Capitolo 6

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Marinette aveva inserito la suoneria ad alto volume in modo che quando Luka le avrebbe mandato il consueto messaggio della buonanotte lei lo avrebbe recepito in tempo e chiamato immediatamente, era troppo eccitata e doveva dargli subito la buona notizia.

Di solito accadeva attorno alle tre, ora parigina, mentre a New York sarebbero state circa le ventitré.

Non era ancora riuscita a sentirlo quella giornata, sapeva che la band aveva diversi impegni e la ricerca per la nuova location per le prove non aiutava.

Marinette in ogni caso era tutta una Pasqua, ancora pochi mesi, sei per l’esattezza, e avrebbe finalmente coronato il suo sogno.

Era giugno e il contratto scadeva a fine anno.

Anche se questa notizia non l’aveva ancora comunicata a mamma e papà, ma per loro ci sarebbe stata l’occasione del consueto pranzo domenicale a cui non rinunciava per niente al mondo.

Chissà loro come avrebbero preso questa novità, che poi tanto novità non era perchè sia Tom che Sabine conoscevano bene il desiderio della propria figlia, l’avrebbero sempre appoggiata con il sorriso sulle labbra e annuendo, quando invece internamente avrebbero voluto che restasse.

Marinette si addormentò, un sonno un po' travagliato perché ogni tanto si svegliava per controllare il telefonino lasciato sopra il comodino, non sia mai che si sarebbe persa quella notifica.

Era l’una di notte, ovvero circa le otto di sera nel Nuovo Mondo.

Sbuffò e richiuse gli occhi, anche se giunti a quel punto sarebbe risultato alquanto difficile, Marinette aveva i nervi a fior di pelle e il sonno era passato del tutto.

La voglia di comporre il suo numero era tanta, ma non voleva neppure disturbarlo e sicuramente si sarebbe preoccupato se avesse ricevuto una chiamata da Marinette a quell’ora della notte, non che cambiasse molto se l’avesse fatto tra un paio.

Il cellulare trillò dopo nemmeno un’ora facendola sussultare, non si era prodigata di leggere il messaggio, tanto sapeva che poteva essere solo il suo Luka, successivamente compose il numero a memoria tremando.

“Ehi, tutto bene?” Chiese l’interlocutore rispondendo al primo squillo non pensando di certo di ricevere una chiamata.

“S-si! Te? Non mi aspettavo un messaggio così presto.”

“Sono molto stanco Marinette, è dalle quattro che sono alzato, non ho nemmeno cenato e ho solo voglia di buttarmi a letto e chiudere gli occhi, anzi, lo sono già. E tu? Qual è la tua scusa per chiamarmi?”

“Mmm…mi serve un motivo per voler sentire la voce del mio ragazzo? Mi manchi tanto Luka…” Sospirò affranta.

“Anche tu mi manchi…non sai quanto vorrei stringerti e averti qui accanto” Il chitarrista guardò la parte vuota del suo letto e ne accarezzò il cuscino con occhi languidi immaginando la sua fidanzata dormire beatamente con lui, ma l’ologramma di Marinette svanì appena lo sfiorò con le dita sinuose, lasciandogli solo un posto buio da osservare tristemente.

A Marinette balenò in testa un’idea nel frattempo, una cosa che avevano fatto solo una volta e che si erano ripromessi che prima o poi avrebbero rifatto, ovvero del sesso telefonico.

Mentre parlava con Luka stringeva e strofinava le gambe perché un formicolio nel basso ventre stava aumentando di intensità e doveva placarlo in qualche modo.

“Mmm…visto che sei stanco, ti va di rilassarti con me?” Chiese con voce suadente mentre si preparava già divaricando le gambe per comodità.

Luka rimase per qualche secondo interdetto non sapendo che fare, ma in mancanza di altro…non poteva di certo dire di no a quella voce così sensuale e peccaminosa che gli fece confluire il sangue in un punto ben preciso del corpo.

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