Capitolo 12

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Marinette non era riuscita a dormire molto quella notte, ormai le capitava spesso quando al pomeriggio o prima di addormentarsi riceveva una telefonata dal suo fidanzato Luka, nonostante gli mancasse parecchio, ultimamente sentiva che qualcosa non andava e i suoi sentimenti per lui iniziavano dopo la bellezza di quasi dieci anni insieme e un futuro da costruire, a vacillare.

Colpa anche di un certo gattone che non riusciva a stare lontano dalla sua terrazza e che in una serata apparentemente tranquilla, l’aveva portata a sognare tra i tetti di Parigi mostrandole quanto bella fosse la città dall’alto, o forse la città ora assumeva un’altra sfumatura con lui.

Nero e misterioso come la notte…impossibile non rimanere ammaliati, e quegli occhi verdi e profondi che la richiamava a sé come una falena attorno alla fiamma erano un pericoloso segnale che prima o poi si sarebbe scottata.

Marinette osservò il ragazzo che dormiva ancora beatamente seminudo sul suo letto e sospirò affranta, doveva prendere assolutamente una boccata d’aria fresca, così indossò la sua camicia bianca racimolata per terra, finita assieme al suo abito vicino una gamba del letto ed uscì nel terrazzino.

L’alba che stava sorgendo dietro la Tour Eiffel era bellissima e la città si stava pian piano svegliando con lei, il tutto le metteva un senso di pace e serenità.

Un pensiero egoistico le attraversò la mente: se in quel momento fosse arrivato Chat Noir non ci avrebbe pensato due volte a scappare con lui, anche solo per un giro panoramico alla ricerca delle bellezze della città, e non escludeva che avrebbe visto i suoi aprire la saracinesca della panetteria come era solita a vedere qualche anno fa.

Ecco, quel particolare le mise ancora più tristezza e si lasciò andare ad uno sbuffo quasi seccato.

Marinette si passò una mano tra i capelli cercando di sistemarseli un po' nell’esatto momento in cui due paia di braccia la cinsero da dietro e un brivido le attraversò la spina dorsale.

Possibile che…?

L’entusiasmo iniziale si smorzò quando notò le braccia nude di Luka.

“Mattiniera stamattina?” Le baciò delicatamente il collo rilevando una certa rigidità che gli fece storcere la bocca, non era da lei comportarsi così, qualche settimana fa non riuscivano a staccarsi di dosso e oggi invece tutto sembrava diverso, la sentiva distante e non sapeva perché.

Si, lei le aveva parlato di Adrien e che stavano lavorando a stretto contatto, ma non sembrava che da come parlassero entrambi ci fosse qualcosa tra i due e Marinette non ne pareva affatto attratta, al contrario però di lui che le lanciava certe occhiate.

E allora che cosa la turbava così? Che avesse capito l’intenzione di Luka e del perché era giunto improvvisamente a Parigi?

“Sono così elettrizzata che non sono riuscita a chiudere occhio.” Gli sorrise mestamente nascondendo invece la reale motivazione.

Marinette si era resa conto di non provare più amore nei confronti del suo ragazzo e questa cosa la stava logorando.

Ne aveva il sentore già da qualche tempo, forse da quando quegli occhi verdi avevano puntato i suoi arrivando fino al centro della sua anima insediandosi così in profondità da non poterli più scacciare via.

Ma come dirlo a lui? Sarebbe stato più saggio mentire e continuare o troncare subito quella relazione decennale? Lo avrebbe ferito in ogni caso.

“Sai che non devi mentirmi, Marinette.” Sembrava saperlo già.

“N-non ti-ti sto me-mentendo” Biascicò poco convinta.

Luka le prese delicatamente una spalla e la voltò verso di lui stampandole un bacio sulle labbra.

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