Capitolo 19

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Tutto era pronto per la festa a Villa Agreste.

I tavoli erano stati imbanditi a bordo piscina e tra un paio d'ore i suoi ospiti sarebbero arrivati, anche se giunti a questo punto, ad Adrien non importava molto degli altri, ma gli bastava una persona in particolare che non mancasse: Marinette.

Gabriel si sarebbe intrattenuto a Londra per affari, la sfilata di moda era alle porte anche se non aveva ancora annunciato la data ufficiale e doveva mettere a punto gli ultimi dettagli con i soci minoritari.

Qualcosa però era andato storto e la riunione era stata rimandata alla settimana prossima, quindi, si trovava all'interno della villa.

A nulla sono valsi i tentativi del figlio nello spronarlo a prendersi comunque una mini vacanza giusto per staccare la spina un attimo, Gabriel gli aveva detto che si sarebbe rinchiuso nel loro covo segreto a studiare la situazione.

Nelle ultime settimane avevano raccolto prove a sufficienza per iniziare a indagare su chi poteva nascondersi dietro la machera di Papillon.

Qualche sospetto, ma nulla di fatto tra le mani.

Se solo suo figlio non fosse troppo impegnato a correre dietro alle ragazze, anche se solo ad una in particolare in verità, a questo punto quel criminale sarebbe già in prigione a scontare la sua pena.

Anche a New York era successa la stessa cosa, gli sfuggiva sempre per un soffio, ma non si era mai soffermato a pensare a chi ce la poteva avere di concreto con la sua famiglia, se era questo il reale scopo di quello che si faceva chiamare Papillon.

E' stato dopo il suo arrivo a Parigi che padre e figlio hanno allestito un vero e proprio ufficio sotto casa e hanno iniziato ad indagare per conto proprio.

"La polizia lo prenderà!" Gli aveva detto Adrien.

"La polizia? Quello non beccano neanche un raffreddore! E comunque non possiamo continuare a perdere soldi in questa maniera."

"Lo sai che le assicurazioni coprono tutti i danni."

"Non è questo il punto, Adrien. Dobbiamo prendere quell'essere spregevole e capire perché ce l'ha tanto con noi."

Adrien sospirò mentre controllava che fosse tutto apposto e si soffermò a guardare la piega della tovaglia e sorrise perché gli venne in mente la maniacalità che Marinette ci aveva messo per la serata di beneficienza, poi rovinata da quel megalomane.

"Me la pagherà anche per questo!" Si era detto prima di venire interrotto dal maggiordomo che lo informava che la band era arrivata.

Il cuore del modello parigino ebbe un sussulto, questo significava che anche lei era arrivata.

Cercò di darsi un contegno e di andare ad accogliere i suoi ospiti come si confà ad un padrone di casa, ma il suo entusiasmo venne smorzato dalle parole di Luka che alla sua domanda di dove fosse Marinette, gli aveva risposto che aveva avuto un contrattempo e che sarebbe venuta più tardi.

Controllò il cellulare alla ricerca di messaggi da parte sua, magari aveva rinunciato all'ultimo, e se questo fosse accaduto, sarebbe andato di persona a prenderla, poco importava se c'era il suo ragazzo lì.

Ma di messaggi nemmeno l'ombra, forse aveva ragione e Marinette aveva delle ultime cose da fare e sarebbe arrivata più tardi, anche se il tono con cui glielo aveva comunicato non sembrava dei migliori.

"D'accordo. Vi faccio strada, ragazzi!"

I quattro musicisti seguirono il padrone di casa nel retro dove si sarebbe svolta la festa, tutti rimasero di stucco perché nessuno immaginava che nel centro di Parigi si ergesse una costruzione che contenesse così tanto sfarzo.

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