Vorrei scrivere la mia versione di "A une passante", ma sarebbe incorretto.
Ho studiato il tuo volto, sebbene ora si sia dissolto dai miei ricordi; non riesco a vederti, sei sfocato.
Il contatto è stato breve, dopotutto, e fulmineo; Baudelaire potrebbe condividerlo. Parlava di istanti, secondi, sguardi; tempo e spazio, dilatati e ristretti.
Ho compreso, ma allo stesso tempo mi è quasi ostile prenderne atto.
Forse pensarti lontano mi consola? Oppure mi fa stare male?
Perché i due opposti mi tirano le braccia.
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Cronache di una mente fuori posto
PoesieUn diario delle emozioni disordinato e in crescita.