CAPITOLO 4

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Mi sveglio con una chiamata di una mia compagna del corso di inglese, Valerie. A dir poco espansiva. Abbastanza simpatica e di piacevole compagnia, soltanto che non mi può chiamare alle sei e mezza del mattino. Mi alzo stropicciando gli occhi, quasi violentemente, ma solo un pensiero mi tira su il morale: oggi devo sostituire la consulente scolastica Jennifer Collins.

Stranamente, dopo essere arrivata a scuola con dieci minuti di ritardo, sono stata la prima ad entrare in classe. Spagnolo. Mi ero preparata così bene sulle coniugazioni, peccato. Dopo che sono passati quindici minuti, esco dall'aula per chiedere spiegazioni da Brittany, anche se so che lei entra alle nove, ma lei arriva sempre un po' prima.

Riesco a catturare il suo sguardo: <<Salve, Brittany>>

<<Ciao, Naya, come stai? Sei pronta a sostituire Jennifer?>> troppe domande.

<<Ovvio, ma c'è qualche assemblea? La mia prof della prima ora non c'era>>

<<No, nessuna assemblea. La professoressa Lopez è malata. Si è annullata ieri la lezione. Non ti è arrivata la mail?>>

<<No, almeno, non l'ho vista>>

<<Ricorda che fra tre ore hai una consulenza, non più due>>

<<Come mai? Hanno sentito che sono io a sostituire la signorina Collins?>>

<<No, no, assolutamente - ridendo - una delle "pazienti" era la Lopez>>

<<Ah, va bene. Ci vediamo>>

Corro verso l'aula di francese, e mi taglia la strada il bullo più temibile della McBryce School: Baldric Wiedemann. Vedo che mi guarda con occhi fissi e sicuri. Mi spinge verso gli armadietti, sbatto la schiena e cado a terra, quasi seduta. Una ragazza mi tende la mano, Valerie, la ragazza estroversa. Comincia lei a parlare: <<Tutto ok?>>

<<Credo di sì>>

<<Credi?>>

<<Sono un po' confusa, ma posso farcela, non è così grave, alla fine>>

<<Sicura?>> dice guardandomi la spalla.

<<Sì, grazie>>

<<Vuoi andare in infermeria?>>

<<No, perché?>>

<<Hai un livido impressionante sulla spalla, dove hai sbattuto>>

<<Ah, in effetti fa un po' male, ma guarirà. Adesso, se non ti dispiace evo andare alla lezione di inglese>>

<<Anche io devo andare lì, ti accompagno>>

<<Va bene, andiamo>>

Mi aiuta ad alzarmi, e mi prende a braccetto. Non abbiamo parlato per tutto il tragitto, forse troppo imbarazzo, anche se rompe il silenzio con una domanda: <<Ti va di parlarne con la Collins? Guarda che lei è brava>>

<<Ehm, lo so, ma per adesso non penso>>

Lei annuisce incredula, entriamo in classe, varca la soglia il professor Brown.

Finisce la lezione più in fretta della "pausa" che ho avuto a prima ora. Oggi, per fortuna, ho solo tre ore: spagnolo, inglese, letteratura. Vado a vedere come sta Brittany, ma la vedo impegnata al telefono: <<No, tu non puoi lasciarla lì, la devi andare a prendere. Sei suo marito, devi farlo. Quando l'hai sposata le hai promesso di stare accanto a lei in salute ed in malattia. Chiamo io perché lei ha dimenticato il telefono a casa, non ce l'ha. Fai come vuoi>> riattacca.

Non sapevo se correre da lei, o scappare dalla parte opposta. Decido la prima opzione.

<<Ehi, Britt, cosa succede? Problemi con la Collins?>>

<<Non con lei, ma con suo "marito">> fa proprio il gesto delle virgolette, per sminuirlo.

<<Eh, cosa succede?>>

<<Jennifer, nonostante sia maggiorenne, deve avere una specie di tutor, ha bisogno di qualcuno, un familiare, che la porti a casa e che si prenda cura di lei. Suo marito è un essere inutile, non vuole farlo. Non si vuole prendere questa responsabilità>>

<<Oh, cavolo. Ma, non ha una sorella?>>

<<Sì, ne ha una, devo solo convincerla. La sorella, Annie, è arrabbiata con Jennifer, perché il padre, dopo la sua morte, ha lasciato tutto a lei, e non ha diviso in due tra le due sorelle. Annie si è molto arrabbiata. Jennifer le ha dato metà dell'eredità, ma Annie ha ancora del risentimento>>

<<Wow, una ferita aperta. Vuol dire che la convinceremo, ma io adesso devo andare nella classe D13 per letteratura>>

<<Va bene, a dopo>>

Inizia la lezione molto lentamente, e finisce come tale. Mi avvicino allo studio marcato con una piccola insegna rossa che dice con una scritta bianca: consulente scolastica Jennifer Collins.

Mi sistemo nello studio, ed entra Brittany.

<<Ehi, Britt, sai quando arriva la ragazza che devo incontrare?>>

<<Penso di saperlo, sono io>>

Resto un poco paralizzata, ma la accolgo felice: <<Prego, su, entra. Parliamo dei tuoi dubbi>>

<<Wow, sei proprio rassicurante come Jennifer>>

<<Ne sono contenta>>

Inizia subito a parlare, come un fiume in piena, miliardi di parole ed argomenti. Poi comincia a parlare di un certo Mark. Capisco dopo un po' che si trattava del marito di Jennifer. Mi cominciava a dire che era uno stronzo, e cose del genere. Non so come, ma, inaspettatamente, mi sorse un dubbio: <<Britt, una domanda, ma questo Mark, il marito della Collins, picchia Jennifer?>>

CHIAMAMI PURE MAMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora