Quando Minerva si smaterializzò nel piccolo soggiorno di Hermione, la luce del sole entrava decisa dalle finestre, creando un'atmosfera decisamente calorosa.
Le due streghe si abbracciarono e, sistemandosi sul sofà, iniziarono una lunghissima conversazione.
"Ricevere la tua lettera è stato un momento di grande gioia per me, cara. Come procede la tua vita a Londra?""Mi mancava così tanto parlare con te Minerva. A volte mi sento così sola, vorrei cambiare molte cose, ma inevitabilmente mi trovo qui. Immobile, a continuare una vita così piatta."
"Oh suvvia Hermione, perché non parliamo di cosa potresti fare? Certo, rimanere qui isolata non ti aiuterà sicuramente a cambiare le cose. Non fraintendermi, hai fatto tutto senza l'aiuto di nessuno, hai ricominciato una nuova vita qui a Londra, solo con le tue forze. Ma la cosa che non è cambiata è il tuo cuore, hai ancora così tanti ricordi che ti legano alla magia. Ti tengono stretti senza lasciarti andare avanti".
Minerva parlava dolcemente, tenendo la mano della giovane ragazza sulla sua, spostandole ogni tanto una ciocca di capelli dal viso. La vedeva così bella, così apparentemente fragile, ma colma di una forza degna di una rispettabile Grifondoro!
"Hermione, perché non torni ad Hogwarts? Lo sai che la professoressa Vector ha deciso di lasciare il lavoro per una meritatissima pensione? Quale momento migliore?"
Hermione rimase in silenzio, fissandosi le punte dei piedi. Se fosse quella la scelta giusta? Se fosse necessario tornare dove tutto, una volta, era casa? La ragazza aveva la testa piena di pensieri contrastanti. Per anni era rimasta ferma sulle sue idee, ma più il tempo passava, più le sue decisioni iniziavano a perdere la forza, l'intenzione.
"Minerva, ma come posso tornare ad Hogwarts? Io non so se ce la faccio, la guerra, le persone che abbiamo perso. Mi piacerebbe ma...davvero non so come reagirei. E poi, da moltissimo non studio Aritmanzia. Come potrei sostituire la professoressa Vector?"
Sembrano così stupide le motivazioni per non accettare, ma non si capacitava come, dopo anni di fermezza, dopo aver tormentato i suoi amici per non parlare di Hogwarts, di magia, della guerra, adesso, dopo 30 minuti di conversazione con Minerva, tutte le sue certezze iniziassero così a traballare? Forse era davvero un segno.
"Hermione, sei la strega più brillante che conosca. Adesso il castello è diverso, per quanto possa portarti indietro a ricordi traumatici, l'atmosfera è cambiata, è trascorso molto tempo e tutti, non senza fatica, stiamo voltando pagina. Poi, hai ancora qualche tempo per pensarci, mancano diversi mesi, ti lascio riflettere. Sarà bello rivedere tutti."
Tutti? Hermione non aveva pensato a come potesse essere fare l'insegnante, guardare il mondo dall'altro lato della cattedra.
"Va bene Minerva, prenderò in considerazione la tua proposta."
Hermione accese una sigaretta e aspirò profondamente. "Ma non ti assicuro niente."La giovane strega, dopo il congedo della sua mamma magica, si ritrovò a cenare sul divano, ripensando a quella lunga conversazione. Le tornarono alla mente, più vivide che mai, immagini dei raggi di luna riflessi sul lago nero, le calde luci della sala grande, i profumi selvaggi e inebrianti della foresta proibita. Luoghi a cui era appartenuta e che per sempre l'avrebbero fatta sentire a casa...Forse, pensò addormentandosi, la scelta giusta era semplicemente lì, davanti ai suoi occhi.
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Ritornare
Fanfiction"In greco, ritorno si dice nóstos. Álgos significa sofferenza. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare." M.K Se la strada per la felicità avesse origine là, dove tutto il dolore ha avuto inizio? Hermione...