~Tredicesimo capitolo~

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Tredicesimo capitolo

Brook's pov

Rimasi a guardare il ragazzo di fronte a me, era così bello con i capelli castani scompigliati,gli occhi quasi liquidi, la barba non rasata da qualche giorno e le labbra fini stese in un sorriso per le parole che avevo appena pronunciato; istintivamente sorrisi anch'io e lui si alzò per appoggiare le sue mani ai lati della mia testa sul cuscino e poi si chinò per lasciare un semplice bacio sulle mie labbra screpolate, si staccò immediatamente da me ma con un cenno della testa gli feci capire che volevo di più quindi si abbassò di nuovo per far incontrare le nostre bocche, sentivo il suo profumo nell'aria circostante, il sapore di caffè e tabacco nella sua bocca, la barba mi solleticava il viso ma continuai a baciarlo.

Sorrisi in quel momento così bello anche se mi trovavo in un letto d'ospedale ma al mio fianco avevo il ragazzo che amavo più di ogni altra cosa, continuammo a baciarci fino a quando non sentimmo bussare alla porta bianca e Louis si staccò velocemente sedendosi sulla sedia come prima mentre il dottore entrava e ci guardava in tono accusatorio, sicuramente aveva notato il rossore sulle mie guance e le labbra più gonfie di entrambi e poi la macchina al mio fianco che segnava i battiti del mio cuore non aiutava molto, si schiarì la voce "vedo che è sveglia" mi disse e io annuii alla sua affermazione "volevo parlare in privato" continuò questa volta guardando verso il mio fidanzato che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo sulla stanza "certo, può parlare anche davanti al mio ragazzo" non volevo più nascondergli niente e poi era così strano chiamarlo ancora 'il mio ragazzo' , quindi il dottore annuì a venne verso il mio letto dove lesse quello che aveva scritto precedentemente sulla scheda clinica e poi fissò i suoi occhi nei miei, erano così estranei, quasi freddi "allora, signorina Fearmoon volevo dirle che dalle ultime analisi che le abbiamo fatto nelle ore precedenti abbiamo potuto vedere che la massa del tumore si sta riducendo e quindi tra qualche mese sarà pronta per l'intervento" rimasi senza fiato per qualche secondo a quella notizia e nello stesso momento anche Louis smise di giocare con il bracciale che mi aveva regalato, entrambi guardavamo il dottore davanti a noi per capire se quelle parole fossero vere ma vedendo che non aprii bocca il dottore continuò "la terremo questa notte in ospedale ma se le cure continueranno a fare il loro lavoro lei potrà tornare alla vita di prima" sbattei gli occhi qualche volta e risposi "ne sono molte felice" e guardai il ragazzo al mio fianco che sorrideva come un idiota.

Il giorno seguente Louis alle 10.00 del mattino si trovava nella mia camera d'ospedale aspettando che mi mettessi le scarpe per poi portarmi a casa dove avremmo trascorso la giornata insieme "non riesco ancora a capire perché non mi hanno fatto passare la notte con te qui" disse mentre prendeva la borsa dal letto "semplicemente perché gli orari di visita erano finiti" risposi prendendo la sua mano libera "ma io volevo rimanere con te" fece il labbruccio avvicinandosi alla mia guancia, mi misi a ridere spostandolo "ma non hai potuto, anche il dottore te lo ha ripetuto più volte" "già con la sua voce così roca 'lei, signor Tomlinson non può rimanere per questa notte, non mi interessa chi lei sia'" imitò la voce del dottore mentre ci dirigevamo nella reception, sentimmo tossire alle nostre spalle trovando il dottore della sera precedente "molto divertente signor Tomlinson" e poi passò davanti a noi, il mio ragazzo mi guardò con gli occhi sbarrati e poi scoppiò a ridere e io insieme a lui.

"Buongiorno Louis" salutò l'infermiera che passò per il corridoio "ciao" la risalutò lui "chi era?" chiesi mentre ci dirigevamo all'uscita "l'infermiera che si occupa di alcuni bambini che vado a trovare ogni tanto" rispose il ragazzo al mio fianco fermandosi mentre apriva la porta di vetro "ho avuto un'idea" mi informò "dimmi" mi girai verso di lui sistemando ancora un volta il cappello sulla mia testa "ti andrebbe di incontrare alcuni di quei bambini?" mi domandò "certo" risposi, mi avrebbe fatto molto piacere incontrare quei bambini che stavano passando la mia stessa situazione forse avrei potuto insegnargli qualcosa oppure loro avrebbero insegnato qualcosa a me, ci saremmo capiti e avremmo potuto passare questo brutto periodo insieme. Così chiudemmo la porta di vetro e tornammo all'interno dell'ospedale dove Louis parlò di nuovo con l'infermiera di prima per poter incontrare i bambini "certo, stanno giocando nella sala giochi sai dove si trova" rispose sorridendo quindi Louis appoggiando la mia borsa sulla sua spalla e prendendo di nuovo la mia mano ci avviammo verso il reparto di oncologia pediatrica.

We are strong || Louis Tomlinson (#wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora