Parlai quella sera stessa della festa a mia madre, che non sembrava molto contenta e accondiscendente all'idea di lasciarmi andare. Sapeva molto bene, che tipi giravano attorno a Calum.
<Chi ci sarà?> Chiese lei, ruotando lo sguardo.
<Roxenne, Allison, poi Reneè, Mannie e Phoebe...>
Notai sul volto di mia madre la tipica espressione che usava quando non sapeva che fare davanti a una richiesta simile, se accettare o rifiutare. Mi limitai a guardarla con i miei occhioni da cucciolo triste (di solito funzionano!) per provare a convincerla.
<Tu ti fidi ad andare?>
Feci le spallucce: era una festa di ubriaconi e ragazze che saltavano da un cazzo all'altro come le api con i fiori, andarci non sarebbe stata una cosa molto saggia, ma sapendo che c'erano anche le mie amiche volevo provarci. Lo so, non è una scelta "giusta e responsabile", ma io so come difendermi se qualcuno prova a infilarmi cose nel sedere.
<Tanto mamma, lo sai: non bevo, non fumo... Devi soltanto fidarti di me, sono una brava ragazza!>
<Amore mio, lo so che sei una brava ragazza e che papà ti ha fatta diventare una signorina intelligente. Di te mi fido tanto, anche papà si fida di te>
Papà.
Non sentivo quel nome da un sacco di tempo. Da quando lui se n'è andato, io non ho avuto nessun altro migliore amico, mio padre era tutto per me: mi aveva aiutata a crescere e a diventare una ragazza degna di rispetto, mi ha aiutato a passare i miei problemi e tutto il resto... Se ci fosse stato lui adesso, con me, probabilmente non mi avrebbe neanche fatto accennare il nome "Hood", solamente per il figlio degenero che avevano dato alla luce. Lui e il padre di Calum sono sempre stati grandi amici, le nostre famiglie erano in perfetta armonia, ma poi, un misero problema le scosse.
Qui a New Orleans, nel 2009, ci fu un devastante terremoto, che distrusse metà città. Magnitudo: 7.9.
Mio padre si trovava alla State Bank Building, dove lui lavorava in veste di vice direttore, quando iniziarono a sentirsi le prime scosse.
L'intero edificio venne evacuato, molti impiegati si salvarono, purtroppo alcuni morirono perchè l'edificio era crollato sulle loro teste. Mio padre venne subito portato in ospedale, riportò moltissime fratture che lo costrinsero a rimanere in ospedale per quanto gli restò da vivere. Gli scoprirono un sacco di altri problemi, includendo anche la più brutta di tutte: una scheggia di vetro grossa 5 millimetri lo aveva ferito gravemente al torace, quindi i suoi problemi respiratori erano aumentati vertiginosamente.
Mio padre, morì due mesi dopo il suo arrivo in ospedale, lasciando un vuoto inimmaginabile in tutta New Orleans: era conosciuto da tutti e apprezzato per la sua gentilezza e per la sua simpatia. Al suo funerale sembravo una fontana: ero "piccola", ma anche allora ero super emotiva. Era pur sempre mio padre.
Da lì... Nulla. Da allora, la famiglia Hood e la famiglia Crabgrass non hanno avuto più nessun tipo di contatto, se capitava, capitava di guardarsi e di salutarsi miseramente. Io neanche volevo saperne purtoppo, per non finire nei casini di Calum. Torniamo a noi. Lasciamo la mia parte drammatica in un angolo per conto suo.
<Già.. Papà... Chissà cosa direbbe, se fosse qua ora!>
<Ti direbbe così: "Kylie, ti andata in pappa la zucca? Tu non metterai la punta del naso fuori di casa finchè non compirai diciotto anni!">
Esclamò mia madre, scimmiottando la voce grossa e il portamento goffo di papà. Mi fece sorridere un po'.
<Cara lo so... E' difficile, manca a tutti quanti!>
Sentii i miei occhi gonfiarsi di lacrime e una di esse correre giù per il mio viso, rigandomi la guancia.
<Ma solo a vedere come sei cresciuta e fino a che punto sei arrivata senza di lui, sarebbe solo orgoglioso!>
Silenzio.
<Tu, che quando papà ci lasciò, avevi 13 anni, e non ne volevi sapere neanche sotto tortura di continuare a vivere... Ce l'hai fatta. Tutto perchè papà ti ha sempre guardata dall'alto con il suo sguardo buono e amorevole. Uno sguardo che solo lui poteva rivolgere. Uno sguardo da padre e da amico>
<Mamma... Così divento una fontana!>
Ridacchiammo e mi lasciai andare al suo tenero abbraccio, riuscendo a bloccare le lacrime e a trattenermi un po'.
<Noi ce la faremo, anche se lui non c'è. Perchè papà non è morto. Papà è in ogni nostro passo, bacio, saluto, in ogni piccola cosa che facciamo, papà e lì.>
<Okay...>
<Quindi mia cara, sei libera di andare alla festa... Ora vai a riposarti>
Mia madre mi diede un dolce bacio sulla guancia e mi avviai verso le scale, salii in camera e mi buttai a pesce nel letto. Prima cosa da fare quando si è nel letto? Semplice: cuffiette, libro e musica a palla. Usando la riproduzione casuale, la prima canzone che mi capitò fu "Ooh La La" di Britney Spears. La mia adorazione per quella cantante supera ogni cosa, idem per Katy Perry. Poi vengono tutte le band: sono cresciuta in una città dove regna sovrano il Jazz, ma non ne sono mai stata attratta, infatti mi sono spinta verso un repertorio Rock e Pop degli anni '80, '90 e inizio 2000. Quella canzone parlava di un amore platonico che questa ragazza provava per la sua cotta o cosa, sembrava una splendida favola. Io invidiavo tanto quella ragazza, perchè credevo fermamente nel fatto che in tutta la mia vita, non avrei avuto neanche un minuto per provare amore che non sia: minacce, violenza o sesso.
—WELA—
Allora: capitolo drammatico, non molto bello: un po' la storia di Kylie. Non dev'essere molto carino essere una Kylie che passa questi momentacci senza il papà.
Canzone del titolo: Someone's Watching Over Me-Hilary Duff.
LEGGETE LA TRADUZIONE, VI PREGO. E' forse una delle canzoni più dolci e commoventi che abbia mai sentito.
Detto questo, CE SE VEDE!
-Moi
STAI LEGGENDO
Blank Space||Calum Hood||
Fanfiction"But I've got a blank space baby, And I'll write your name" -Blank Space||Taylor Swift