Le tue dita di cristallo non mi lasciano andare,
è sangue ciò che tocchi e non ti vorrei macchiare,
non ho che ossa rotte, lo continui a ricordare
come se non lo sapessi e mi lasciassi trasportare.Sotto al letto mi nascondo nella polvere di sogno
che mi cade dalle ciglia ogni qualvolta dormo
e tu lontano non mi parli, ma io almeno ti rincontro,
chiedo in cambio dei miei baci il tuo ennesimo perdono.Forse, sei tra le mie morse,
in mezzo a quei pensieri ai quali non trovo risposte
e ci sono mille fosse tra me ed una donna forte,
ma cos'ha mai importanza se ho il tuo viso sulle cosce?E poi è tutto a posto, di nuovo composto,
se piango per nulla cambiamo discorso,
ho preso il mio corpo e te l'ho messo addosso,
finendo ad averti adagiato al mio dorso.E tu, pittore che mi usi come tela,
renderesti viva anche una scena bianca e nera,
hai raccolto una bambina che ancora oggi mi fa pena
perché forse un po' è cresciuta, eppure non è mai serena.Flebile, continua a crescere,
sembra spezzarsi per poi convergere,
dentro al suo cuore si continua a perdere
e in quegli occhi verdi si prova a riprendere.Lo sai che faranno? Non mi cureranno,
la nausea mi porterà indietro danzando
tra nidi di ragno, ti porterò in basso,
tu tessi col pianto una tela per me.
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Cronache di una mente fuori posto
PoetryUn diario delle emozioni disordinato e in crescita.