Capitolo 41

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Adrien ci aveva pensato molto ed era la decisione giusta da prendere.

Ormai stavano insieme da circa un anno e da poco avevano iniziato la loro effettiva convivenza nella loro nuova casa.

Alla fine, Marinette si era decisa a trasferirsi a Villa Agreste, dopo che i lavori di ristrutturazione, minimi, e l'arrivo del nuovo arredamento fossero giunti a termine.

Gabriel aveva traslocato nel nuovo ed immenso appartamento condividendolo con la nuova compagna, una signora molto fine, dal carattere e tratti molto diversi da Emilie, ma in perfetta linea con i suoi canoni, ed Adrien e Marinette non potevano far altro che essere felici per lui, finalmente un po' di luce dopo un periodo, troppo lungo, di buio anche per lo stilista.

Nei due mesi che avevano preceduto il reale trasferimento di Marinette, Adrien aveva alloggiato da lei, ci stavano stretti, questo era innegabile, perché per quanto fosse, l'ex modello teneva molti più vestiti di lei e l'armadio cominciava ad esplodere, senza contare gli scatoloni sparsi per casa con i quali Marinette rischiava sempre di rompersi l'osso del collo se non faceva attenzione.

Però era stato un periodo felice e spensierato, i due avevano realizzato veramente che cosa avrebbe significato condividere una vita insieme anche se un po' limitata.

"New York?" Aveva chiesto Adrien al padre.

Gabriel appoggiò la tazza di ceramica con all'interno il suo immancabile tè verde sulla scrivania, deglutì il liquido tiepido che aveva trangugiato e girato la pagina del quotidiano finanziario che stava consultando.

"Si, New York." Asserì serio.

"Non puoi andarci tu?" Chiese gesticolando con le mani, gli scocciava allontanarsi da Marinette, perché sapeva che sarebbe stato via parecchio e non solo qualche giorno come gli capitava quando andava a Londra o Milano "...sarà una buona occasione per portare Juliette a visitare la Grande Mela." Aveva detto.

"Non fare questi giochetti con me, ragazzo... e comunque puoi andare con Marinette, magari finalmente riuscirai a farle la proposta."

Adrien sussultò e si grattò la tempia dall'imbarazzo.

"A proposito, perché non ti sei ancora deciso a metterle l'anello al dito?"

"Non dirmi che le controlli la mano ogni giorno." Assottigliò gli occhi il biondo.

*

Adrien con titubanza bussò alla porta dell'ufficio del padre ed entrò quando ebbe da quest'ultimo il permesso.

"Papà... ti disturbo?" Chiese infilando solo la testa sull'uscio.

"No, vieni. Ci sono problemi?" Domandò notando la sua voce tremolante e le mani sudaticce.

"Dipende..."

Gabriel continuò a battere i tasti sulla tastiera non alzando lo sguardo.

"Non ci sono problemi tra i conti..." Ipotizzò "...non saresti così preoccupato. Marinette non è incinta, altrimenti saresti venuto a darmi la bella notizia assieme a lei... ma qualcosa ti turba, che cosa c'è?" Lo stilista finalmente si degnò di alzare lo sguardo e puntare il suo sguardo blu in quello verde di lui.

Adrien aveva la stessa espressione di Emilie quando doveva chiedergli un favore.

"Ecco... io..."

"ADRIEN!" Gabriel si stava spazientendo e lo richiamò all'ordine "...dimmi che c'è e basta senza girarci attorno."

L'ex modello deglutì il nulla, forse non era stata una buona idea andare da suo padre, sicuramente sarebbe stato meglio che si fosse arrangiato per conto suo, del resto quella era una cosa personale, molto personale, ma poi prese coraggio perché sicuramente Gabriel sarebbe stato contento di apprendere la notizia.

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