CAPITOLO 19

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Non ci potevo ancora credere, ora che ne sarà di me? Cosa dovrò fare? Che fine farò?
Non ci volevo neanche pensare. Cercavo di trattenere le lacrime davanti a Jenn e Britt, ma, cavolo, sono i miei genitori. Ho pianto a lungo, anche durante la notte. Jenn mi ha consolato anche lì, non riusciva a dormire.
<<Cosa c’è, principessa?>>
<<Ho tante domande…>>
<<…ma nessuna risposta>> mi fa il coro.
<<Come fai a saperlo?>>
<<Mia madre è morta che avevo dodici anni, di cancro. Mio padre è morto quando ne avevo diciannove. Sono stati anni difficili, e, nonostante tutti i miei dubbi, ho “superato” la cosa. Ovviamente, vorrei i miei accanto a me, non dico questo. – dopo qualche secondo, mi ricattura con lo sguardo - C’est la vie!>>
<<Non lo sapevo, mi dispiace…>>
<<Oh, no, tranquilla. È passato tanto tempo>> fa il gesto con la mano che dice: “niente di importante, niente di che”.
<<Ho una domanda per te>>
<<Spara>>
<<Perché, qualche volta, mi chiami “principessa”?>>
Non mi risponde subito, temporeggia con alcuni “ehm”.
<<Non che mi desse fastidio, ma ho questa curiosità, perché?>>
<<Ti risponderò franca…>>
<<Chi è Franca?>> ci domandiamo insieme, sorridendo.
<<Dico davvero. Mia madre mi chiamava “principessa”, prima che morisse…>>
<<Come si chiamava?>>
<<Naya>>
<<Davvero? Parli seriamente?>>
Annuisce a tutte e due le domande: <<Sì>>
<<Per questo ti sei affezionata a me?>>
<<Non solo. – si fermò e riprese il discorso di prima – Lei mi chiamava così, perché, “principessa”, vuol dire “donna che governa”. Da piccola ero una a cui piaceva decidere e comanda, anche per gli altri. A me chiamavano così in senso negativo, invece, il significato che attribuisco a te è “donna di bellezza nobile e sofisticata e di modi raffinati”>>
<<Grazie, Jenn. È un pensiero carino>>
<<Vedi?>>
Arrossisco.
<<Ora dormiamo, va bene, principessa?>>
<<Certo, regina>>
<<Buonanotte>>
<<Domani puoi chiedere a Britt di portare la chitarra che c’è nella mia stanza? Devo fare una cosa>>
<<Certo, principessa>>

È stata davvero dolce a consolarmi, ieri, ma oggi è il grande giorno della sorpresa.
Vedo Britt con la mia chitarra rossa in mano, l’ultimo regalo dei miei genitori.
<<Cosa hai in mente, Naya? Conoscendoti sarà qualcosa di folle, ma dolce>>
<<Non rovinare la sorpresa, Britt!>>
Alza le mani in segna di resa, io continuo a fare domande ed a spiegare: <<Quando sarà la lettura del testamento dei miei?>>
<<Domani>>
<<Ci devo assolutamente essere. Chi saremo?>>
<<Noi e tua zia con la sua famiglia>>
<<Ah, certo. Ora, uscite, per favore. Jenn, vatti a fare una doccia, torna tra due ore>>
<<Ma… - la blocco con la mano – non…>>
<<Vai>>
<<Va bene, vado>> arresa.
Devo comporre una canzone, ed ora uscite tutti dalla stanza. Compreso te, lettore, su, esci, via. Devo lavorare.

CHIAMAMI PURE MAMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora