Capitolo 5

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25/08/2004 Hogwarts

Hermione si smaterializzò poco distante dai cancelli del castello. Ci aveva messo più di un'ora a scegliere cosa indossare, aveva paura di essere inadeguata. Dopo aver disfatto e rifatto le valigie consultando tutto il suo guardaroba, optò per un vestito azzurro a righe. Era ancora caldo, ma con sé aveva un leggero cardigan blu. Il vestito metteva in risalto il suo corpo tonico, frutto di allenamenti quotidiani, la sua leggera abbronzatura era perfetta con quei colori. I capelli erano legati in un semplice chignon e gli occhiali da sole marroni coprivano quella leggera ma elegante spruzzata di lentiggini.
Si accese una sigaretta e si incamminò verso la scuola. Sentiva dentro di sé il panico farsi strada, per un momento pensò di aver sbagliato tutto, di aver agito in modo impulsivo. Poi però, vide il lago nero. Una distesa scura di acqua illuminata dalla luce del mattino e iniziò a respirare lentamente, come le aveva insegnato la sua psicologa.
"Inspira ed espira Hermione, che cazzo, proprio adesso devi farti venire una crisi?" disse a se stessa.
Avanzava lentamente, il vestito mosso da una leggera brezza di fine estate, dei ciuffi di capelli indomabili fluttuavano impercettibilmente. E una figura, poco lontana la lei, osservandola, pensò che fosse una visione paradisiaca.

Severus Piton, quella mattina, si era concesso una passeggiata fuori dal castello. Con l'assenza degli studenti era un piacere godersi quegli ultimi attimi di libertà prima dell'inizio dell'anno e aveva infatti optato per una mise molto meno formale, portava dei pantaloni neri e una camicia di lino, le maniche arrotolate e i capelli legati in una coda bassa. Mentre contemplava il paesaggio, sentì il classico rumore della smaterializzazione e incuriosito si avviò verso il cancello.
Quello che vide lo lasciò per un momento senza respiro: una bellissima Hermione Granger stava entrando nel parco del castello. Non se la ricordava affatto così, era diventata una donna, una donna fatta e finita. E bellissima per giunta! "Suvvia mocciosus, che ti prende? Imbambolato a guardare una tua ex studentessa? Che sarà una tua collega? RIPIGLIATI." Ma il suo sguardo non riusciva a distogliersi da quelle gambe sode e abbronzate, i capelli erano illuminati dal sole e una leggera scollatura lasciava intravedere la pelle liscia.
"Professore! Che piacere vederla!" Hermione si avviò verso l'uomo, con un sorriso radioso sulle labbra.
"Ecco la nuova professoressa di Aritmanzia, ciao Granger, chi non muore si rivede." Il sorriso della giovane strega si affievolì.
"Vedo che lei non è cambiato di una virgola, tranne per il suo aspetto un po' più, come dire...umano."
"Oh vedo che anche la sua sfacciataggine non è cambiata Granger, mi dia la valigia, la aiuto."
Questo sbalzo di disponibilità scaldò per un secondo Hermione, che si lasciò aiutare dal pozionista.
Camminarono lentamente verso il portone e la giovane strega decise che un po' di leggera conversazione non avrebbe fatto male.
"La vedo bene professore, la trovo, non so, più leggero. Forse saranno quei mille strati di vestiti che la tengono nascosto."
Si tolse gli occhiali, con un sorrisetto stampato in faccia.
"Adesso siamo colleghi Granger, non c'è bisogno che mi chiami ancora professore." La guardò negli occhi, che esprimevano tutto il contrario di quel finto sorriso che cercava di mostrare. Ci pensò su, ma forse non era il caso di lanciare una battuta piccata, ma chi era lui senza sarcasmo?
"Anche io ti vedo bene, tu però mi sembri diversa, cambiata. I-n-v-e-c-c-h-i-a-t-a". Scandì l'ultima parola con una lentezza quasi teatrale. Così facendo allungò il passo entrando nel castello, lasciando la povera strega imbambolata sugli scalini.

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