione ma aveva ragione così dopo essere usciti dal parco giochi e tornati alla macchina riprendemmo il viaggio di due ore e quando arrivammo davanti a casa mia, mi accompagnò alla porta e "grazie per la bellissima serata" gli dissi e mi baciò delicatamente le labbra proprio nel momento in cui mio padre aprì l'uscio e ci sorprese sul fatto, entrambi diventammo rossi per l'imbarazzo "grazie per averla riportata sana e salva" disse mio padre a Louis "di niente signore" gli strinse la mano ancora rosso in viso "arrivederci e buonanotte" si avviò verso la sua macchina ma prima mi lanciò uno sguardo a cui sorrisi.

"Tu dentro" mi disse mio padre e poi salì le scale per andare nella sua camera ed io con ancora il sorriso ebete che avevo tenuto per tutta la serata lo seguii e poi entrai nella mia augurandogli buonanotte.

 

 

"Ricordo ancora la tua faccia quando ci ha beccati a baciarci" risi tenendomi la pancia "ed io ricordo la tua, è inutile che ridi, eri tipo 'adesso lo ammazza e poi ammazza anche me'!" mi imitò mentre rideva anche lui.

"Ripeterei quella sera per sempre" pensai ad alta voce "anch'io" disse "anche se ho rischiato di perdere la vita" ridemmo entrambi al pensiero di mio padre e di quella serata "ma per te rischierei tutto" lo sentii dire "anch'io".


Spazio autrice

Ciao ragazze! Allora grazie per leggere, votare e commentare sono felice che la storia piaccia!

Scusate gli errori ma oggi non ho avuto tempo per scrivere e ho scritto tutto adesso di corsa e sono stanchissima, tra scuola, palestra e compiti quindi mi scuso, ricontrollerò prossimamente e correggerò anche gli altri capitoli!

Mi scuso anche per il capitolo corto ma proprio non ho tempo!!

Baci!

Arianna :)

twitter e instagram : onedandzayns :)


We are strong || Louis Tomlinson (#wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora