Capitolo 35

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Lila Rossi guardò fuori dalla finestra spalancata.

Il profumo di lavanda delle campagne parigine limitrofe le entrò fin dentro le narici.

Appoggiò un braccio alto sullo stipite bianco ed osservò il sole tramontare oltre le montagne con un ghigno sadico.

Sapeva che quella era stata una giornata del tutto nuova per lei e per la Casa di Moda Agreste ormai allo sfascio e senza una parte importante della collezione, quella che avrebbe consentito al marchio di rimanere sulla cresta dell'onda.

Accese poi una tv ancora con il vecchio tubo catodico posto su un tavolino di sughero traballante che ci mise un po' prima di andare in funzione.

"Abito in una casa super tecnologica" Si vantò con Juliette dell'amministrazione qualche giorno prima.

Si, lo sarebbe stata dopo la ristrutturazione, se la ditta incaricata ai lavori non avesse fallito e se quella casa fosse solo stata la sua.

Lo era.

Un tempo.

Perché la famiglia Rossi aveva venduto quella proprietà un po' fuori le mura parigine qualche anno prima, dopo la morte della moglie.

Purtroppo quella casa era andata poi distrutta da un incendio tempo fa e i nuovi proprietari furono costretta a trasferirsi momentaneamente in un appartamento al centro di Parigi finchè i lavori fossero terminati.

Chissà come l'avrebbero presa se avessero saputo che il colpevole della distruzione abitava abusivamente tra quelle mura.

Poco importava, e sembrava anche che non gli interessasse portare a termine i lavori.

Si mosse con circospezione tra la polvere del pavimento non ancora posato e tenendo la tazza contenente latte e cereali, affondò nel materasso buttato per terra e usato come divano.

Sintonizzò quel catorcio nel primo canale che trasmetteva il telegiornale.

Prese una cucchiaiata di latte e cereali al miele e se lo portò alla bocca, alzò infine il volume perché non riusciva a sentire con il sottofondo di lei che masticava.

"Siamo rammaricati nel comunicarvi che purtroppo la sfilata di domani non potrà avere luogo. Sono stati rubati i disegni della nostra collezione della Linea Giovani..." Così aveva iniziato il monologo Gabriel Agreste ai microfoni di tutte le reti televisive e Lila Rossi sperava facesse il nome di Marinette, nonostante a lei avesse esplicitamente detto che l'avrebbe ritenuta responsabile di un eventuale fuga di notizie.

"Sapete già chi è stato?" Chiese un giornalista allo stilista che si stava destreggiando magnificamente tra flash e domande poste una di seguito all'altra.

"No, nessuna purtroppo."

"Si vocifera che MarinetteDupain-Cheng sia stata licenziata, l'hanno vista allontanarsi dalla Casa Di Moda." Domandò una reporter dai capelli biondi.

Gabriel si sistemò meglio gli occhiali sul ponte del naso solo con la scusa di prendere tempo "La signorina Dupain-Cheng è molto provata per quanto successo, le ho accordato il permesso di andare a casa, tutto qua." Rispose con nonchalance e Lila spense il televisore dopo aver schiacciato per ben tre volte il pulsante di spegnimento del telecomando e dal nervoso lo frantumò contro la parete.

"BUGIARDO! L'hai licenziata! Io c'ero!" Si alzò di scatto rovesciando la tazza a terra.

"Mia signora" La richiamò con cortesia il suo kwami.

"Che vuoi, Nooro?" Berciò sputando del latte.

Lo spiritello si guardò attorno timidamente e come se avesse paura di dire o fare qualcosa, perché una cosa era certa: Lila Rossi lo terrorizzava a morte.

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