~Terzo Capitolo~

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Capitolo 3

Louis' pov

Erano passati due mesi da quando Brooklyn mi aveva risposto al telefono dopo una giornata che provavo a chiamarla e le uniche parole che sono uscite dalle sue labbra erano quelle che più mi hanno ferito in tutta la vita.
Quel giorno, lei in lacrime mi aveva detto che voleva lasciarmi senza però dirmi il motivo. In quei due mesi che avevo passato in America per il tour mi erano venute in mente tante risposte da dare a quelle parole, forse perché stavamo troppo tempo lontano, forse mentre ero via ha conosciuto qualcuno che le ha rubato il cuore, forse si era stancata delle cose che uscivano su internet su di me oppure altre soluzioni che non avrei mai potuto sapere se fossero vere o no.

Durante quei mesi però non avevo perso la speranza e continuavo a chiamarla ogni giorno, per sapere il perché della nostra rottura o semplicemente per sapere come stava, ma le mie chiamate non ricevevano risposte proprio come i messaggi che continuavo a mandarle.
Ogni giorno andavo sul suo profilo di twitter, facebook e instagram per vedere se ci fossero nuove foto o qualcosa che lei scriveva, ma erano ben due mesi che lei non scriveva niente sui social network.
Ogni giorno passavo ora a fissare il telefono aspettando qualche sua chiamata o messaggio,ma ogni sera quando mi coricavo non trovavo niente di suo e così molte delle notti dopo i concerti le passavo sul letto della camera dell'hotel oppure nella mia parte del tour bus a fissare le sue foto, quelle che mi aveva mandato la sera che era uscita insieme ai suoi amici, alle foto che le avevo scattato mentre dormiva rannicchiata nel mio letto a quelle che ci siamo fatti mentre passeggiavamo nel parco,uscivamo con gli altri ragazzi,stavamo a casa o in qualsiasi altro momento in cui avevamo voglia di fermare quel momento.
Un giorno provai pure a chiamare Ermione ma lei mi rispondeva che non poteva dirmi niente perché -come mi ripeteva sempre- aveva giurato alla sua migliore amica che non mi avrebbe detto niente e quando le chiedevo come stava la mia Brook, lei faceva una pausa e poi mi rispondeva che stava bene, dopo quella risposta chiudevo la telefonata e tornavo a fissare il soffitto.
I ragazzi erano preoccupati per me, non uscivo più molto come prima, uscivo solo quando ero obbligato dal lavoro, non andavo più in discoteca oppure a qualche party insieme agli altri, non ridevo più come facevo una volta e fumavo più spesso per lo stress e il nervosismo , queste cose però stavano facendo arrabbiare anche i manager che mi ripetevano di continuo che le fan si erano accorte del mio comportamento e che su internet c'erano diverse storie che giustificavano il mio comportamento.

Mi trovavo sull'aereo per Londra, il tour era finito e finalmente potevo tornare a casa per un po', fino a qualche mese fa non vedevo l'ora di tornare per rivedere la mia dolce fidanzata, per poterla abbracciare e baciare di nuovo dopo mesi, ma in quel momento mi trovavo su un aereo diretto a Londra dove la ragazza che mi mancava come l'aria non si sarebbe presentata all'aereo porto per rivedermi felice dopo mesi e poi andare a cena fuori o a casa mia per passare una serata solo noi due per raccontarci gli ultimi eventi.

"Hey Lou!" Mi chiamò Zayn che stava al posto vicino a me, tolsi una cuffia e smisi di fissare la foto di Brook che avevo come sfondo e mi girai verso uno dei miei migliori amici "sicuro di voler tornare subito a casa tua? Se vuoi possiamo stare un po' in giro" continuò il ragazzo moro al mio fianco.

"No, grazie Zayn ma ho bisogno di andare a casa" dissi mentre rimettevo la cuffia nell'orecchio e guardai fuori dal finestrino dell'aereo mentre il mio amico mi lanciava uno sguardo preoccupato, non ci diedi peso e continuai a guardare il cielo fuori.

Era pomeriggio e il cielo era azzurro, con un po' di nuvole sparse che sembravano batuffoli di cotone, oppure montagne di panna bianca che ti invitavano a tuffartici dentro, da piccolo pensavo che ci si poteva buttare dall'aereo per poi atterrare sulle montagne morbide ma poi crescendo capii che sotto le montagne a chilometri di distanza c'era la terra e cadendo ci si faceva male in quel momento pensai alla mia vita, fino a qualche mese fa ero al settimo cielo, una ragazza bellissima e dolce, un lavoro che amavo, dei migliori amici che erano più dei fratelli per me e delle fan che adoravo ma mi sono buttato per atterrare sulle morbide nuvole invece sono atterrato sulla terra e mi sono fatto male,tanto.

We are strong || Louis Tomlinson (#wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora