Capitolo 15

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Una bella doccia fredda era proprio quella che serviva ad Adrien per placare i bollenti spiriti e togliersi dalla mente Marinette.

Un pensiero che si era insinuato persino nei suoi sogni più nascosti quella notte, o per meglio dire giorno, visto che era crollato alle sei di mattina disertando anche il viaggio di lavoro a Londra assieme al padre.

Fine e sensuale, si era lanciata in una danza ondeggiando i fianchi e continuando ad accarezzarsi tutto il corpo in maniera erotica con solo la lingerie addosso, la stessa che aveva notato quando l'aveva spogliata degli abiti l'altra notte mentre la metteva a letto.

Adrien era pietrificato e tutti i muscoli rigidi...tutti, senza alcuna possibilità di muoversi o di poterle mettere le mani addosso.

Una tortura...una dolce tortura.

Per questo quando si era svegliato, era meglio che l'acqua fredda scorresse lungo tutto il suo corpo, forse l'avrebbe distratto da quel pensiero...stupendo.

Rabbrividì quando venne investito da una cascata gelida, e mentre sembrava che tutto fosse passato, qualcuno apparve oltre il vetro appannato della cabina della doccia, lasciando Adrien impietrito e con la bocca spalancata.

Lei.

Con la stessa mise e con lo stesso sguardo sexy e provocante.

Ondeggiava su quei tacchi neri indossando solo lingerie bianca e calze autoreggenti.

Quando arrivò nei pressi del vetro si abbassò con le gambe aperte continuando ad accarezzarsi la pelle morbida e liscia, Adrien ne poteva sentire il profumo di buono che emanava.

"Adrien..." Lo chiamò a sé come una sirena richiamava un marinaio dentro una tempesta senza dargli la possibilità di sottrarsi a quella voce sensuale.

Poi si voltò ed alzò le braccia passandosi le mani sui capelli neri facendoli ricadere sulla schiena mettendosi poi prona.

Girò la testa e gli volse uno sguardo voglioso mentre si leccava le labbra e si rigirava.

Adrien si appoggiò al muro piastrellato, chiuse l'acqua e tolse con un gesto secco della mano il vapore che si era formato sul vetro per assicurarsi che non fosse una visione.

"Non mi fai entrare?" Gli chiese appiccicandosi al vetro cercando di arrampicarsi.

"Non sei reale!" Deglutì.

"Uhm...allora non mi vuoi..." Mormorò palpandosi il seno gonfio e turgido.

Adrien chiuse gli occhi e riaprì l'acqua fredda.

Il cuore batteva all'impazzata e il respiro si fece sempre più affannoso mentre il sangue confluiva dal cervello all'unica parte del corpo che dove starsene al suo posto, lì bello tranquillo.

Poteva sentire quello stesso sangue ribollirgli dentro le vene.

Adrien appoggiò la schiena saldamente alla parete mentre le ginocchia diventavano di gelatina a causa della presenza inaspettata di Marinette, soprattutto ora che aveva aperto la porta della doccia e si era fiondata su di lui.

"Non ti ricordi? Ieri non mi hai accompagnata a casa mia, ma a casa tua e..." Gli prese una mano e gliela portò su quel membro che aspettava solo di essere soddisfatto.

"No, sono sicuro di averti lasciata sul portone e ho aspettato che entrassi."

Su e giù in un movimento dolce e sensuale.

"Mmm..." Gli baciò il collo e poi lo leccò lasciando dietro di sé una scia infuocata "...questo è quello che credi...ma allora perché sono qui?" Chiese ancora più sensuale.

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