Tre mesi passarono veloci, era già giugno. Io non sono cambiata, nulla è cambiato, ma i miei sì. Sempre più gentili. Manca una settimana alla partenza per New York, la grande mela. Sono super esaltata dal viaggio che vorrei essere già lì, soltanto che non voglio lasciare per un mese e mezzo Britt e Jenn sole. Sicuramente porterò ad entrambe dei regali e souvenir. I miei hanno preso tre biglietti di sola andata, così da poter scegliere noi quando tornare, una buona idea.
La scuola è ormai finita, ma io, Jenn e Britt ci vediamo ogni giorno, come rito. Se ne sono appena andate, sono rimaste per cena, adesso è l’ora di andare a dormire, ma muoio dalla voglia di fare una lista di cose da visitare a NY. Accendo il computer, e cerco: “cosa visitare a New York”. Mi spuntano miliardi di siti, ma ne scelgo uno: “Non sapete cosa visitare a NY? Avete scelto la pagina giusta. Per prima cosa bisogna assolutamente visitare: Central Park, Metropolitan Museum of Art, Statua della Libertà, Empire State Building, Ponte di Brooklyn, Washinton Square Park, Times Square…”. Scrivo tutte queste cose in un foglio di carta, da spuntare dopo averli visti. Bene, ora posso andare a dormire. Chiudo subito gli occhi.Mi risveglio molto stanca, guardo l’ora, l’una e mezza, cavolo! Ora di pranzo, non me ne sono neanche accorta. Scendo di fretta ed ho davanti una scena comune: mio padre cucina il pranzo e mia madre stava guardando foto di NY su internet, mi sono avvicinata, dicendo: <<Felice?>>
<<Oh, amore, mi hai fatto paura, comunque, buongiorno e, sì, sono super impaziente e felice>>
<<Lo sono anche io>>
Ci sediamo a tavola molto felici di parlare del viaggio. Abbiamo parlato di questo argomento per mezz’ora, poi ci ha interrotto il campanello, corro verso la porta: erano Britt e Jenn. Le saluto con un forte abbraccio. Si salutano tutti a vicenda e saliamo nella stanza per parlare.
<<Ho fatto una lista su cosa vedere a NY, ve la leggo?>>
Annuiscono all’unisono.
<<Central Park, Metropolitan Museum of Art, Statua della Libertà, Empire State Building, Ponte di Brooklyn, Washinton Square Park, Times Square>> fanno “sì” con la testa ad ogni posto che nominavo.
<<Piuttosto, quando parti? A che ora?>>
<<Il sedici alle nove, per arrivare a NY alle undici>>
<<Va bene, vi accompagniamo noi all’aeroporto, ne ho già parlato ai tuoi>>
<<Sono d’accordo>>
Si vede che sono un po’ tristi, non ci vedremo per un po’.
<<Siete tristi?>> mi lancio.
<<Un po’, ma siamo felici per te>>
<<Vi porterò qualcosa di indimenticabile, ve lo prometto>>
<<Ti perdoniamo>> ridiamo insieme.
Dopo ore, loro cominciano ad andare. Mi trovo da sola nella mia stanza, ad ascoltare musica. Devo dire che non ho mai avuto delle amiche così, anzi, non ho mai avuto vere amiche. Non so tenermele, perché ero troppo introversa.
Jennifer Collins mi ha cambiato la vita. Migliorerà sempre di più, anche se incontrerò nel mio cammino molti ostacoli, lei, i miei genitori e Britt ci saranno sempre per me. Avete presente quando avete un motivo per continuare a vivere? Un motivo per alzarvi felici la mattina? Ecco. Molti hanno i figli, io ho le mie migliori amiche, e lo saranno per sempre.
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CHIAMAMI PURE MAMMA
Teen FictionSono una ragazza molto introversa con alcune persone, ma con altre sono diversa, quasi non mi riconosco. Sono arrivata in questa nuova città, così fredda e cupa, ma solo una persona riesce a far splendere il sole: Jennifer Collins, la mia consulente...