CAPITOLO 12

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Mi sono svegliata sola. Speravo che Jenn fosse accanto a me. Dopo circa due minuti di pensieri fondati sui sogni di stanotte, entra Jenn con un vassoio: <<Buongiorno principessa, colazione a letto?>>
Il fatto che mi chiamasse “principessa” solo la mattina, mi incuriosiva.
<<Oh, grazie. Che pensiero carino, Jenn>>
<<Grazie Sis>>
<<Non ho mai fatto colazione a letto>>
<<Non è possibile, menomale che ci sono io>>
<<Certo, lo sai meglio di me>>
Fa spallucce con una faccia consapevole e mi porge il vassoio: una torta, una tazza di caffellatte, tre biscotti.
<<Perché la torta? Dove l’hai trovata?>>
<<Sono uscita presto e l’ho trovata in pasticceria, fuori c’è il sole. Britt torna fra due ore>>
<<Sei uscita apposta per la torta?>>
<<Sì, so che è la tua preferita>>
<<Come lo sai?>>
<<Hai lasciato il tuo diario, forse segreto, aperto. Passando di lì, mentre mi preparavo, ho letto: “12/01, giornata abbastanza felice, a parte la torta, era al cioccolato, molto pesante. Avevo esplicitamente detto a mia madre che volevo la cheesecake, la mia torta preferita…”, allora sono uscita a prendertela, il mio regalo di compleanno in ritardo>>
<<Ma… non ci conoscevamo neanche. Non so cosa dire, grazie>>
<<Non dire niente, mangia>>
Finisco la fetta in cinque minuti, la adoro. Adoro sia la torta che Jenn. Non pensavo che fosse così… sorprendente.
<<Jenn, grazie, davvero, tutto buonissimo. Ora mi devo preparare, che ore sono?>>
<<Sono le sette>>
<<I miei?>>
<<Fuori, penso a lavoro>>
<<Perché?>>
<<Oggi è lunedì, Sis>>
<<Cavolo, è vero>>
<<Ti sembro una che dice bugie>> cerca di alleggerire la situazione. Entro in panico quando mi devo preparare per andare a scuola.
<<Come mai sei così in ansia?>> domanda lecita.
<<Non so mai cosa mettermi>>
<<Dai, ti aiuto io>>
<<Ma non c’è tempo>>
<<Tu fatti la doccia, mentre io cerco qualcosa dentro l’armadio>>
<<Grazie, Jenn>>
<<Sono o non sono la tua migliore amica?>> non serviva la risposta.
In dieci minuti mi ero pulita, mi metto l’accappatoio ed esco. La vedo sistemare la maglietta sul letto ed ordinare quelle che non servivano. Non si ancora accorta di me. Lei continua a mettere i vestiti nei miei cassetti, sa perfettamente quali sono, stranamente. Li ha classificati per colori, non ho mai avuto tutto così ordinato, di solito me li “sistemo” io.
<<Ehi, Jenn, hai trovato qualcosa?>>
<<Sì>>
<<Dimmi>>
Prenda una maglietta rossa a V e me la lancia, lo stesso fa con i jeans chiari, i fantasmini bianchi, le scarpe nere: <<Questo abbinamento è perfetto, e sarai perfetta anche tu>>
<<Oh, non li avevo mai abbinati. In realtà non li ho mai messi, infatti hanno ancora le etichette>>
<<Vai, vestiti, sono le sette e venti>>
<<Certo>>
Mi vesto in pochi minuti, sono molto veloce. Esco con disinvoltura, Jenn mi blocca davanti a sé: <<Perfetta, come sempre>>
<<Grazie, Jenn>>
Prendo la cartella e Jenn mi passa un libro, di francese.
<<Cos’è?>>
<<Non lo vedi? Il tuo libro di francese>> me lo posiziona accanto al quaderno rispettivo dentro lo zaino. Io lo tiro fuori e non c’era la scritta “Marie Morris”, il nome della professoressa.
<<Non è il mio>>
<<Quello era della professoressa Morris, questo è il tuo>>
<<Mi hai comprato il libro?>>
<<Diciamo>>
<<In che senso?>>
<<Quello l’ho ridato alla professoressa, questo è di mia nipote, ormai maggiorenne. Non lo usa più>>
<<Annie?>>
<<Come la conosci?>>
<<Storia lunga. Ma non eravate litigate?>>
<<Infatti. Me lo ha fatto pagare>>
<<Quanto le è costato?>>
<<Stai scherzando? Non te lo dirò mai>>
<<Davvero>>
<<Non insistere, l’ho fatto con piacere>>
<<Va bene, non finirò mai di ringraziarti, Jenn>> l’abbraccio.
<<Dai, ora ti accompagno a scuola. Ho portato la mia macchina qua fuori. Le chiavi le ho io>>
<<Menomale>>
Usciamo ed arriviamo il quindici minuti. Le lezioni sono passate in fretta: letteratura, francese e ginnastica. Arrivata a casa, naturalmente riaccompagnata da Jenn, ritrovo mia madre con un laptop argentato sulle mani, con un fiocco rosso attaccato sopra.
<<Cosa succede?>>

CHIAMAMI PURE MAMMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora